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Tennis, i limiti fisici di Matteo Berrettini: l’esecuzione del dritto potrebbe causare problemi

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Riflessioni in corso. Matteo Berrettini è fermo ai box e il problema agli addominali ha bussato nuovamente alla sua porta. Nel giro di un anno in ben tre circostanze il romano ha dovuto fermarsi e l’episodio di Acapulco (Messico) alimenta ancor di più i dubbi sulla sua tenuta fisica e su cosa sia meglio fare.

A posteriori la scelta di giocare prima sulla terra rossa di Rio de Janeiro e poi sul duro messicano potrebbe non essere stata la migliore, considerando anche il modo in cui è evoluto il torneo brasiliano, tra continui rinvii a causa della pioggia e partite particolarmente probanti come ad esempio contro Carlos Alcaraz.

Ci si interroga, quindi, su come prevenire il ripresentarsi del problema. A tal proposito, alcune settimane fa su OA Sport, ne avevamo parlato con l’ex giocatrice e attuale commentatrice su Sky Sport, Raffaela Reggi, che ci aveva fornito una chiave di lettura interessante.

Raffaella Reggi: “Berrettini migliori il rovescio per salvaguardare il fisico. Sinner non aveva un piano B con Tsitsipas”

Indubbiamente e in merito a questo penso che il movimento del dritto, spostandosi spesso sul lato sinistro, lo porti a forzare molto con la parte degli addominali. Migliorare il rovescio ed essere incisivo anche con quel colpo potrebbe servirgli per salvaguardare meglio il suo fisico“.

A questa considerazione, aveva però risposto il coach di Berrrettini, Vincenzo Santopadre ai nostri microfoni. “Il lavoro di cui stiamo parlando è all’altezza degli arti inferiori e l’esecuzione corretta o meno del colpo dipende da come ci si arriva sulla palla. Inoltre, ritengo che l’uso di un colpo a cambiare l’inerzia dello scambio sia fondamentale nel gioco di Matteo e quindi, dal mio punto di vista, non rappresenta un problema per lui. Semmai la potenza che sviluppa con il dritto fa male ai suoi avversari“.

Non resta che attendere cosa il tennista azzurro e il suo staff decideranno di fare per la particolarità della situazione e la salvaguardia di uno status fisico adeguato.

Foto: LaPresse

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