Atletica

Atletica, Mondiali indoor 2022: i favoriti gara per gara. L’Italia punta su Marcell Jacobs e non solo!

Pubblicato

il

Tre giorni, 26 gare, 680 atleti, 372 uomini e 308 donne. Torna a quattro anni di distanza dall’ultima edizione il Mondiale di atletica indoor che si svolgerà dal 18 al 20 marzo a Belgrado e si preannuncia grande spettacolo perché non mancano certo le star in pedana, con dieci campioni uscenti che cercheranno di ripetersi e ben 12 campioni olimpici di Tokyo 2021: Ryan Crouser (getto del peso), Armand Duplantis (salto con l’asta), Jakob Ingebrigtsen (1500) Yulimar Rojas (salto triplo), Selemon Barega (3000), Marcell Jacobs (60), Shaunae Miller-Uibo (400), Katie Nageotte (salto con l’asta), Pedro Pichardo (salto triplo), Gianmarco Tamberi (salto in alto), Miltiadis Tentoglou (salto in lungo) e Damian Warner (Eptathlon).

Un’edizione di altissimo livello che presenta sfida molto interessanti. Vediamo, dunque, gara per gara quelli che potranno essere i grandi protagonisti dell’evento in programma in Serbia.

SALTO TRIPLO UOMINI. Non è gara di livello straordinario, almeno a guardare le misure stagionali. Il favorito numero uno è il cubano Lazaro Martinez, visto di recente in qualche meeting europeo. Quest’anno ha raggiunto 17.21, avvicinato soltanto dal francese Jean Marc Pontvianne (17.08). Per il resto si viaggia sotto i 17 metri: gli outsider potrebbero essere l’algerino Yasser Mohammed Triki e Donaldo Scott ma attenzione anche ai portoghesi, il campione olimpico Pedro Pichardo, che non si è fatto vedere negli ultimi mesi, e Thiago Pereira.

GETTO DEL PESO DONNE. Ancora Portogallo nel peso femminile con la lusitana Auriol Dongmo che finora è in testa alle graduatorie internazionali con 19.90. Sfida apertissima con la statunitense Maggie Ewen e l’olandese Jessica Schilder che hanno sfiorato i 20 metri in stagione. Non sono escluse, però, sorprese con atlete che hanno nelle braccia misure importanti che finora indoor non si sono ancora espresse al meglio.

SALTO IN LUNGO UOMINI. Altra gara senza un vero padrone ma con almeno cinque pretendenti alla medaglia d’oro. Il greco Miltiadis Tentoglou che in stagione ha saltato più lungo di tutti, 8.25. Molto vicino nella graduatoria stagionale lo svedese Thobias Montler ( 8.23), lo statunitense Jarrion Lawson (8.19), il peruviano Jose Mandros Martinez (8.17) e l’altro statunitense Marquis Dendy (8.14), Alle loro spalle c’è l’azzurro Filippo Randazzo che ai campionati italiani ha saltato 8 metri.

PENTATHLON. La britannica Katharina Johnson-Thompson prova a tornare grande e a riprendersi un titolo mondiale. Non ha risultati quest’anno ma è stata capace in passato di raggiungere i 5000 punti, che sbaraglierebbero il campo. Il miglior risultato stagionale, infatti, appartiene alla polacca Adrianna Sułek con 4756 punti, a seguire la britannica Holly Mills Gbr (4597), la ceca Dorota Skřivanová (4560) e la statunitense Chari Hawkins (4492). In gara anche l’azzurra Sveva Gerevini che punta a migliorarsi.

3000 METRI DONNE. Le etiopi Dawit Seyaum, Ejgayehu Taye e Lemlem Hailu hanno tutto per piazzare la tripletta. Dawit Seyaum è meglio conosciuta come specialista dei 1500 metri, ha vinto l’argento mondiale indoor da adolescente nel 2016, ma dopo aver saltato la stagione su pista dell’anno scorso ha affinato una solida base di resistenza e in stagione nei 1500 ha fatto segnare 4’04”35, mentre nei 3000 8’23”24, miglior tempo mondiale finora. Taye è stata quinta nella finale olimpica dei 5000 a Tokyo e ha fatto registrare poco dopo il record etiope sui 3000 con 8’19”52, una prestazione che la rende una forte contendente per la medaglia d’oro. Hailu ha corso solo una volta quest’anno, chiudendo al secondo posto dietro a Gudaf Tsegay sui 1500 a Torun in 4’02”25. Non mancano le outsider che potrebbero approfittare dell’eventuale crisi di una del trio delle meraviglie dell’Etiopia. La canadese Gabriela DeBues-Stafford, che ha fatto segnare in stagione il record nazionale con 8’33”92, la statunitense Elinor Purrier St Pierre, che il mese scorso ha sconfitto Alicia Monson conquistando il titolo indoor degli Stati Uniti in 8’41”53. Le speranze del Kenya sono riposte su Beatrice Chebet ed Edinah Jebitok, mentre non si può escludere dal lotto delle l’australiana Jessica Hull.

