Formula 1
F1, i responsi dei Test del Bahrain. Ferrari solida, Red Bull davanti a tutti, Mercedes ancora da scoprire
“Mai fidarsi delle apparenze” recita un famoso adagio che va abbracciato nella vita in generale per evitare sorprese sgradite. Traslandolo sulla Formula Uno, si potrebbe modificare in “Mai fidarsi di quanto emerge dai test pre-stagionali”. Anche in questo caso questo consiglio va sottoscritto in pieno ma, dopo quanto visto nei sei giorni complessivi di lavoro tra Barcellona e Sakhir, alcuni spunti interessanti si possono analizzare, per proiettarci nel migliore dei modi verso l’esordio ufficiale della stagione, che è distante appena quattro giorni, con le prime prove libere di venerdì.
Iniziamo dal principio, da dove avevamo lasciato a metà dicembre in quel di Abu Dhabi, ovvero da Max Verstappen e dalla Red Bull. Dalla RB16B alla RB18 il salto sembra non essere nemmeno avvenuto, nonostante la rivoluzione tecnica. La vettura con i due tori sulla livrea era eccellente nella scorsa stagione, e sembra nata sotto la stessa stella anche in vista del 2022. Nelle 48 ore di lavoro complessivo in pista, la monoposto di Milton Keynes è apparsa la più stabile in ogni tipo di curva, eccellente sul passo gara e nel comportamento con le gomme e pronta nuovamente a battagliare per titolo piloti e costruttori. Se il motore Honda si confermerà, e nulla sembrerebbe smentirlo, il campione del mondo in carica non potrà che scattare dalla griglia di partenza del Gran Premio del Bahrain con i galloni di “favorito numero uno”.
Alle spalle dell’olandese sgomitano, quantomeno sulla carta, Mercedes e Ferrari. E, per una volta, non sapendo con certezza in quale ordine. Per la scuderia di Maranello già questa potrebbe essere una prima vittoria (virtualissima) della nuova annata. La F1-75 ha girato in pista senza il minimo intoppo e ha macinato chilometri molto proficui. A livello di affidabilità sembra che tutto sia già stato messo in sicurezza (e non è sempre stato così per la Rossa negli ultimi anni) mentre sulle prestazioni Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno dimostrato che, quando vogliono trovare il tempo, lo realizzano (con ogni mescola) senza grossi patemi. La monoposto con il Cavallino Rampante sulla fiancata appare solida e già pronta, con buoni voti (Mattia Binotto ha dato un 8 a livello generale) in ogni aspetto. Da qui al vincere, tuttavia, ne passa…
Chi ha vinto, eccome, è stata la Mercedes negli ultimi anni. 8 titoli costruttori e 7 piloti spiegano alla perfezione come con l’avvento dell’era dell’ibrido il team di Brackley non abbia sostanzialmente fatto prigionieri. Dopo la dolorosa sconfitta di Abu Dhabi del finale dello scorso campionato, Toto Wolff ha pensato in primo luogo a ricomporre i cocci della squadra, quindi a proiettarla con sempre maggior “fame” e slancio verso il 2022. La W13 a Sakhir ha stupito tutti presentandosi senza pance e dando la sensazione che Lewis Hamilton, il “Re Nero”, sia pronto a salire sulla sua nuova vettura pronto ad andare a caccia di rivali e titolo in pieno stile cavalleresco. Le prestazioni della Freccia d’argento sono state sapientemente celate, ma la sensazione è che questa possa essere la macchina più futuribile nel corso della stagione, con una base di partenza ancora da trovare in maniera complessiva (spesso i piloti hanno fatto fatica a tenerla in strada e l’effetto ‘porpoising’ si nota ancora evidente sul dritto) ma con chance di sviluppo quasi infinite.
I test pre-stagionali hanno raccontato questo, depistaggi a parte, dato che spesso i team caricavano e scaricavano la benzina, oppure forzavano, o meno, le mappature dei motori. Ma in una griglia di partenza virtuale non si potrebbe che partire con Red Bull, Mercedes e Ferrari. Anche perchè la sensazione è che le vetture alle loro spalle non siano state in grado di azzeccare il progetto “perfetto”. Ci si aspettava tanto dalla McLaren, per esempio, ma la MCL36 ha messo in mostra scricchiolii tecnici (impianto frenante da rivedere) e prestazioni non trascendentali.
La Alpine di Fernando Alonso, a sua volta, non ha certo brillato tra affidabilità assente e tempi interlocutori. Dopo un avvio di 2021 disastroso, invece, ha fatto vedere qualcosa di interessante la Aston Martin, con una macchina che si è scoperta prestazionale, per un discorso simile alla Alpha Tauri. Nelle retrovie trovavamo Alfa Romeo, Williams e Haas e, liberi di essere smentiti, le ritroveremo anche quest’anno, con tre monoposto ben lontane dal poter essere raccontate come competitive o già definite. Non sono definite loro, come le previsioni di questa nuova stagione che sta per incominciare. Tutto sarà rimesso in palio in pista, per 23 appuntamenti tutti da vivere, con la sensazione che stia per prendere il via una annata elettrizzante e spettacolare. E di questo, statene certi, ve ne potete fidare…
Foto: LPS Antonin Vincent