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Tennis, Rafa Nadal in stato di grazia: un 2022 da vero numero 1

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Ottantasei. Per la prima volta dopo ottantasei settimane, Novak Djokovic non è più il numero 1 al mondo. Al tennista serbo è stata fatale la sconfitta con Jiri Vesely ai quarti di finale di Dubai, lasciando così spazio a Daniil Medvedev, diventato il ventisettesimo uomo ad issarsi al primo posto dall’introduzione del ranking. Ma il vero protagonista di questi due mesi del 2022 è uno soltanto, Rafa Nadal.

Il mancino di Manacor ha scritto un’altra pagina della sua fantastica carriera ad Acapulco. In Messico è arrivato il titolo numero 91 (quarto assoluto nella speciale graduatoria), senza perdere un singolo set e realizzando il singolare record di essere sia il giocatore più giovane (2005) che il più vecchio ad aver vinto questo torneo. Tornando al suo cammino, prima di Cameron Norrie nell’ultimo atto, ha fatto cadere al suo cospetto anche lo stesso Medvedev, battuto per la seconda volta dopo la finale degli Australian Open.

Due vittorie contro l’odierno numero 1 che certificano come, in realtà, il numero 1 di questo 2022 sia proprio Nadal nonostante la classifica lo veda come il quarto giocatore al mondo. Non per niente l’iberico è straprimo nella Race, che raccoglie i risultati dell’anno solare, a quota 2750, punti dovuti ai tre successi tra Australian Open, Melbourne ed Acapulco in tre tornei disputati. Dal ritorno in campo il king of clay ha una striscia di 15 vittorie consecutive, e con altre tre può issarsi al terzo posto nelle strisce più lunghe di successi, superando in un colpo solo Pete Sampras, Roger Federer e Novak Djokovic, titolare però delle due streak più lunghe della storia (26 nel 2020 e 41 nel 2011).

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Un momento d’oro per Rafa, che francamente sembrava impossibile da raggiungere. Lo ricordiamo nel suo ultimo impegno della scorsa annata, quella semifinale del Roland Garros che lo vide soccombere alla distanza proprio con il serbo: una partita che vide scricchiolare per la prima volta quella leggendaria resistenza fisica che lo ha reso grande, al netto dei costanti miglioramenti tecnici. Forse per la prima volta, fu lui ad arrivare ai momenti cruciali di quella sfida con il fiato cortissimo.

Il Nadal tornato in campo in questo 2022 è assai più accorto in questo senso. Prendendo in esame gli Australian Open, i match con Denis Shapovalov e Matteo Berrettini hanno in comune un atteggiamento aggressivo nelle prime due frazioni per poi vivere un momento di apparente calma, come se stesse giocando a ‘risparmio energetico’; il rischio era quello di subire il ritorno degli avversari, ma in entrambi i casi ha piazzato la zampata da fenomeno quale lui è. Così come in finale con Medvedev, in cui dopo un primo set dormiente, sembrava lui il venticinquenne dopo una battaglia da oltre cinque ore.

Nadal sta vivendo una seconda giovinezza, emulando un po’ il 2017 di Roger Federer che, dopo un anno difficilissimo, risorse proprio battendo il maiorchino. Che sta stampando bellissime pagine di storia del tennis, solo con la volontà di divertire e divertirsi; e Djokovic, ossessionato dai record (di vittorie, di settimane in cima, ecc…) resta a guardare in disparte.

Foto: LaPresse

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