60 METRI DONNE. C’è una grande favorita per questa gara che è la polacca Ewa Swoboda, che proprio pochi giorni fa ha ulteriormente migliorato il suo personale, nonché primato del suo Paese, portandolo a 6″99. Dietro di lei la lotta per gli altri due posti del podio appare ristretta tra le due statunitensi Marybeth Sant-Price (7”04) e Mikiah Brisco (7”07), e alla svizzera Mujinga Kambundji (7”05). La Giamaica si affida a Briana Williams (7”09) e Shericka Jackson (7”12). L’Italia punta sulla neo primatista tricolore Zaynab Dosso che arriva da una stagione di altissimo livello e può sognare la finale.

EPTATHLON. Il favorito numero uno è il campione olimpico canadese Damian Warner che ai Mondiali indoor è già stato settimo nel 2014 e argento nel 2018, stabilendo un record canadese di 6343. Ha gareggiato poco nel 2022 ma il 7”63 nei 60 ostacoli lascia ben sperare per una grande prestazione. L’altro protagonista annunciato è lo statunitense Garrett Scantling, che in stagione ha fatto segnare un punteggio di 6382, miglior risultato dell’anno. L’australiano Ashley Moloney, bronzo olimpico di Tokyo, è alò debutto in una grande competizione internazionale indoor ma ha grandi potenzialità fisiche, eppure giovanissimo perché solo 22enne. Da tenere d’occhio anche i due svizzeri Simon Ehammer e Andri Oberholzer, rispettivamente secondo e quarto in stagione, mentre quinto è l’azzurro Dario Dester che può tentare di migliorare il record tricolore.

SALTO IN ALTO DONNE. I nomi di altissimo livello non mancano e bisognerà vedere con una delle grandi favorite per l’oro, l’ucraina Yaroslava Mahuchikh ha reagito alla situazione molto complicata del suo paese di origine. Quest’anno ha superato 1.96 ma ha potenzialità molto elevate. Meglio di lei ha fatto solo l’australiana Eleanor Patterson che si è issata fino a 1.99 ma della partita sono la kazaka Nadezhda Dubovistkaya, che ha superato 1.96, la macedone Marija Vukovic (1.96), la britannica Emily Borthwick (1.95) e non è da scartare anche la bulgara Mirela Demireva (1.93).

SALTO CON L’ASTA DONNE. Le due star statunitensi Katie Nageotte, campionessa olimpica in carica e Sandi Morris, campionessa del mondo del mondo indoor in carica sono pronte a darsi battaglia su misure importanti ma attenzione alla terza incomoda, la slovena Tina Sutej che ha anche superato i 4,80 in questa stagione a Rouen e, dopo il qunto posto di Tokyo, potrebbe fare il colpaccio. Nageotte ha un record di 4,95 all’aperto e ha vinto l’oro olimpico superando i 4,90, mentre la migliore misura di Morris è 5,00 metri che ha ottenuto all’aperto nel 2016 e la sua vittoria del titolo mondiale indoor nel 2018 è arrivata grazie a un eccellente 4,95. Le possibili outsider sono la svizzera Angelica Moser, la cubana Yarisley Silva, la cinese Xu Huiqin, la francese Margot Chevrier e la neozelandese Olivia McTaggart.

800 METRI UOMINI. Gara apertissima e senza un grande favorito. Per la prima volta nessuno in stagione è sceso sotto l’1’45”, in sette però sono scesi sotto l’1’46”. Quello che finora è apparso più brillante è il britannico Elliot Giles, che ha vinto il World Athletics Indoor Tour dopo aver vinto a Madrid all’inizio di questo mese in 1’45”43. Particolarmente agguerrita la coppia spagnola: Mariano Garcia è il più veloce in stagione con l’1’45”12 fatto segnare a Staten Island, negli Stati Uniti, il mese scorso, Alvaro de Arriba, specialista delle gare indoor cercherà di completare lo Slam con il titolo mondiale indoor dopo l’oro europeo vinto nel 2019.

