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Sci di fondo, Pechino 2022: è dominio russo nella staffetta 4×10. L’Italia sogna con Pellegrino, poi cala e finisce ottava

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Ancora un titolo olimpico per il Comitato Olimpico Russo, sotto le cui insegne gareggiano i fondisti della Russia, alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Il quartetto formato da Alexey Chervotkin, Alexander Bolshunov, Denis Spitsov e Sergey Ustiugov è trionfatore senza discussioni, con il tempo di 1:54’50″7. Decisiva l’azione iniziale di Chervotkin, che divide immediatamente in due la competizione tra quella solo russa e l’altra legata a tutti gli altri.

Argento per la Norvegia: Emil Iversen, Paal Golberg, Hans Christer Holund e Johannes Hoesflot Klaebo trovano la maniera di assicurarsi il secondo gradino del podio con una gara ragionata, davanti alla Francia, che è di nuovo bronzo con Richard Jouve, Hugo Lapalus, Clement Parisse e Maurice Manificat. L’Italia sogna per una frazione, quella di Federico Pellegrino, poi è Francesco De Fabiani che non riesce a tenere il passo dei migliori. Giandomenico Salvadori e Davide Graz concludono la prova portando la squadra tricolore all’ottavo posto.

La gara comincia quando la neve che scende sul percorso è tantissima. Nei primi otto minuti di gara non succede nulla, poi Chervotkin saggia la condizione degli altri e si staccano in tanti: rimangono in 7. Successivamente, il russo ricomincia a forzare, e stavolta nessuno gli va dietro. Perde terreno Hakola, non Pellegrino, che anzi è il più attivo in assoluto nel gruppo inseguitore. Sono lui e Brugger pian piano a provocare il distacco di, in questo ordine, Svensson, Jouve e Iversen. Al cambio Chervotkin ha 23″5 su Brugger e 24″1 su Pellegrino.

https://www.oasport.it/2022/02/medagliere-olimpiadi-invernali-pechino-2022-italia-nona-con-11-podi-e-2-ori-norvegia-in-testa/

De Fabiani e Moch vengono subito ripresi da Golberg, che diventa quasi l’unico, per un periodo, a trovarsi in grado di sfidare (almeno sul tempo, perché per distacco non c’è gara) Bolshunov. Da dietro, intanto, riemerge Niskanen, che fa rientrare in corsa per le medaglie la Finlandia nel momento in cui si forma un quintetto che comprende anche Lapalus e Poromaa. Per De Fabiani arrivano le difficoltà, con un cedimento negli ultimi 3 km, mentre è proprio Poromaa a decidere di andare a prendere Golberg. I distacchi al cambio: Russia 59’46″7, Norvegia a 59″5, Svezia 59″7, Finlandia 1’09″4, Francia 1’09″8, Germania 1’10”, Italia 1’44″2

Spitsov inizia tenendosi il vantaggio su quello che diventa il quintetto Holund-Parisse-Burman-Hyvarinen-Notz, con Salvadori da solo a 1’40”. Hyvarinen perde contatto nettamente quasi subito, in quello che non è il suo terreno. Successivamente è Notz a cedere terreno, lasciando Norvegia, Francia e Svezia alla caccia dei due restanti posti sul podio. Verso il km 28.7, poi, è Burman a tentare di piazzare un colpo: Holund tiene, Parisse fa fatica, ma non vuole mollare in nessun modo. Divari al cambio: Comitato Olimpico Russo 1:27’09″3, Norvegia 44″9, Svezia 45″4, Francia 49″2, Germania 1’55″5, Finlandia 255″6, Italia 3’27″4, Svizzera 3’27″5.

Come prevedibile, Klaebo saluta presto Manificat e Haeggstroem, anche se il recupero nei confronti di Ustiugov è minimo in queste fasi iniziali. Il russo, nella sostanza, va in conservazione, anche se inizia a essere appesantito dal quinto chilometro della sua frazione. Nel contempo, Manificat lascia fermo Haeggstroem e arriva su Klaebo senza l’ombra di un problema. Tra il francese e il norvegese nasce un duello spettacolare nelle fasi finali, con l’uno che fa di tutto per evitare la volata e l’altro che, invece, la vuole eccome.

Al traguardo Ustiugov giunge facendo segnare al Comitato Olimpico Russo il tempo di 1:54’50″7, mentre Klaebo, una volta staccato definitivamente Manificat, porta l’argento alla Norvegia con un ritardo di 1’07″2; Francia bronzo (ed è il terzo di fila) a 1’16″4. La Svezia (Oskar Svensson, William Poromaa, Jens Burman, Johann Haeggstroem) chiude quarta a 2’09″7, poi è quinta la Germania (Janosch Brugger, Friedrich Moch, Florian Notz, Lucas Boegl) a 2’55″8. Sesta la Finlandia (Ristomatti Hakola, Iivo Niskanen, Perttu Hyvarinen, Joni Maki) a 4’37″9, mentre Furger passa Davide Graz per il 7° posto della Svizzera (Dario Cologna, Jonas Baumann, Candide Pralong, Roman Furger, +5’22″6) sull’Italia (+5’25″9). Concludono la top ten gli Stati Uniti (Luke Jager, Scott Patterson, Gus Schumacher, Kevin Bolger, +8’05″6) e il Giappone (Ryo Hirose, Hiroyuki Miyazawa, Naoto Baba, Haruki Yamashita, +8’10″8).

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