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Biathlon, Coppa del Mondo Kontiolahti 2022. Quentin Fillon Maillet prova la fuga decisiva per la Sfera di cristallo

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I Giochi olimpici di Pechino 2022 sono ormai storia recente. La Coppa del Mondo di biathlon si appresta quindi ad affrontare la parte conclusiva della propria stagione. Il rush finale dell’inverno 2021-22 comincerà da Kontiolahti, che per la verità nella versione originaria del calendario avrebbe dovuto ospitare l’opening di novembre. Cionondimeno, le torbide vicende di politica sportiva di cui è stato vittima il comitato olimpico bielorusso, hanno fatto sì che già nella primavera 2021 l’Ibu aggiustasse i programmi, togliendo la prima tappa di marzo a Minsk-Raubichi per assegnarla appunto alla località della Carelia settentrionale, spostata quindi dall’inizio alla fine della stagione.

In campo maschile Quentin Fillon Maillet culla il sogno di mettere le mani sulla Sfera di cristallo. Il francese è forte di ben 135 punti di vantaggio sul connazionale Emilien Jacquelin e di 150 lunghezze sul norvegese Tarjei Bø, il cui fratello minore Johannes, vincitore delle ultime tre Coppe del Mondo, ha deciso di porre fine antacipatamente alla sua stagione, abdicando e rinunciando a provare a recuperare i 196 punti di ritardo.

Kontiolahti era originariamente uno dei tanti impianti finlandesi dove la Coppa del Mondo era solita fare tappa. Per quasi due decenni ha dovuto alternarsi a più riprese con Lahti, ma a partire dal 2007 si è guadagnata il ruolo di palcoscenico esclusivo del biathlon in Finlandia. Pur faticando nel trovare collocazione fissa nel programma del massimo circuito, questo poligono è riuscito a organizzare due edizioni dei Mondiali (1999 e 2015), oltre a un elevato numero di competizioni.

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Sino a oggi nel Kontiolahden ampumahiihtokeskus si sono disputate 37 gare maschili individuali di primo livello (5 venti km, 17 sprint, 12 inseguimenti, 3 mass start), di cui sei con valore iridato, nelle quali si sono imposti ventidue atleti differenti.
Fra di essi, il più vincente in assoluto è Johannes Bø, che proprio la scorsa stagione è diventato il primo a issarsi a quota 6 successi, staccando definitivamente Ole Einar Bjørndalen e Martin Fourcade. Il norvegese ha primeggiato tre volte nel marzo 2014, sommando poi un’affermazione ai Mondiali 2015 e due nell’anno solare 2020, seppur in inverni diversi, avendo primeggiato sia a marzo che a novembre.
Comprendendo il ventottenne scandinavo, sono sette gli atleti in attività ad aver già vinto sulle nevi della Carelia settentrionale. Erik Lesser e Jakov Fak si sono entrambi fregiati di un oro iridato nel 2015, Julian Eberhard ha raccolto un successo nel marzo 2018, mentre Sturla Holm Lægreid, Tarjei Bø e Sebastian Samuelsson si sono tutti aggiunti alla compagnia tra novembre e dicembre 2020.

Guardando invece ai podi, sono quindici i biathleti tuttora in azione ad aver già fatto il proprio ingresso nella top-three in quel di Kontiolahti. La graduatoria è dominata da Johannes, che peraltro precede proprio il fratello Tarjei.
9 (6-1-2) – BØ Johannes Thingnes [NOR]
4 (1-0-3) – BØ Tarjei [NOR]
2 (1-1-0) – SAMUELSSON Sebastian [SWE]
2 (1-0-1) – LESSER Erik [GER]
2 (0-1-1) – FILLON MAILLET Quentin [FRA]
2 (0-0-2) – JACQUELIN Emilien [FRA]
1 (1-0-0) – FAK Jakov [SLO]
1 (1-0-0) – EBERHARD Julian [AUT]
1 (1-0-0) – LÆGREID Sturla Holm [NOR]
1 (0-1-0) – LAPSHIN Timofey [RUS]
1 (0-1-0) – EDER Simon [AUT]
1 (0-1-0) – RASTORGUJEVS Andrejs [LAT]
1 (0-1-0) – CLAUDE Fabien [FRA]
1 (0-0-1) – WEGER Benjamin [SUI]
1 (0-0-1) – PONSILUOMA Martin [SWE]

Ragionando invece per nazione, si evince come a Kontiolahti la Norvegia abbia assunto nel corso degli anni il ruolo di potenza egemone. Tuttavia in tempi recenti la Francia ha rimontato prepotentemente, sino a issarsi in seconda posizione. Proprio lo scorso anno, gli scandinavi hanno però riallungato.
31 (14-6-11) – NORVEGIA
23 (6-12-5) – FRANCIA
20 (7-3-10) – GERMANIA [All-Inclusive]
11 (3-3-5) – RUSSIA
5 (2-3-0) – AUSTRIA
5 (2-1-2) – SVEZIA
4 (1-2-1) – ITALIA
4 (0-2-2) – REP.CECA
2 (1-1-0) – POLONIA
1 (1-0-0) – SLOVENIA
1 (0-1-0) – CANADA
1 (0-1-0) – LETTONIA
1 (0-1-0) – URSS
1 (0-1-0) – USA
1 (0-0-1) – SVIZZERA

Dunque per l’Italia il bilancio parla di una vittoria e quattro podi, arrivati peraltro con altrettanti atleti diversi. Il successo porta la firma di Andreas Zingerle, il quale si impose nella sprint disputata il 17 marzo 1990. Successivamente Johann Passler concluse l’individuale del 18 marzo 1993. Dopodiché Patrick Favre si mise al collo la medaglia d’argento iridata nella sprint dei Mondiali andata in scena il 12 febbraio 1999. Infine Christian De Lorenzi chiuse l’inseguimento del 14 marzo 2010.

Per quanto riguarda gli azzurri in attività, Lukas Hofer vanta cinque piazzamenti nella top-ten, con i sesti posti ottenuti nella sprint del 2014 e nell’inseguimento del 2017 come risultati migliori. Anche Dominik Windisch ha fatto una volta breccia nei primi dieci, piazzandosi nella mass start del 2018. Dal canto suo Thomas Bormolini si è inserito in zona punti in tre occasioni, raccogliendo due 26esimi posti come migliori risultati. Anche Tommaso Giacomel ha fatto capolino tra i primi quaranta, classificandosi 39° nell’inseguimento andato in scena a marzo 2020.

STAFFETTE
A Kontiolahti sono in programma anche delle staffette. Evento piuttosto inconsueto per la località finlandese. Infatti in campo maschile se ne sono sinora disputate solo 7, le cui vittorie sono ripartite come segue.

2 – GERMANIA (compreso oro iridato 2015)
2 – RUSSIA
1 – ITALIA (oro iridato 1990)
1 – BIELORUSSIA (oro iridato 1999)
1 – AUSTRIA
1 – NORVEGIA

Dunque l’Italia qui ha fatto proprio un titolo mondiale. Era il 18 marzo 1990 e in Finlandia si recuperava la staffetta che non poté essere messa in scena durante i Mondiali di Minsk causa assenza di neve. Pier Alberto Carrara, Wilfried Pallhuber, Johann Passler e Andreas Zingerle vinsero davanti a Francia e Germania Est.

Inoltre il movimento azzurro vanta anche un altro podio. Il 21 dicembre 1997 Patrick Favre, Wilfried Pallhuber, Pier Alberto Carrara e Renè Cattarinussi conclusero terzi alle spalle di Russia e Bielorussia.

Foto: La Presse

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