Il Kenya, oro e l’argento negli 800 metri maschili alle Olimpiadi di Tokyo, si presenta senza le sue star ma punta forte su Collins Kipruto e Noah Kibet. Kipruto è il più veloce kenyano di quest’anno, con 1’45”39 ma Kibet ha fatto molto bene a Lievin dimostrando di saperci fare in questa tipologia di gara.

Due contendenti al podio anche per gli Stati Uniti con Bryce Hoppel, quarto nella finale mondiale nel 2019, 1’45”30 per vincere il titolo nazionale il mese scorso e Isaiah Harris, che ha fatto segnare 1’46”30 quest’anno. Lo svedese Andreas Kramer ha disputato ottime gare questa stagione, così come il belga Eliott Crestan. Attenzione anche al marocchino Mostafa Smaili, che ha raggiunto le ultime due finali mondiali indoor e qui potrebbe puntare alla tripla, mentre il canadese Marco Arop, l’irlandese Mark English e l’olandese Tony van Diepen sono tutti outsider di lusso, così come il bosniaco Amel Tuka molto conosciuto in Italia.

GETTO DEL PESO UOMINI. E’ una delle gare dove gli azzurri possono dire la loro con Nick Ponzio e Zane Weir, da poco naturalizzati italiani, che sognano di potersi inserire nella lotta per il podio. A Leiria (Portogallo), dove domenica si gareggiava all’aperto nella Coppa Europa di lanci, uno stratosferico Zane Weir ha lanciato il peso a 21.99 metri: secondo italiano di sempre in versione outdoor (alla pari con Leonardo Fabbri, che toccò quella misura agli Assoluti del 2020), meglio di lui soltanto la leggenda Alessandro Andrei (22.91 nel 1987). Nick Ponzio, invece, ha toccato quota 21.83 metri: quarto azzurro all-time e secondo posto in terra lusitana.

Va ricordato che Nick Ponzio ha siglato il record italiano al coperto giusto due settimane fa proprio nella capitale serba (21.61), mentre Zane Weir aveva ottenuto come miglior prestazione invernale il 21.50 di Torun. Si tratta chiaramente del personale per entrambi: il 26enne di origini sudafricane ha migliorato il 21.66 dell’anno scorso, il 27enne di formazione statunitense ha limato il 21.72 del 2020 (si intende sempre all’aperto).

La sfida è lanciata ai grandi interpreti della specialità che già hanno raggiunto misure importanti in questa stagione. L’obiettivo podio mondiale è complicato ma non impossibile per gli azzurri. Lo statunitense Ryan Crouser, Campione Olimpico e del Mondo, ha già raggiunto quota 22.51, comanda le liste mondiali stagionali e appare irraggiungibile. Nel mirino degli italiani ci sono il polacco Konrad Bukowiecki (21.91), il croato Filip Mihaljevic (21.84) che sono gli uomini da battere per centrare un posto sul podio. Va precisato che i tre avversari degli azzurri si sono esibiti esclusivamente in versione indoor negli ultimi due mesi.

400 METRI DONNE. Anche qui ci troviamo di fronte ad una gara in cui fare un pronostico è molto complicato, tante sono le protagoniste di alto livello presenti. C’è la campionessa olimpica, la bahamense Shaunae Miller-Uibo che in stagione non si è misurata su questa distanza e dunque parte un po’ al buio, mentre tra coloro che hanno già fatto molto bene spiccano almeno tre nomi, l’olandese Femke Bol, che ha fatto segnare quest’anno un esplosivo 50”30 e le tre polacche, una su tutte, Justyna Święty-Ersetic (51”04), Anna Kielbasinska (51”10) e Natalia Kaczmaek (51”19) e poi ci si chiede come fa la Polonia a vincere l’argento olimpico nella 4×400. Le outsider potrebbero essere l’olandese Lieke Klaver, la giamaicana Stephenie Ann Mcpherson, la lituana Modesta Justė Morauskaitė, l’irlandese Phil Healy e la statunitense Lynna Irby.

