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Sci alpino, i precedenti degli azzurri a Garmisch in slalom. Ultimo successo nel 2009 con Manfred Moelgg

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La Coppa del Mondo di sci alpino riapre i battenti con due slalom in programma nel weekend sulle nevi tedesche di Garmisch-Partenkirchen. L’equilibrio regna sovrano nella specialità e dopo la trasferta teutonica mancheranno solo un paio di appuntamenti per definire l’erede di Marco Schwarz tra i pali stretti.

Il circuito intercontinentale dei rapid-gates torna nella località bavarese a dodici anni di distanza dall’ultima gara disputata. In quell’occasione la truppa azzurra non centrò il podio, ma statistiche alla mano nessuna nazione ha vinto più dell’Italia in slalom su questo pendio.

In quattordici eventi disputati si contano ben sei affermazioni tricolore condite da otto podi, numeri che accendono le speranze in vista del fine settimana. Se Gustavo Thoeni arrivò secondo nel 1974, dodici mesi più tardi il Bel Paese occupò tutti i gradini del podio mettendo a segno una magica tripletta con Piero Gros vincitore davanti allo stesso Thoeni e Fausto Radici, il quale si impose l’anno seguente precedendo il grande “Pierino” Gros.

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Nel 1982 Paolo De Chiesa agguantò la terza piazza, risultato eguagliato dieci anni dopo da Alberto Tomba. Tra il ’93 e il ’95 il più grande azzurro di sempre colse tre successi consecutivi, mentre nel biennio 2008-2009 Manfred Moelgg salì alla ribalta archiviando una seconda posizione ed una vittoria, arricchita nella circostanza dalla piazza d’onore di Giorgio Rocca.

Interessante notare come il primo e l’ultimo vincitore dei quattordici slalom di Garmisch siano padre e figlio: Christian Neureuther, trionfatore nel 1974, gioì del successo di Felix a 36 anni di distanza; impresa simile per certi versi all’oro olimpico di Johannes Strolz che ha emulato il risultato del genitore nella manifestazione olimpica 34 primavere dopo. Hubert Strolz fu secondo su questo versante nel 1992 e vedremo se il pluri-mediagliato austriaco dei Giochi Pechinesi riuscirà ancora una volta a ripercorrere le orme del capofamiglia.

Foto: Lapresse

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