Sci di fondo
Sci di fondo, Pechino 2022: le speranze di medaglia dell’Italia. Tutto su Federico Pellegrino? Francesco De Fabiani e la suggestione 50 km
Lo sci di fondo è lo sport in cui l’Italia ha raccolto il maggior numero di medaglie nella storia dei Giochi olimpici invernali. Sì, perché lo sci alpino sarà la principale “miniera d’oro” del Bel Paese, avendo portato in dote 14 delle 40 medaglie del metallo più pregiato conquistate dal 1948 in poi. Cionondimeno, i fondisti hanno prodotto complessivamente 35 podi (9 ori, 13 argenti e 13 bronzi), tre in più rispetto agli sciatori, arrivati a quota 32 (14-9-9).
Ci sono possibilità di rinverdire la tradizione metallifera? Difficile, perché lo sci di fondo attuale è di un azzurro particolarmente sbiadito rispetto a quello estremamente intenso ammirato in passato. Tutte le speranze di medaglia del settore maschile si concentrano su una gara in particolare. Parliamo, ovviamente, della sprint a skating dell’8 febbraio. Federico Pellegrino è stato uno dei più grandi interpeti di questo format, in cui si è laureato anche Campione del Mondo nel 2017, proprio un attimo prima della prepotente crescita del fenomenale Johannes Høsflot Klæbo, capace di alzare l’asticella a un livello irraggiungibile per chiunque altro.
Il venticinquenne norvegese, campione olimpico in carica, è il grande favorito per il successo finale. Dunque, a meno di cataclismi, la medaglia d’oro è fuori portata per chiunque, essendo prenotata dal fuoriclasse scandinavo. Tuttavia, la lotta per l’argento e il bronzo è apertissima. Il miglior Pellegrino sarebbe il più accreditato per la piazza d’onore, ma il problema è che il miglior Pellegrino in questa stagione non lo si è mai visto. Bisogna sperare che, durante l’off-season, si sia scelto di lavorare con l’obiettivo di raggiungere il picco della condizione atletica proprio a febbraio, allo scopo di caricare l’ultima cartuccia olimpica con tutta la polvere a sparo a disposizione.
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Pertanto la sprint a skating dell’8 febbraio sarà la principale carta da medaglia dello sci di fondo. Altrove le speranze sono più ridotte. Nelle prove a squadre (staffetta del 13 febbraio e team sprint del 16 febbraio) si può provare a dire la propria per il bronzo (in entrambi i casi oro e argento sono, sulla carta, affare riservato a Norvegia e Russia). Cionondimeno la Francia appare superiore in ambedue i contesti e, al contempo, ci sarà da superare l’agguerrita concorrenza di almeno un’altra nazione (in particolare sono oltremodo temibili la Svezia in staffetta e la Finlandia nella sprint a coppie).
Una medaglia individuale di Francesco de Fabiani appare, invece, più un sogno che una concreta possibilità. È vero, si sono viste buone performance durante il Tour de Ski. Questo è incoraggiante. Tuttavia il ventottenne valdostano parte in seconda o terza fila rispetto a tanti avversari. Affinché il sogno del podio olimpico possa davvero concretizzarsi, c’è bisogno di un aiuto da parte della buona sorte. Per esempio, nella 15 km in alternato dell’11 febbraio si deve sperare in materiali eccezionali, ben al di sopra della media. Invece, nella 50 km del 18 febbraio, tutto ruota attorno a situazioni anomale legate ai connotati della gara. Più è letargica, meglio è, in maniera tale da risparmiare energie e provare a sorprendere gli avversari nel finale. Il problema è che in pochi hanno interesse ad avere una 50 km poco selettiva, perché significherebbe portare Klæbo in carrozza verso il successo. Insomma, qualche possibilità per DeFast c’è, ma un sup podio olimpico andrebbe considerato una gradita sorpresa.
Foto: La Presse