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Chi è Biniam Girmay, primo africano a vincere una Classica di ciclismo. Un talento in ascesa, non una sorpresa

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Biniam Girmay ha scritto una memorabile pagina della storia del ciclismo. L’eritreo ha infatti vinto la Gand-Wevelgem, una delle corse di un giorno più prestigiose del calendario internazionale. Si tratta di un sigillo epocale, perché è diventato il primo africano a conquistare una Classica. Una perentoria affermazione in un appuntamento sul pavé, giunta in maniera nitida e tecnicamente impeccabile, leggendo benissimo la giornata dal punto tecnico e poi lanciando una volata infuocata e regolando il francese Christophe Laporte e i belgi Dries van Gestel e Jasper Stuyven.

L’Africa fa il suo grande ingresso nel ciclismo che conta, ma sia chiaro: Biniam Girmay non è un carneade, ma è un talento in grandissima ascesa che in Belgio potrebbe avere iniziato una carriera di assoluto spessore. Stiamo parlando di un ragazzo ormai prossimo a compiere 22 anni (spegnerà le candeline il prossimo 2 aprile) e che è alla sua prima stagione piena nel World Tour, con la casacca della Intermarché-Wanty-Gobert.

Il nativo di Asmara aveva vinto già sei corse da professionista, ma nessuna di prima fascia: tre tappe a La Tropicale Amissa Bongo tra 2019 e 2020, una frazione al Tour du Rwanda nel 2019 (sono dunque due eventi nel suo Continente), poi lo scorso anno aveva fatto suo il Classic Grand Besançon Doubs (in Francia) e lo scorso 27 gennaio aveva festeggiato al Trofeo Alcudia (in Spagna).

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Vero che i successi non erano arrivati in grandi eventi, ma nell’ultimo mese si era sempre ben piazzato: quattro top-10 alla Parigi-Nizza, decimo alla Milano-Torino, dodicesimo alla Milano-Sanremo, quinto due giorni fa ad Herelbeke e oggi l’apoteosi. Ai Mondiali 2021 si era piazzato in seconda posizione nella gara under 23 alle spalle del nostro Filippo Baroncini e proprio in quell’occasione aveva già fatto intravedere una gamba molto promettente, con cui poter fare grandi cose nel ciclismo che conta.

Biniam Girmay è un ottimo ciclista, che può fare sognare un intero Continente. Non è soltanto uno sprinter di qualità, ma è un atleta in grado di tenere il passo su tracciati mossi e che si può perfettamente adattare alle grandi Classiche (anzi, si è già adattato da vincente…). Non lo vedremo settimana prossima al Giro delle Fiandre, perché ha detto che manca da casa da tre mesi e quindi vuole riabbracciare i suoi cari.

Qualche curiosità in più sull’uomo del momento? Ha scoperto il ciclismo grazie a suo cugino Meron Teshome ed è stato il primo ciclista nato nel nuovo Millennio a vincere una gara da professionista (la tappa de La Tropicale nel 2019). Da juniores si era tolto anche lo sfizio di battere Remco Evenepoel alla Aubel–Thimister–Stavelot.

Foto: Lapresse

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