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Formula 1

F1, Ferrari e Charles Leclerc perfetti a Sakhir: una vittoria all’italiana di un gruppo unito

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Una Ferrari coraggiosa. Mattia Binotto ce l’aveva presentata così la nuova F1-75. Un progetto estremo, nato dopo un lavoro duro e intenso in cui i tecnici del Cavallino Rampante avevano interpretato a proprio modo le norme, realizzando una monoposto per concetti diametralmente opposti a Mercedes e Red Bull.

La Rossa 2022 ha optato per pance lunghe e a forma di cucchiaio. La finalità è quella di avere tanta deportanza e creare un vero e proprio incavo all’interno del quale l’aria entra e viene proiettata verso l’alto in zona retrotreno. Ciò per aiutare la F1-75 sui tratti più guidati visto il target preciso: generare tanto carico al centro-vettura per poi scaricare le ali. Non è un caso che la macchina abbia un muso dalla forma un po’ curva.

Nei test pre-stagionali si erano avute delle indicazioni: quasi 4000 km coperti senza problemi tecnici significativi e la criticità del pompaggio minimizzata. Serviva però una risposta sul piano prestazionale e a Sakhir, in Bahrain, la si è avuta. La Ferrari è stata perfetta.

F1, Ferrari in Bahrain segue la filosofia del Cobra Kai: “Colpisci per primo, colpisci forte, nessuna pietà!”

Perfetta nella gestione delle gomme, imponendo un ritmo con Leclerc sia con le soft che con le medie costante e veloce. Un segnale che questa vettura, pur su un asfalto molto abrasivo, ha saputo trattare le mescole da 18 pollici ed estrarre il meglio.

Perfetta ai pit-stop e dal punto di vista strategico: soste velocissime, come ai vecchi tempi, e lettura della corsa precisa e puntuale. E poi signori, Charles Leclerc.

Grand Slam per Charles: pole-position, giro veloce e vittoria. Tanta roba il monegasco che ha saputo affrontare il durissimo confronto con Verstappen, nel momento del ritorno in pista dopo la sosta ai box. La Red Bull ha tentato la carta dell’undercut, ma Ferrari e Leclerc si sono fatti trovare pronti. Il ragazzo del Principato ha risparmiato l’ibrido sul rettilineo principale utilizzandolo per contrattaccare tra la curva 3 e 4. In più, con grande lucidità, ha anticipato il punto di frenata per far transitare davanti la Red Bull nel detection point del DRS alla staccata di curva 1, assicurandosi l’ala mobile aperta dopo la curva 3. Per questo ai tre attacchi di Max sono corrisposte tre risposte da campione di Charles che, portando alla giusta temperatura gli pneumatici, è andato via.

Perfetta per l’affidabilità. Le due Red Bull sono state costrette al ritiro e Carlos Sainz si è fatto trovare pronto per prendersi il posto d’onore di Max. Non è però fortuna, ma per dirla di Enzo Ferrari: “Frutto del lavoro dell’uomo“. La F1-75 è stata solidità e prestazionale, la RB18 rivoluzionaria no.

In un contesto nel quale Mercedes è terza forza, ma sale sul podio con Lewis Hamilton in maniera quasi insperata, si può parlare a Sakhir di successo all’italiana. Tanti infatti avevano spinto in questi mesi per l’arrivo di tecnici stranieri di grido per dare alla Ferrari la forza per imporsi. In Bahrain, il gruppo di lavoro del Bel Paese guidato da Binotto (certo anche con ingegneri di Paesi esteri) ha dimostrato che l’estrazione geografica è solo un dettaglio, quando ci sono idee, coraggio e coesione.

Siamo solo all’inizio di un lunghissimo percorso e magari già nel prossimo weekend (25-27 marzo) di Jeddah cambia tutto, ma la sensazione è che la Rossa ci sia.

Foto: LaPresse

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