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Formula 1
F1, il GP di Arabia Saudita si corre. Domenicali: “È sicuro”. Accordo dei team principal
Il venerdì del Gran Premio dell’Arabia Saudita, secondo appuntamento del Mondiale di Formula Uno 2022, purtroppo non ha fatto parlare di sé solamente a livello di pista. Per una volta dobbiamo mettere tra parentesi i migliori tempi di Charles Leclerc tra FP1 e FP2 e l’ottima simulazione di passo gara delle Red Bull, e concentrarci su quanto accaduto fuori dal tracciato cittadino di Jeddah.
A 22 chilometri dalla pista che si affaccia sulle sponde del Mar Rosso, infatti, è avvenuto qualcosa che nessuno avrebbe mai pensato di poter legare alla massima categoria del motorsport. Durante la FP1 un attacco terroristico-missilistico ha colpito un impianto petrolifero della Aramco (main sponsor del GP dell’Arabia Saudita) e, ovviamente, nel paddock la tensione è salita alle stelle, come è normale che fosse.
Prima e dopo la FP2 si sono tenuti incontri capeggiati dal CEO della F1, Stefano Domenicali, con presenti tutti i piloti ed i responsabili dei team. Nel secondo caso è stato presente anche il presidente della FIA, Ben Sulayem, per ragguagliare il Circus sulla delicata situazione. Al termine del meeting si sono sciolti i residui dubbi, come conferma proprio il numero uno della Formula Uno. “Abbiamo ricevuto garanzie assolute che per il Paese la sicurezza sia al primo posto e verrà garantita – assicura – I funzionari locali sono qui con le loro famiglie e ci sono tutti i sistemi per proteggere questa zone. Ci sentiamo sicuri e ci fidiamo delle autorità locali. Andremo avanti con l’evento come da programma”.
Gli ha fatto eco anche il presidente della FIA, Ben Sulayem: “Abbiamo avuto riunioni con il capo della sicurezza, con i team principal ed i piloti. Stanno prendendo di mira le infrastrutture e non i piloti. Abbiamo avuto le garanzie che questo è un posto sicuro e lo resterà. Noi continueremo a correre”.
Passando ai team principal, Toto Wolff in rappresentanza della Mercedes è netto: “Credo che siamo al sicuro e protetti. Abbiamo parlato col ministro dello sport ed ho preso la decisione sia per me che per la mia famiglia presente in circuito. Dobbiamo correre ed è importante dimostrare di non avere paura. Questo è probabilmente il posto più sicuro in Arabia Saudita al momento”.
Anche Christian Horner, numero uno di Red Bull, conferma la decisione: “Penso che lo sport debba mostrare unità. Qualsiasi atto di terrorismo deve essere condannato e lo sport non dovrebbe essere messo in una situazione del genere. Non è accettabile. Stefano ed il presidente se ne stanno occupando ad abbiamo avuto tutte le garanzie da parte degli organizzatori. Correremo”.
Foto: LPS Xavi Bonilla