400 METRI UOMINI. In attesa dei grandi interpreti delle gare all’aperto, si preannuncia gara apertissima, magari non su livelli stratosferici. Difficile uscire dalle prime posizioni delle graduatorie mondiali stagionali per scovare i pretendenti al podio. In testa alla classifica dell’anno anche qui un olandese, Liemarvin Bonevacia con 45”48, poi alle sue spalle lo statunitense Trevor Bassitt (45”75) e il rappresentante di Trinidad e Tobago Jereem Richards (45”83). Gli outsider potrebbero essere lo svedese Carl Bengtström, il danese Benjamin Lobo Vedel, gli spagnoli Manuel Guijarro e Bruno Hortelano-Roig e lo statunitense Marqueze Washington.

1500 METRI DONNE. Una sola grande favorita per l’oro, l’etiope Gudaf Tsegay che lo scorso anno ha tolto alla connazionale Dibaba il record mondiale indoor con uno stratosferico 3’53”09 a Lievin e che quest’anno, per ribadire la sua superiorità, ha fatto segnare il secondo tempo all time a con 3’54”77 a Torun, Nessun altra atleta è riuscita a infrangere la barriera dei 4’ al chiuso. Tsegay ha vinto tutte e nove le gare che ha disputato in tutte le distanze nelle ultime tre stagioni indoor. La sua ultima sconfitta risale all’8 febbraio 2019, quando è arrivata quarta sui 3000 a Madrid. Non perde una gara di 1500 metri indoor o outdoor dalla finale dei Campionati Mondiali del 2019 a Doha, quando è arrivata terza dietro ad Hassan e a Faith Kipyegon del Kenya. La sua ultima sconfitta indoor a distanza è stata il 10 febbraio 2018, quando si è classificata terza all’evento World Indoor Tour a Boston. La seconda forza in campo è Axumawit Embaye, che ha vinto a Karlsruhe in 4’02”12, è arrivata seconda a Sopot nel 2014 e quarta a Portland nel 2016, dietro ad Hassan e alle compagne di squadra etiopi Dawit Seyaum e Tsegay.

Le outsider potrebbero essere le statunitensi Heather Maclean e Josette Norris, la terza etiope Hirut Meshesha e l’uganese Winnie Nanyondo, che ha migliorato il record nazionale a Torun con 4’03”54.

60 METRI OSTACOLI DONNE. La favorita numero uno viene dalla Giamaica e si chiama Danielle Williams, già campionessa del mondo nei 100 ostacoli nel 2015 e bronzo a Doha nel 2019. Un mese fa ha registrato un record personale indoor di 7”75, miglior prestazione mondiale stagionale. La rivale più accreditata Williams la troverà in casa perché l’altra giamaicana, Britany Anderson, ottava nella finale dei 100 a Tokyo 2021, è la seconda più veloce quest’anno. Agguerrito anche il contingente statunitense che sarà guidato da Gabriele Cunningham, settima a Tokyo e composto da Alaysha Johnson, 7”90 quest’anno. La Francia punterà sulla 21enne Cyrena Samba-Mayela, record personale nel 2022 con 7”84. Attenzione anche a Devynne Charlton delle Bahamas, che ha concluso al sesto posto la finale olimpica, ha vinto il World Indoor Tour Gold del mese scorso a Torun con 7”90 e ha un best stagionale di 7”89, alla svizzera Ditaji Kambundji (7”94 quest’anno), sorella d’arte, e l’olandese Zoe Sedney (7”95 in stagione).

60 METRI UOMINI. E’ la gara su cui punta l’Italia per tornare sul gradino più alto del podio. Il campione europeo indoor e olimpico Marcell Jacobs è uno dei due grandi favoriti, anche se quest’anno non è riuscito a migliorare il suo record italiano. Jacobs ha dato comunque l’impressione di essere in grande condizione e di non aver ancora trovato la gara perfetta. L’azzurro troverà sulla sua strada il campione del mondo dei 100 metri, ma anche dei 60 indoor, di cui è anche primatista del mondo con 6″34, Christian Coleman, rientrato all’inizio dell’anno dopo una squalifica di due anni, poi ridotta a 18 mesi, per aver saltato tre controlli antidoping.

