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Sci di fondo, Francesco De Fabiani non disputerà la 50 km: una scelta dettata dalle ultime prestazioni

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Per Francesco De Fabiani le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 sono terminate. Il ventottenne nativo di Aosta non parteciperà, infatti, alla 50 km valida come ultima gara a cinque cerchi per il comparto maschile. L’Italia andrà con due soli rappresentanti nella gara più lunga del programma: Giandomenico Salvadori e Paolo Ventura.

Negli anni olimpici in cui è stato presente, De Fabiani ha raccolto il 25° posto, in questa gara, a Sochi 2014 e il 22° a Pyeongchang 2018. Nella prima occasione aveva disputato altre due gare, la 15 km individuale e lo skiathlon, chiudendo 30° e 21°: era all’esordio, a vent’anni. In Corea del Sud aveva disputato solo lo skiathlon, in termini ancora individuali, terminando 20°, mentre aveva contribuito al 7° posto della staffetta.

Quest’anno, invece, ha disputato tutte le gare finora. E i risultati sono stati alterni: ha iniziato bene con lo skiathlon, in cui si è classificato ottavo dopo una gara brillante, ma non è riuscito a mantenere lo stesso grado di forma nel corso dell’evento olimpico.

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Al di là dei numeri relativi ai risultati, si leggono varie cose al loro interno. L’azzurro non è riuscito a risultare competitivo nella gara sprint, uscendo già in qualificazione con il 51° tempo. Segnali di ripresa si sono visti nella 15 km con partenza a intervalli, in cui ha chiuso al 18° posto, un risultato tutto sommato nelle aspettative visto il campo partenti.

Nella staffetta, invece, lo si è visto non trovarsi in grado di tenere nella seconda frazione, quando era lui il deputato a mantenere quanto di buono creato dai primi, splendidi 10 km di Federico Pellegrino. Questo suo calo ha fatto sì che l’Italia non fosse più in grado di lottare per le medaglie. Nella team sprint, peraltro particolarmente dura, ha fatto di tutto per tenere il passo di Bolshunov e compagnia, ma non ci è riuscito.

Sono tre i particolari fattori che hanno portato a non schierare De Fabiani. Il primo è quello dei citati risultati, che non sono stati quelli che forse lui si aspettava e sono, peraltro, sorti anche dalle citate situazioni. Il secondo è quello di una più che comprensibile stanchezza: disputare cinque gare non è sforzo da poco, averle sulle gambe per una sesta tanto dura lo è ancor meno. Il terzo è prettamente legato alla tecnica libera, in cui non avrebbe probabilmente potuto dare quello stesso contributo che, in tecnica classica, avrebbe potuto fornire.

Foto: LaPresse

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