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Sci alpino, Italia femminile competitiva nella velocità. Mancano i ricambi in gigante, slalom sottozero

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Anche in questa Olimpiade l’Italia dello sci alpino è stata salvata dalle donne. Rispetto a quattro anni fa è mancato l’oro, ma a Pechino 2022 sono arrivate comunque quattro medaglie tutte al femminile. Le due di Federica Brignone (argento in gigante e bronzo in combinata) e poi la doppietta sul podio in discesa firmata da Sofia Goggia e Nadia Delago.

Sofia Goggia e Federica Brignone restano le assolute punte di diamante di un intero movimento. La bergamasca ha compiuto un miracolo dopo quella terribile caduta di Cortina e il susseguente infortunio al ginocchio. Alla fine è arrivata una medaglia d’argento, con l’oro sfumato solo negli ultimi venti secondi di gara sul piano. La valdostana è colei che si è messa al collo più medaglie, confermandosi nuovamente sul podio in gigante come a PyeonghChang, ma migliorando di un gradino, e poi con il bronzo della solidità e dell’esperienza in combinata.

Il più grande rimpianto per Brignone, ma anche per tutta la squadra azzurra è stato il superG. Un tracciato troppo facile e poco adatto alle nostre portacolori, che avevano dominato l’intera stagione di Coppa del Mondo. E’ un’Italia super competitiva nella velocità, andando anche oltre il doppio podio Goggia-Delago. In discesa libera Sofia è assolutamente la donna da battere e lo ha dimostrato tutta la stagione, ma dietro di lei sta crescendo proprio il talento cristallino di Nadia Delago, che a Pechino è definitivamente sbocciato ed ora per la gardenese si apre una fase importante della sua carriera, quella della conferma ad alti livelli.

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Non solo Nadia in casa Delago, ma c’è anche Nicol, che ha vissuto una stagione complicata, sempre alla ricerca della forma migliore dopo il grave infortunio della passata stagione. Entrambe le sorelle sono molto più competitive in discesa e dovranno crescere maggiormente in superG. Una specialità nella quale Elena Curtoni è tra le migliori del mondo, visto che si sta giocando anche la coppa di specialità con Brignone e Goggia.

Non va dimenticato che l’Italia non ha mai potuto contare su Laura Pirovano, che tornerà solamente il prossimo anno. La trentina ha un potenziale davvero enorme, essendo competitiva in entrambe le specialità della velocità ed anche in gigante, dove qualche ricambio inizia a mancare. Dietro Bassino e Brignone si incomincia ad intravedere poco, Goggia fa ancora troppa fatica in questa specialità, Curtoni e Melesi valgono una Top-20; e proprio Pirovano può essere una carta importante da giocarsi nei prossimi anni.

Il buco nero dello sci alpino femminile è rappresentato ormai da molte stagioni dalla slalom. L’infortunio di Martina Peterlini è stato un durissimo colpo, anche perché era l’unica a poter realmente competere per dei piazzamenti anche in Top-10. Le giovani ci sono anche, ma faticano terribilmente ad emergere (vedi Lara Della Mea, Marta Rossetti ed Anita Gulli). Anche Sophie Mathiou non ha ancora mostrato il potenziale visto a livello juniores, mentre Vera Tschurtschenthaler si è vista ancora troppo poco in Coppa del Mondo. Tanti nomi, ma manche quella leader che possa realmente trascinare tutto il settore.

FOTO: LaPresse

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