Lo statunitense quest’anno ha già corso in 6″45 anche se non ha gareggiato tantissimo ed è il favorito numero uno. Attenzione per il podio anche all’altro statunitense Marvin Bracy, autore quest’anno di un 6″48, che vanta già un bronzo ai mondiali di Sopot nel 2014. Le altre minacce per Jacobs arrivano soprattutto dall’Africa con il liberiano Emmanuel Matadi che ha corso in 6″52 e l’ivoriano Arthur Cissé (6”54 in stagione).

SALTO IN ALTO UOMINI. Stavolta Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi non gareggeranno lo stesso giorno. Il saltatore azzurro ha staccato la spina dopo l’oro olimpico e non ha praticamente gareggiato dall’inizio dell’anno, pur intensificando gli allenamenti nell’ultimo periodo. Ovviamente non potrà essere al meglio ma, dando un’occhiata ai risultati ottenuti quest’anno dai suoi rivali, non dovessero esserci grandi miglioramenti, potrebbe inserirsi nella lotta per il podio. Il primatista stagionale arriva dalla Corea del Sud e si chiama Sanghyeok Woo che ha superato 2.36. La seconda misura stagionale appartiene al neozelandese Hamish Kerr (2.30), poi tutti sotto alla fatidica soglia dei 2.30 quest’anno. Il belga Thomas Carmoy e il polacco Norbert Kobielski gli uomini più “pericolosi” per le ambizioni di podio di Tamberi in una gara oggettivamente di livello non eccelso.

Ci sono anche molti altri atleti che in carriera hanno superato i 2,30, non certo tagliati fuori a priori dalla lotta per il podio: il campione del mondo all’aperto 2007 Donald Thomas delle Bahamas, ora 37enne, il campione sudamericano 2021, il brasiliano Fernando Ferreira, il messicano Edgar Rivera, quarto classificato al mondiale all’aperto nel 2017, il giapponese Naoto Tobe, lo statunitense Darryl Sullivan Jr e il campione svizzero Loic Gasch.

SALTO TRIPLO DONNE. E’ la gara con il pronostico più scritto di tutte a Belgrado con super favorita la venezuelana Yulimar Royas. Da quando ha vinto il suo primo titolo mondiale indoor a Portland nel 2016, Rojas ha vinto due campionati del mondo all’aperto, è diventata la campionessa olimpica e ha collezionato  record mondiali sia indoor che outdoor. Solo la colombiana Caterine Ibarguen è riuscita a batterla in una grande manifestazione internazionale ai Giochi Olimpici di Rio. Rjas detiene il record mondiale indoor, con  15,43 raggiunto a Madrid nel febbraio 2020, mentre il suo record assoluto è di 15,67 che le ha permesso di vincere il titolo olimpico a Tokyo. Quest’anno Rojas è andata vicinissima a migliorare il record mondiale indoor, sempre a Madrid, saltando 15,41 al rientro alle gare da settembre. È andata oltre i 15 metri in tutte e otto le sue competizioni la scorsa estate è l’atleta che è riuscita a restarle più vicina quest’anno, è a 79 cm di distanza, giusto per ribadire il suo dominio.

Thea LaFond è un’altra atleta che ha scritto una pagina importante di storia lo scorso anno. A Tokyo la 27enne è diventata la prima atleta dell’isola caraibica di Dominica a competere in una finale olimpica e il suo 17° posto a Birmingham nel 2018 è stato il miglior piazzamento della sua nazione finora in un evento femminile ai Campionati mondiali indoor. Quest’anno con 14.62 ha la seconda misura. Per il podio ci sono anche la 20enne cubana Leyanis Perez Hernandez, ha migliorato il suo record indoor a 14.47 a febbraio, la giamaicana Kimberly Williams e la spagnola Ana Peleteiro hanno vinto l’argento e il bronzo a Birmingham quattro anni e la portoghese Patricia Mamona, che quest’anno ha un record di 14,17. La medaglia d’argento mondiale di salto in lungo Maryna Bekh-Romanchuk è tra i sei membri della squadra ucraina di Belgrado e oltre alla sua disciplina preferita, il lungo, è iscritta anche al salto triplo, evento in cui si trova quinta nella top list di questa stagione con 14.34. La detentrice del record statunitense Keturah Orji si è avvicinata ai 15 metri all’aperto l’anno scorso e ha saltato 14.28 finora in questa stagione, mentre altri contendenti includono la sua connazionale Tori Franklin e la cubana Liadagmis Povea. Per l’Italia c’è Dariya Derkach che si è spinta fino a 14.26 in stagione.

