Seguici su

Ciclismo

Ciclismo, Elia Viviani: “Al Mondiale ci penso. Ineos ha cambiato modo di correre. Non mi ritiro nel 2024”

Pubblicato

il

Elia Viviani

Portabandiera ai Giochi Olimpici di Tokyo, bronzo olimpico nell’Omnium e oro mondiale dell’Eliminazione. Il 2021 di Elia Viviani si è chiuso in crescendo e il 2022 per il veronese di Isola della Scala e classe 1989 è cominciato nel migliore dei modi. Prima la sua compagna di vita Elena (Cecchini, ndr) ha detto sì (il matrimonio si terrà a ottobre a Udine a casa della sposa) e poi la vittoria nella prima tappa del Tour de la Provence in maglia Ineos Grenadiers, squadra in cui aveva già militato dal 2015 al 2017 (quando si chiamava ancora Sky), prima della parentesi Quick-Step e Cofidis, e che lo accompagnerà fino a Parigi 2024 dove Elia ha dei grandi obiettivi e un sogno nel cassetto. “Se il 2024 sarà il mio ultimo anno? Al momento ho così tanta voglia di correre e vincere che al fine carriera non ci penso. Potrei continuare ancora qualche anno”. 

Elia, come stai?

“Sto bene grazie, sono a Montecarlo da poco rientrato dagli Emirati Arabi.”

Quali sono le sensazioni di questo inizio di stagione?

“Quest’inverno ho lavorato molto e ho cominciato questa stagione subito bene e ho quindi avuto le giuste risposte. Mi aspettavo qualcosa in più all’UAE Tour ma non posso proprio lamentarmi, le sensazioni sono buone ed in bici sto bene. Per essere inizio stagione ho già corso tanto, ma tra poco arrivano gli appuntamenti che contano.” 

Dopo la parentesi con la Quick-Step e la Cofidis sei tornato nel gruppo Sky con cui hai militato dal 2015 al 2017. Cosa significa per te essere tornato in questa squadra?

“Avevo bisogno di un posto che conoscevo già bene e quindi di sentirmi a casa. La squadra è cambiata molto, ci sono molti leader tra cui Filippo Ganna, Richard Carapaz, Ethan Hayter e Thomas Pidcock, che non c’erano negli anni in cui ho corso alla Sky. Sin dal primo giorno però mi sono sentito subito a casa anche grazie ad uno staff impeccabile che già conoscevo alla perfezione e con cui mi sono trovato sempre molto bene. Sentivo il bisogno di tornare in un ambiente in cui devo solo pensare a correre e quindi concentrarmi solo sulla parte fisica e atletica e nient’altro.”

Com’è cambiato oggi il modo di correre della squadra?

“Sotto l’aspetto tattico molto. Oggi corriamo in un modo un po’ più smart. Quando correvo in Sky c’erano leader come Wiggins e Froome e quindi correvamo sempre in testa al gruppo per cercare di difendere la classifica. Oggi invece la squadra è più competitiva su più terreni e quindi ogni volta che attacchiamo il numero sulla schiena c’è una gran voglia di vincere. C’è più dinamica nelle corse. Il Team poi è formato da veterani come Geraint Thomas e da giovani talentosi che sono da gestire e portare nelle migliori condizioni possibili. E’ il giusto mix di una squadra ben organizzata.”

Tra i nuovi compagni c’è qualcuno che ti ha colpito maggiormente?

“Tom Pidcock è fenomenale, ma non parlo solo di risultati ma come proprio come ragazzo. E’ un giovane (ha 22 anni, ndr) che sa quello che vuole e quindi molto determinato. E’ realista e non brucia le tappe. Tom è un campione, per come ragiona, per come si prepara ed allena. E’ stata una grande scoperta.”

Come proseguirà il tuo calendario per questa prima parte di stagione?

“Sarò alla Tirreno-Adriatico che sarà un avvicinamento fondamentale per le Classiche. La Milano-Torino è in forse, e poi Milano-Sanremo e Gand-Wevelgem. Al momento sono nella selezione per il Giro d’Italia che è il mio grande obiettivo per quest’anno. Vorrei tornare a disputare la Corsa Rosa da protagonista. Tornare ai livelli del 2018 con quattro tappe vinte e la maglia ciclamino non sarà semplice ma ci proverò.”

Oltre al Giro, c’è un’altra corsa che hai messo nel mirino?

“Sì. La corsa dei sogni è la Milano-Sanremo, ma voglio andarci con i piedi di piombo. Sarà fondamentale l’avvicinamento alla Classicissima.”

Il ct Bennati ha speso delle belle parole nei tuoi confronti soprattutto in vista del Mondiale in Australia…

“Il percorso del Mondiale di quest’anno è favorevole ad atleti come me e quindi velocisti con una buona resistenza. Elia nelle migliori condizioni può essere un uomo importante per l’Italia e quindi voglio cercare di essere al via del Campionato del Mondo per cercare di riportare l’iride in Italia. Con il Benna c’è un bellissimo rapporto e penso che sia un commissario tecnico che dia la giusta tranquillità ad ogni atleta per avvicinarsi alle corse nel migliore dei modi. Lo vedo determinato, probabilmente ancora di più rispetto agli ultimi anni da corridore.”

Prima della fine della tua carriera quali corse vorresti vincere?

“Milano-Sanremo, Gand-Wevelgem e il Mondiale.”

Se ti dicessi Parigi 2024?

“Un grande obiettivo. Sono curioso di vedere il percorso perché pare che non sia duro. A Tokyo ho capito quanto siano importanti per me le Olimpiadi. In quelle due settimane in Giappone ho avuto il giusto tempo per chiarirmi le idee e rimanere concentrato sull’obiettivo più alto della mia carriera.  Sicuramente anche il ruolo di portabandiera ha influito molto.” 

E la pista?

“Con la pista chiaramente continuerò, anche perché mi aiuta molto su strada. Il sogno, dopo aver visto vincere il quartetto a Tokyo, è quello di inserirmi con i ragazzi e perché no magari di vincere insieme a loro. Prima però dovrò capire se riuscirò a stare alla loro ruota. Poi c’è sempre l’Omnium.”

Al post carriera invece ci hai già pensato?

“Non ancora. Il 2024 non so ancora se sarà il mio ultimo anno. Con la Ineos ho un contratto triennale e quindi sembra un film scritto, ma dopo due anni difficili ho una gran voglia di correre e vincere. Ho ancora tanti sogni da realizzare e molto da dare a questo sport, quindi no, non ci ho ancora pensato. Sicuramente rimarrò nello sport e nel ciclismo che è da sempre il mio mondo ma non è ancora arrivato il momento di pensare ad un fine carriera.”

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità