Atletica
Atletica, Marcell Jacobs e la pista dei Mondiali che sembra maledetta. Già in passato…
Marcell Jacobs è stato squalificato sui 60 metri al Meeting di Belgrado. Il Campione Olimpico dei 100 metri si è presentato nella capitale della Serbia per testare la propria condizione fisica e valutare la pista su cui si disputeranno i Mondiali Indoor tra meno di due settimane (18-20 marzo), ma in occasione della finale è stato ravvisato un leggero movimento del collo e delle spalle, tanto che lo starter ha chiamato la partenza falsa (in ritardo) e l’azzurro è stato estromesso dalla finale.
Non è la prima volta che Marcell Jacobs non riesce a trovare il feeling con questo impianto. Agli Europei 2017, infatti, l’azzurro si cimentò nel salto in lungo. Forse non tutti gli appassionati sanno che il velocista lombardo ha avuto un passato nella sabbia, prima di abbracciare lo sprint in maniera trionfale. In quell’occasione, infatti, l’azzurro venne eliminato nel turno di qualificazione: saltò 7.70 al secondo tentativo e concluse in undicesima posizione, ad appena due centimetri dall’accesso all’atto conclusivo (curioso ricordare il 7.71 di Andrew Howe).
Marcell Jacobs aveva firmato poche settimane prima il suo personale al coperto (8.07) e con quella misura si sarebbe poi saliti sul podio, visto che l’albanese Izmir Smajlaj si impose con 8.08, davanti allo svedese Michel Torneus (stessa misura) e all’ucraino Sergey Nykyforov (8.07). Due anni dopo ci provò ancora una volta nel salto in lungo, sempre agli Europei al coperto, ma a Glasgow concluse la sua avventura con addirittura tre nulli: fu il punto più basso della carriera, a quel punto arrivò la svolta decisiva (nel 2018 raggiunse la semifinale europea sui 100 metri, correndo in 10.28).
Il Campione d’Europa dei 60 metri ci riproverà per la terza volta a Belgrado tra meno di due settimane, con la speranza che ai Mondiali la musica sia diversa e che la maledizione possa essere sfatata. Bisognerà fronteggiare i quotati statunitensi, la battaglia è aperta e servirà un crono di assoluto rilievo, magari bisognerà migliorare il record italiano di 6.42 con cui lo scorso anno conquistò il titolo continentale.
Foto: Colombo/FIDAL