3000 METRI UOMINI. Anche qui si preannuncia una battaglia tra etiopi per l’oro anche se qualche outsider da medaglia può anche uscire qualora la gara non fosse impostata su ritmi vertiginosi. La stagione è iniziata con il botto al meeting del World Indoor Tour a Karlsruhe il 28 gennaio, quando l’etiope Berihu Aregawi ha corso in solitaria 7’26”20 per il quinto 3000 indoor più veloce della storia. Aregawi ha anche grande voglia di riscatto dopo aver perso il podio del 10000 ai Giochi di Tokyo. Non da meno sono gli altri due etiopi in gara, Selemon Barega e Lamecha Girma che in stagione hanno dato vita a sfide tiratissime. Girma, medaglia d’argento mondiale e olimpica nei 3000 siepi ha vinto a Lievin e Torun battendo Barega in entrambe le occasioni, ma il campione olimpico dei 10.000 metri ha ribaltato la situazione a Madrid, battendo sul traguardo il suo rivale. Si preannuncia grande battaglia ma gli altri non sono tagliati fuori.

Qualora uscisse una gara tattica come altamente probabile, la rosa dei favoriti si allargherebbe perché dei 35 atleti iscritti, 11 di loro sono andati sotto 7”40 quest’anno. A guidare gli sfidanti per un posto sul podio è lo spagnolo Adel Mechaal, reduce dal quinto posto olimpico dei 1500 e che vanta il record europeo dei 3000 indoor di 7’30”82 ottenuto a Staten Island il 6 febbraio. Un altro che cercherà di rovinare la festa dell’Etiopia sarà il keniota Jacob Krop, il finalista mondiale dei 5000 m 2019 che è stato terzo sia a Karlsruhe che a Torun, con 7’31”90, affiancato dal suo connazionale Daniel Simiu, che ha migliorato in stagione il personale con 7’37”86 a Metz. Attenzione anche a Geordie Beamish, che ha migliorato in stagione il record della Nuova Zelanda con 7’39”50.

SALTO CON L’ASTA UOMINI. Se tra le donne il pronostico più semplice da fare è quello del salto triplo, in campo maschile ci si può lanciare senza pericolo di errore nel pronostico del salto con l’asta. Armand “Mondo” Duplantis non ha rivali e lo ha confermato andandosi a prendere pochi giorni fa proprio sulla pedana di Belgrado il record del mondo con uno stratosferico 6.19. Continuità e solidità per il campione svedese che è una delle star assolute del Mondiale di Belgrado ma anche dell’atletica in generale, uno di quei predestinati in grado di riscrivere la storia di una specialità.

Duplantis è senza dubbio il più forte ma il livello di questa gara è comunque altissimo perché non mancano atleti in grado di attaccare grandi misure, tre dei quali hanno già superato i 6 metri in carriera. Lo statunitense Chris Nilsen, argento a Tokyo, che in stagione ha stabilito un record indoor nordamericano di 6,05 a Rouen e in passato lo ha pure battuto Duplantis, in una competizione NCAA. Duplantis non è l’unico campione olimpico in campo. In gara c’è anche il brasiliano Thiago Braz che, con 6.03, vinse il titolo a Cinque Cerchi in casa a Rio e da allora, però, non è più riuscito a ripetersi ad altissimi livelli, se non a Tokyo quando è riuscito ancora a salire sul terzo gradino del podio. Quest’anno ha superato 5,91.

In carriera ha superato i 6 metri anche lo statunitense KC Lightfoot: accadde un anno fa e in stagione ha superato 5.95 a Dortmund: per il podio c’è anche lui. Da tenere d’occhio anche il francese Valentin Lavillenie, argento europeo indoor un anno fa a Torino con 5.80, il belga Ben Broeders, l’olandese Menno Vloon che ha superato 5,91 m quest’anno e il campione australiano del Commonwealth 2018 Kurtis Marschall.

