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Master 1000 Indian Wells, Andrey Rublev: “Lo sport dovrebbe rimanere al di fuori della politica”

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Una giornata non proprio da ricordare per Andrey Rublev. Il tennista russo è uscito sconfitto nella semifinale di Indian Wells contro il padrone di casa Taylor Fritz, perdendo così l’opportunità di disputare per la terza volta in carriera l’ultimo atto di un Masters1000 dopo i ko dello scorso anno a Montecarlo con Stefanos Tsitsipas ed a Cincinnati con Alexander Zverev.

Nella conferenza stampa post match, oltre a discutere della sfida da lui persa, non si poteva non toccare il tema della guerra in Ucraina. Il numero 7 al mondo ha voluto rispondere alle parole del Ministro dello Sport del Regno Unito Nigel Huddleston, che negherebbe la partecipazione dei giocatori russi a tutti i tornei dello Slam a meno di una dichiarazione di lontananza dalle idee di Vladimir Putin.

Rublev tiene a sottolineare un particolare importante: “Il tennis dovrebbe star fuori dalla politica. Non vediamo per molto tempo la nostra famiglia, molti atleti cambiano casa per le condizioni di questo sport. Alla fine siamo lontani per mesi e mesi dal nostro Paese. Tutti dicono che sport e politica non dovrebbero toccarsi, ma mi sembra che non stia succedendo. Spero che lo sport sia la dimostrazione che si può andare avanti senza l’intrusione della politica, che possiamo essere un buon esempio per fare un passo in avanti“.

Indian Wells 2022: Taylor Fritz si prende la prima finale in un Masters 1000, sconfitto in due set Andrey Rublev

Il tennista russo torna sul messaggio scritto sulla telecamera a guerra appena scoppiata, quando a Dubai scrisse ‘No war please’: “Nei primi giorni ricevevo molti brutti messaggi. Non l’ho scritto in relazione a quello che ricevevo, ma perché era la sensazione che provavo al momento. Alla fine penso di essere solo uno dei primi sportivi al mondo ad aver mandato apertamente questo messaggio. Poi dopo tutti mi mandavano messaggi positivi, ma non l’ho fatto per ricevere complimenti“.

Foto: LaPresse

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