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MotoGP, Aprilia al bivio nel Mondiale 2022: con Maverick Vinales l’obiettivo è svoltare

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Il 2022 rappresenta a tutti gli effetti un anno cruciale sia per l’Aprilia che per Maverick Viñales. La Casa di Noale è reduce da un 2021 in cui ha indiscutibilmente imboccato la giusta direzione, poiché la RS-GP è cresciuta di rendimento al punto da consentire ad Aleix Espargarò di salire sul podio a Silverstone. Al contrario, il pilota iberico viene da una stagione oltremodo sofferta, caratterizzata dalla burrascosa rottura anticipata del contratto che lo legava a Yamaha, oltre a essere appesantita dalla tragica scomparsa del cugino Dean Berta, deceduto a soli 15 anni a causa di un incidente in Supersport.

Le strade di Aprilia e Viñales si sono incrociate quasi per caso. Il team non pensava di poter beneficiare di top rider prima del 2023, ma la rottura tra Maverick e la Casa di Iwata ha fatto nascere un’occasione inaspettata per il marchio italiano, ben contento di accogliere lo spagnolo, che altrimenti sarebbe rimasto a piedi nella corrente stagione. Non si tratta di un matrimonio d’interesse, ma sicuramente di opportunità. Ora, però, è giunto il momento di concretizzare.

Alla luce dei risultati nei test prestagionali, Aprilia sembra aver effettuato ulteriori passi avanti. Dopotutto è stato l’unico marchio a godere della concessione di sviluppare liberamente la propria moto. La RS-GP appare dunque progredita ulteriormente, tanto che l’obiettivo per il 2022 è quello di conquistare la fatidica prima vittoria della storia. La Casa di Noale ha raccolto successi a piene mani nelle categorie inferiori, senza però mai riuscire a imporsi nella classe regina. La tradizione dei podi raccolti da Doriano Romboni, Tetsuya Harada e Jeremy McWilliams tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del XXI secolo è stata rinverdita l’estate scorsa da Aleix Espargarò. Ora, però, si vuole effettuare l’ultimo step verso il gradino più alto.

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Aprilia non è certo in MotoGP per fare da comparsa e, al tempo stesso, Viñales ha bisogno di riscattarsi. Non si conquistano 9 vittorie e 13 pole position per pura fortuna, così come non si chiudono per caso quattro Mondiali di fila tra la terza e la quarta posizione della classifica generale. Il manico non è in discussione, ma il limite di Maverick è sempre stato il suo carattere spigoloso, una ruvidità che si trascina dai tempi della Moto3. Chissà che cominciare il 2022 senza l’ambizione di vincere il titolo, perennemente presente invece in Yamaha, non possa sgravare la sua mente da un fardello difficile da gestire, consentendogli di correre più libero e sereno.

Il mix rappresenta la più classica trama di un film a sfondo sportivo. Un pilota di talento, ma incompreso e incompiuto, vede deragliare il proprio rapporto con un top team. Scaricato da chi si appresta a vincere il Mondiale in favore di un altro “cavallo”, il suddetto pilota di talento, ormai emarginato, trova “rifugio” in un team ambizioso, che nonostante tanta buona volontà non è ancora riuscito a mettere sotto contratto l’uomo giusto per affermarsi. Se questa storia fosse una pellicola, sapremmo già come andrebbe a finire. Avremmo il riscatto umano e professionale di Viñales, che coinciderebbe con un’Aprilia finalmente vincente. Ci sarà questo lieto fine anche nel mondo reale?

Foto: MotoGPpress.com

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