SALTO IN LUNGO DONNE. E’ la gara più attesa dal pubblico di casa perché la favorita numero e prima inj classifica nelle liste stagionali è la padrona di casa Ivana Vuleta, alias Spanovic, 31 anni e 6.88 raggiunti proprio a Belgrado due settimane fa nell’ultimo warm up prima del Mondiale. Vuleta detiene il record serbo con 7.25, misura con cui vinse il secondo dei tre titoli indoor conquistati in carriera. La principale rivale della serba è Lorraine Ugen, che ha sigillato la vittoria nel World Athletics Indoor Tour con un salto di 6,67 a Madrid all’inizio di questo mese e ha saltato 6,75  per vincere il titolo indoor britannico a Birmingham il mese scorso. La nigeriana Ese Brume è arrivata a 7,17  l’anno scorso e punta al podio come l’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk che ha raggiunto 6,92 per vincere il titolo europeo indoor a Torun l’anno scorso. La svedese Khaddi Sagnia è in grande condizione in questa stagione, dove ha un personale di 6,70, mentre la campionessa statunitense indoor Quanesha Burks, quarta a Birmingham, ha raggiunto quest’anno 6.65. Tiffany Flynn si è classificata seconda agli US Championships con 6,49 ma in stagione hè atterrata a 6.66, Akela Jones delle Barbados ha migliorato il record nazionale con 6,80 negli Stati Uniti il mese scorso. Anche la spagnola Fatima Diame può essere della partita dopo il 6,64 di Lievin il mese scorso, mentre la stella nascente italiana Larissa Iapichino un anno fa migliorava il record mondiale indoor Under 20 di 6,91 e quest’anno ha saltato 6,59.

800 METRI DONNE. In assenza di Athing Mu, la compagna adolescente che l’ha battuta nella sfida olimpica  a Tokyo sette mesi fa, Keely Hodgkinson è sicuramente la donna da battere a soli 20 anni. Hodgkinson arriva a Belgrado non solo con il miglior tempo del mondo nel 2022, ottenuto al Muller Indoor Grand Prix World Athletics Indoor Tour Gold a Birmingham il 19 febbraio, dove ha chiuso con un grande 1’57”20, battendo il record indoor di Jemma Reekie e salendo al sesto posto nella classifica mondiale indoor all time.

Nulla però è scritto perché al via ci sono otto delle dieci donne più veloci nel 2022 e, in particolare, tutte e quattro quelle che hanno corso sotto i 4’: Hodgkinson, la giamaicana Natoya Goule, la campionessa del mondo ugandese Halimah Nakaayi e l’australiana Catriona Bisset. Goule, ottava nella finale olimpica di Tokyo, ha migliorato il record nazionale di 1’58”46 a Lievin così come l’ugandese Nakaay con 1’58”58 di Nakaayi. Bissett, a Birmingham ha stabilito il record australiano con 1’ 59”46 al suo esordio indoor.

Tra le favorite anche Ajee Wilson, statunitense, argento a Portland nel 2016 e di nuovo a Birmingham nel 201, ritirata in semifinale a Tokyo. Il suo record quest’anno è 2’01”38, ma ha vinto tutte e quattro le gare sugli 800 metri a cui ha partecipato. L’Etiopia punta su Habitam Alemu quarta a Birmingham nel 2018 e sesto nella finale olimpica dello scorso anno. Non ha ancora gareggiato negli 800 metri indoor nel 2022, ma è arrivata quarta sui 1500 metri a Torun in 4’02”52.

1500 METRI UOMINI. E’ una delle sfide più attese di questo Mondiale quella dei 1500 maschili. Due vere e proprie stelle si affronteranno in una gara che promette scintille: la medaglia d’oro olimpica Jakob Ingebrigtsen della Norvegia e il campione in carica, l’etiope Samuel Tefera. La sfida del mese scorso a Lievin ha prodotto il nuovo record del mondo firmato da Ingebrigtsen con 3’30”60. La gara di Lievin è stata l’unica uscita di Ingebrigtsen della stagione indoor. Per Tefera il record stagionale è attestato sul 3’33”70 fatto segnare a Lievin. Il terzo incomodo potrebbe essere il keniano Abel Kipsang, quarto nella finale olimpica dell’anno scorso e vittorioso a Birmingham il mese scorso in 3’34”57. In corsa per il podio anche due britannici, Neil Gourley, che ha fatto segnare 3’35”32 a Boston il mese scorso e George Mills, che ha impressionato a Birmingham il mese scorso quando ha migliorato il personale con 3’36”03. Gli outsider sono l’australiano Oliver Hoare, lo spagnolo Ignacio Fontes, il tedesco Robert Farken, l’etiope Teddese Lemi, l’irlandese Andrew Coscoran e gli statunitensi Josh Thompson e Sam Prakel.

