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F1, Red Bull e l’affidabilità: RB18 molto performante, ma la consistenza è da verificare a Jeddah

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La potenza è nulla senza controllo. Prendendo spunto dallo slogan di un celebre spot che ha a che fare con il costruttore di gomme in F1, parliamo di come e quanto in quest’annata e nelle successive il fattore affidabilità avrà un suo peso.

Con il congelamento delle power uniti fino al 2025, le varie scuderie dovranno sviluppare un motore che possa essere prestazionale e consistente. A ogni pilota è consentito, nell’arco dell’intero Mondiale, l’utilizzo di 3 turbocompressori, 3 MGU-H, 3 MGU-K, 2 batterie, 2 elementi di elettronica di controllo e 8 sistemi di scarico. Sforare rispetto a questi numeri significa ricevere 10 posizioni di penalità in griglia di partenza.

In questo contesto la Red Bull dovrà fare attenzione. La scuderia di Milton Keynes sembra avere, dal punto di vista squisitamente aerodinamico, la miglior macchina in questo inizio di campionato 2022. Tuttavia il doppio ko in Bahrain ha alimentato non pochi dubbi.

F1, interventi al motore di Sergio Perez a Jeddah: problemi di affidabilità per Red Bull

Le analisi sulle RB18 di Max Verstappen e di Sergio Perez hanno evidenziato una depressione nell’impianto di alimentazione, ovvero era presente un vuoto nel sistema di aspirazione che ha determinato il doppio ritiro, come spiegato su Motorsport.com.

Ecco che le prestazioni della monoposto creata dalla mente geniale di Adrian Newey potrebbe risentirne, se si considera che sulla monoposto di Perez sono stati sostituiti turbo e MGU-H per quanto concerne la power unit. In una F1 da Budget Cap queste non sono buone notizie. Vedremo se ci saranno delle conseguenze in futuro.

Foto: LiveMedia/Joao Filipe/DPPI

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