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Pagelle Strade Bianche 2022: Pogacar si conferma fenomeno assoluto, Valverde commovente

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In archivio la sedicesima edizione della Strade Bianche, corsa che anno dopo anno si conferma una delle più intense e spettacolari dell’intero panorama delle due ruote. Tadej Pogacar ha centrato un successo pazzesco, con un assolo di 50 km cha l’ha portato ad alzare le braccia sul traguardo, nella meravigliosa cornice di Piazza del Campo a Siena.

PAGELLE STRADE BIANCHE 2022

Tadej Pogacar, voto 10: cosa si può dire di un corridore che a soli 23 anni ha aggiunto una corsa come la Strade Bianche ad un palmares che annovera già due Tour de France, una Liegi-Bastogne-Liegi e un Lombardia? Un fenomeno, un alieno, le definizioni si sprecano. Si rialza dopo una caduta, attacca a 50 km dalla fine, sul durissimo tratto di sterrato di Monte Sante Marie lasciando tutti sul posto e arriva da solo a Piazza del Campo. Vince in salita, vince a cronometro, oggi ha vinto anche sullo sterrato, non sembrano esistere limiti per lo sloveno. A questo voto manca la lode solo perchè oggi mancavano nomi importanti come Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel e Tom Pidcock e per la sfortuna che ha colpito Julian Alaphilippe, ma questo non toglie nulla all’epica impresa che è riuscito a compiere.

Strade Bianche 2022, Tadej Pogacar: “Ci ho provato da lontano e nessuno mi ha seguito. Sono felicissimo”

Alejandro Valverde, voto 9: a proposito di fenomeni, siamo di fronte ad un 41enne che, nonostante sia all’ultima stagione in carriera, continua ad avere la forza per battere corridori nel fiore degli anni. Oggi Pogacar era inarrivabile, ma il suo secondo posto vale tanto, tantissimo. Bisogna godersi le sue ultime uscite, mancherà tantissimo in gruppo una leggenda come lo spagnolo.

Kasper Asgreen, voto 8: un terzo posto prezioso per il danese che inizia la corsa al servizio del capitano Alaphilippe, contribuisce a riportarlo davanti, ma non appena il francese è costretto a gettare la spugna, si lancia all’inseguimento di Pogacar. Non riesce mai a scendere sotto i 50″ di distacco dallo sloveno e viene poi inevitabilmente battuto da Valverde sullo strappo finale, ma la sua prova è straordinaria.

Julian Alaphilippe, voto 6: enorme sfortuna per lui, costretto a recuperare un gap di oltre 2 minuti, dopo essere stato travolto nella maxicaduta che ha coinvolto anche Pogacar e gran parte del gruppo. Ci prova con tutte le sue forze, si spende nell’inseguimento, ma è costretto a mollare. Alla fine arriva con un distacco di oltre 8′, chissà se sarebbe stato in grado di seguire lo sloveno.

Attila Valter, voto 7: il giovane ungherese, silenziosamente, sta continuando la sua crescita e il quarto posto di oggi ne è segno evidente. Sembra staccarsi nei punti nevralgici della corsa, solo per recuperare e regolare un gruppo di grande qualità sull’arrivo. Arriverà anche il suo momento prima o poi.

Tim Wellens, voto 6,5: ormai lo conosciamo, il belga è uno dei corridori più generosi dell’intero gruppo. Non lascia mai nulla di intentato, ci prova ovunque sia possibile, è uno dei primi a tentare l’offensiva e poi uno dei primi a lanciarsi dietro a Pogacar. Come spesso gli accade, questo atteggiamento gli costa tanto nelle fasi importanti. L’ottava piazza rimane un buon piazzamento.

Simone Petilli, voto 7: il migliore degli azzurri forse è proprio il nome che non ti aspetti. Il 28enne della Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux non è un corridore appariscente, né uno abituato a lottare per vittorie e piazzamenti importanti, ma oggi trova una straordinaria top10, mettendosi alle spalle atleti come Sergio Higuita e Michael Valgren oltre che tutti gli altri italiani.

Richard Carapaz, voto 5: l’oro olimpico di Tokyo era considerato un possibile outsider per la corsa di oggi. Tiene a fatica sui primi tratti di sterrato, finchè non è costretto a cedere definitivamente su Colle Pinzuto. A sua discolpa va detto che ha da poco superato uno stop causato da una positività al covid, ma era lecito aspettarsi un piazzamento di maggior valore rispetto al suo 30° posto finale.

Jakob Fuglsang, voto 5: il danese, reduce da tre top10 consecutive su queste strade, è uno dei pochi big a evitare la caduta di metà corsa. Si trova davanti con buona parte della sua squadra ma le gambe non rispondono nei tratti più duri. Giunge al traguardo con 5’19” di ritardo dalla testa e sicuramente con un po’ di amaro in bocca.

Matej Mohoric, Tiesj Benoot, Michael Matthews, Michael Gogl s.v.: questi i quattro nomi più attesi alla vigilia che, a causa della già citata caduta, sono costretti a ritirarsi anzitempo. Difficile pensare che uno di loro avrebbe potuto impensierire il Pogacar di oggi, ma un buon piazzamento era alla portata di ognuno di essi.

Foto: LaPresse

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