Slitte
Skeleton, Pechino 2022: Christopher Grotheer vola anche nella terza manche e vede l’oro! Amedeo Bagnis punta la top10
Christopher Grotheer si conferma saldamente al comando dopo la terza manche della gara di skeleton maschile valevole per i Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022, ed è prontissimo a mettere le mani sulla medaglia d’oro. Al National Sliding Centre di Yanqing, infatti, il dominio del teutonico prosegue, dato che il ventinovenne nativo di Wernigerode ha allungato ancora il suo margine nei confronti dei più immediati inseguitori, capeggiati dal connazionale Axel Jungk.
Christopher Grotheer, già ampiamente in fuga dopo le prime due discese disputate ieri, oggi ha fatto segnare un ottimo 1:00.16 portandosi ad un tempo complessivo di 3:00.49. Il suo vantaggio su Axel Jungk diventa ora di 85 centesimi (la sua manche è da 1:00.31), mentre si conferma in terza posizione il russo Alexander Tretiakov a 1.08, che conclude il suo primo impegno odierno in 1:00.37 e prova a tenere il podio con le unghie e con i denti.
Quarta posizione per il padrone di casa Wengang Yan a 1.13 dalla vetta, dopo l’1:00.57 della sua terza manche, ma a soli 9 centesimi dalla medaglia di bronzo. Quinto il formidabile lettone Martins Dukurs, che migliora nei tempi, ma rimane a 1.15 di ritardo, quindi sesto il russo Evgeniy Ryukosuev a 1.27, davanti al cinese Zheng Yin settimo a 1.36.
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Si ferma in ottava posizione il lettone Tomass Dukurs, con un ritardo di 1.80, quindi nono il tedesco Alexander Gassner a 1.86, mentre è decimo il sudcoreano Seunggi Jung a 2.42. Grazie ad una ottima manche da 1:00.83 il nostro Amedeo Bagnis si avvicina alla top10, dato che ora è undicesimo a 2.58 totali, ma a soli 16 centesimi proprio da Jung. Mattia Gaspari, invece, si ferma all’1:01.16 e deve accontentarsi della quindicesima posizione assoluta a 3.18 da Grotheer.
La quarta e conclusiva manche prenderà il via alle ore 14.55 e andrà ad assegnare le tanto attese medaglie. Chi sarà, quindi, il successore di Sungbin Yun, che dominò in casa a PyeongChang 2018?
Foto: Lapresse