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Short track, Pietro Sighel: “Avrei messo la firma per due medaglie a Pechino”

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Lo short track italiano è tornato dalle Olimpiadi Invernali di Pechino (Cina) con quattro medaglie al seguito: 1 oro, 2 argenti e 1 bronzo. Un bottino che non ha precedenti per il movimento tricolore della specialità e nel gruppo dei pattinatori spicca il nome di Pietro Sighel.

L’atleta di Baselga di Pinè, classe 1999 e figlio del grande Roberto (riferimento dello speed skating all’inizio degli anni ’90), si è presentato con grande personalità, portando a casa l’argento della staffetta mista e il bronzo della staffetta maschile, ricoprendo il ruolo di ultimo frazionista e avendo non pochi meriti nel raggiungimento del traguardo. A ciò va aggiunta anche la qualificazione alla Finale dei 500 metri.

Tornato in Italia e nella sede del Comitato Provinciale di Trento del Coni, il pinetano ha commentato quanto raccolto sul ghiaccio cinese: “Avrei messo la firma se alla vigilia delle Olimpiadi mi avessero detto che sarei tornato con due medaglie al collo. In verità non ho ancora realizzato pienamente quanto sono riuscito a fare, ora dopo ora ne sto prendendo contezza. Per chiudere il cerchio mancherebbe una medaglia d’oro e lavoreremo per conquistarla fra quattro anni sulla pista di casa per il grande evento del 2026“, le parole di Sighel.

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Grandi ambizioni dunque per il giovane atleta nostrano che guarda al prossimo quadriennio e alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 con trepidazione.

Foto: LaPresse

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