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F1, è presto per i voli pindarici, ma ora si può affermare: la Ferrari è tornata competitiva

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E’ ancora presto per lasciarsi andare ai voli pindarici, in fondo si sono disputate appena due sessioni di prove libere di un Mondiale di F1 2022 che prevede la bellezza di ben 23 GP! Eppure una risposta inconfutabile, che peraltro si era già intuita nel corso de Test, riteniamo che oggi sia arrivata: la Ferrari è tornata competitiva ai massimi livelli.

Dove potrà arrivare la Rossa e se potrà davvero vincere il titolo è però impossibile prevederlo. Di certo parte da una base solidissima. Non è più la monoposto orrenda del 2020 e 2021, possiamo affermarlo senza dubbio alcuno. La scuderia di Maranello sembra tornata almeno sui livelli del 2019, anche se la speranza è che possa giocarsi qualcosa di importante come nel 2018. Sono serviti due lunghi anni di progettazione per partorire finalmente una Ferrari con la F maiuscola, finalmente consona alla tradizione, al blasone ed al prestigio che la contraddistingue. Con il regolamento precedente il gap tecnico nei confronti di Mercedes e Red Bull si era rivelato incolmabile, peraltro con la pesante sanzione subita per tutto il 2020 (e mai resa pubblica) a seguito di alcune irregolarità al motore emerse nel 2019. Inizialmente la rivoluzione tecnica si sarebbe dovuta attuare nel 2021, tuttavia la pandemia ha portato allo slittamento di un anno.

Quel che colpisce in primo luogo della F1-75 è la facilità nella messa a punto, peraltro già emersa nel corso dei Test di Barcellona e Sakhir: la macchina, per intenderci, non solo va forte in tutte le condizioni, ma risponde al meglio alle modifiche che vengono apportate. Inoltre la scuderia italiana ha compiuto un vero salto di qualità investendo su un simulatore avveniristico che è in funzione sin dalla seconda parte della passata stagione: finalmente i dati che emergono dal volante virtuale trovano poi conferma anche in pista, come raramente accadeva in passato.

Impressiona anche la potenza del motore progettato dal Cavallino Rampante. Il team-principal Mattia Binotto d’altronde era stato chiaro in proposito: “Abbiamo colmato il gap con la power-unit, ma forse abbiamo anche qualcosa in più…“. In effetti le prestazioni di Alfa Romeo e Haas, che utilizzano il propulsore di Maranello, lasciano davvero ben sperare in questo senso. Si tratta di un’ottima notizia, perché lo sviluppo dei motori è stato congelato nell’ottica della riduzione dei costi.

E’ chiaro che non tutto è rose e fiori. Carlos Sainz, ad esempio, per il momento non riesce a tirare fuori al 100% il potenziale della macchina, ma sappiamo come lo spagnolo abbia bisogno di più tempo (e forse anche di qualche gara) rispetto a Charles Leclerc per entrare pienamente in simbiosi con una monoposto nuova. Inoltre l’iberico ha più volte dimostrato di esaltarsi molto più sul passo rispetto al giro secco. Abbiamo poi una sensazione: se oggi la Red Bull è davanti (di un soffio) rispetto alla Ferrari, è merito più delle qualità di Max Verstappen piuttosto che per un reale vantaggio della macchina austriaca in termini di prestazioni. La Mercedes al momento fatica, ma sottovalutarla potrebbe rivelarsi un errore letale. Tante domande attendono ancora una risposta, è il bello del primo fine settimana stagionale della F1. Eppure la competitività della Ferrari è ormai una certezza. La base della macchina c’è, starà ora al team dimostrare di saper vincere la sfida decisiva dello sviluppo.

Foto: LivePhotoSport

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