60 METRI OSTACOLI UOMINI. C’è un grande favorito per questa gara e si tratta dello statunitense Grant Holloway che vuole rifarsi anche solo parzialmente dalla sconfitta nella finale olimpica contro il giamaicano Parchment, andandosi a prendere il titolo mondiale dei 60 ostacoli indoor. Holloway in stagione ha fatto segnare 7”35 ed è nettamente in testa alle graduatorie mondiali. L’unica vera alternativa a Holloway appare il francese Pascal Martinot-Lagarde che quest’anno ha fermato il cronometro a 7”46, ad un solo centesimo dal personale e possiede i talenti per mettere in difficoltà il più titolato rivale. Il suo compagno di squadra francese Wilhem Belocian ha vinto il titolo europeo dei 60 metri a ostacoli a Torun l’anno scorso con un record personale di 7”42 ma quest’anno non è ancora riuscito ad avvicinare il suo personale. Ci proverà nell’appuntamento più importante per dare l’assalto al podio. Anche il connazionale di Holloway, Jarret Eaton, che quest’anno ha corso in 7”47, punta ad una medaglia. Gli altri pretendenti sono il polacco Damian Czykier (7”48), i britannici Andy Pozzi (modesto 7”59, per ora, in questa stagione) e Dave King (7”57).

STAFFETTA 4×400 METRI DONNE. Prima dell’anno scorso l’Olanda non aveva mai partecipato alla 4×400 femminile in nessuna competizione indoor internazionale di alto livello ma ai Campionati Europei indoor di Torun, il forte quartetto olandese non solo ha vinto l’oro, ma ha anche battuto il record del campionato con 3’27”15. Femke Bol, Lieke Klaver e Lisanne de Witte, assieme a Eveline Saalberg, rappresenteranno la squadra da battere a Belgrado. La sfida sembra con la Polonia medaglia d’argento mondiale e olimpica, oro alle ultime due edizioni degli European Indoors e argento ai World Indoors 2016 e 2018. Al via tre delle atlete che hanno portato la Polonia all’argento olimpico lo scorso anno, Justyna Swiety-Ersetic, Natalia Kaczmarek e Iga Baumgart-Witan.

La Giamaica si affida ad atlete del calibro di Stephenie Ann McPherson e Roneisha McGregor e dunque ha le carte in regola per giocarsi un posto sul podio, gli Stati Uniti hanno vinto questo titolo nelle ultime tre edizioni. Lynna Irby, che ha fatto parte della squadra vincitrice della medaglia d’oro olimpica degli Stati Uniti, e la tre volte campionessa mondiale della 4×400 Jessica Beard faranno del loro meglio per confermare gli Usa sul tetto del mondo. Anche la Gran Bretagna, vincitrice di questo titolo nel 2012, dovrebbe essere in lizza per le medaglie. La specialista degli 800 Keely Hodgkinson è la star della formazione. Canada, Belgio, Irlanda, Spagna e Slovenia possono fare il “colpaccio” ma sarebbe una grande sorpresa.

STAFFETTA 4×400 METRI UOMINI. Gli Stati Uniti hanno collezionato sei successi negli ultimi sette campionati mondiali ma non sono i campioni in carica perchè quattro anni fa furono sconfitti dalla Polonia che fece segnare il record mondiale di 3’01”77. A Belgrado gli Stati Uniti hanno il campione del mondo in carica degli 800 metri all’aperto Donavan Brazier e l’ostacolista Trevor Bassitt. Liemarvin Bonevacia dall’alto del suo 45”48, cercherà di trascinare la forte squadra olandese che punta all’oro dopo l’argento olimpico alle spalle degli Stati Uniti a Tokyo. Tre quarti della squadra d’argento in Giappone sono a Belgrado: Bonevacia, Tony van Diepen e Terrence Agard.

Attenzione anche al Belgio che schiera tutti gli atleti quarti classificati a Tokyo: i fratelli Borlee, Kevin e Dylan, Alexander Doom e Jonathan Sacoor. Anche la Spagna potrebbe dire la sua nella lotta al podio con Manuel Guijarro, Bruno Hortelano-Roig e Bernat Erta, tutti tra i primi 12 nella lista stagionale individuale.

Foto Colombo Fidal

Exit mobile version