Formula 1
F1, GP Bahrain 2022: la Ferrari potrebbe avere un vantaggio su Red Bull e Mercedes a Sakhir
Il conto alla rovescia sta per terminare. Il Circus della F1 a Sakhir è pronto per regalare qualcosa di speciale agli appassionati in un’annata molto speciale: nuove monoposto dal punto di vista tecnico, tante soluzioni differenti e nuove gomme da 18 pollici.
I test pre-season sono serviti a conoscere meglio la propria monoposto. Non molti sei giorni complessivi di prove, tra Spagna e Bahrain, per centrare questo obiettivo. In questo contesto gli approcci da parte delle squadre sono stati due distinti: introdurre fin da subito la nuova macchina nella propria interezza, cercando di ottimizzarla per essere pronta al primo round; apportare subito delle modifiche importanti a livello aerodinamico per cogliere di sorpresa i concorrenti e lavorare su una base già avanzata.
Due metodologie di lavoro che hanno differenziato Ferrari da una parte e Mercedes/Red Bull dall’altra. La Rossa ha voluto seguire un percorso di conoscenza e di ottimizzazione della F1-75, confortata dai dati in pista in termini di prestazione e affidabilità. La monoposto del Cavallino Rampante ha coperto nel corso dell’intera pre-stagione quasi 4000 km e non c’è stato alcuna criticità sostanziale. A questo proposito, anche il fastidioso pompaggio sembra essere stato minimizzato.
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Quindi un’importante mole di dati che dà l’idea che la Ferrari sia pronta per affrontare il primo round. Discorso diverso per Red Bull e Mercedes. La RB18, dal punto di vista prestazionale, è parsa la miglior macchina, ma l’introduzione nell’ultimo giorno di test di un pacchetto aerodinamico importante non è stato ovviamente accompagnato da un numero di giri paragonabile a quello della Rossa sotto ogni profilo. Un ragionamento che vale maggior ragione per il team di Brackley che, forse, ha peccato un po’ di superbia con la realizzazione di un update “rivoluzionario” non facile da mettere a punto.
Si può pensare, quindi, che a Maranello possano avere questo vantaggio soprattutto per la gestione della gara a Sakhir, rispetto a chi non ha messo insieme tutti i pezzi del puzzle anche per scelta.
Foto: LiveMedia/Diederik Van Der Laan/DPPI