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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico: per l’Italia è stato il Mondiale delle conferme. Ok uomini e danza, campo femminile da ripensare

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La gara delle conferme. In estrema sintesi si potrebbe commentare in questo modo quanto fatto in casa Italia ai Campionati Mondiali 2022 di pattinaggio artistico, rassegna andata in scena questa settimana alla Sud De France Arena di Montpellier. Nel ghiaccio d’oltralpe infatti gli azzurri hanno infatti rafforzato tutte le convinzioni maturate fino a questo momento, sia in senso positivo che in negativo.

Partendo dalle note liete, l’ultimo Mondiale ha sottolineato per l’ennesima volta l’estremo talento dei danzatori Charlène Guignard-Marco Fabbri, a questo giro quarti classificati con il nuovo record italiano (209.92) compiendo il sorpasso, forse definitivo, sui canadesi Piper Gilles-Paul Poirier, regolati già alle Olimpiadi e in questo contesto messi totalmente fuori gioco già dalla rhythm dance con uno scarto totale di addirittura sette lunghezze. Un’infinità in una specialità come quella della danza.

Il risultato degli allievi di Barbara Fusar Poli lascia ben sperare per la prossima stagione che, salvo sorprese, sarà caratterizzata da diversi ritiri. Certamente non vedremo Madison Hubbell-Zachary Donohue, i quali hanno già annunciato la fine del loro percorso insieme; incerto poi il futuro di Gabriella Papadakis-Guillaume Cizeron, anche se secondo molti lo stop sembra vicino malgrado l’età ancora giovane, così come quello di Victoria Sinitsina-Nikita Katsalapov, si presume al capolinea. Per questo motivo, con tutta probabilità, già a partire dal prossimo ottobre vedremo i nostri ragazzi lottare, finalmente, per ciò che davvero meritano: il podio in tutte le competizioni possibili.

Pattinaggio di figura: Guignard-Fabbri quarti ai Mondiali 2022 con il nuovo record italiano! Splendidi Papadakis-Cizeron

Grandissime conferme sono arrivate anche nell’individuale maschile, dove Daniel Grassl e Matteo Rizzo hanno centrato un risultato storico per l’Italia piazzandosi entrambi in top 10, raccogliendo rispettivamente il settimo e il decimo posto; fattore che consentirà al nostro Paese di schierare due pattinatori per l’edizione del 2023.

Con un po’ di giustificata stanchezza, Daniel e Matteo hanno dimostrato la loro competitività, mandando un segnale di avvertimento significativo per il prossimo quadriennio, dove la sfida sarà quella di prendersi la leadership in ambito continentale, tentando di giocarsela con Stati Uniti e Giappone nelle occasioni che contano. Grassl è tecnica e avanguardia, Rizzo è qualità estrema. Le loro migliori peculiarità, insieme alla potenza di Gabriele Frangipani, daranno filo da torcere a tutti nei prossimi quattro anni. Ne siamo sicuri.

Lara Naki Gutmann ha invece centrato la ventesima piazza, togliendosi la soddisfazione di qualificarsi per il programma libero, impresa non riuscita lo scorso anno. Non è stato un anno facile per Lara, già alle prese con una gara dentro-fuori a settembre in occasione della qualifica olimpica del Nebelhorn Trophy, e penalizzata tante volte nel giudizio nelle componenti del programma, la sua migliore arma, mai pagate fino in fondo. Tralasciando le gesta dell’atleta, è evidente un certo smarrimento nel versante femminile italiano; un movimento che ha necessariamente bisogno di una personalità di esperienza in grado di innalzare il livello e di dare uno scossone all’ambiente.

In tal senso è praticamente certo, manca solo l’ufficialità, l’innesto nella nostra squadra della russa Maria Talalaikina, in azzurro dalla prossima estate: una pattinatrice di alto profilo, teoricamente capace di attestarsi in scioltezza tra le prime 10 posizioni in un Campionato Europeo.

Ma attenzione: Talalaikina non potrà essere la panacea di tutti i mali: quello che si dovrà evitare sarà proprio “l’effetto Kostner”, con una sola “big” al comando (se la russa saprà imporsi, chiaramente) e dietro poco o nulla. Servirà un piano, studiato, cercato, calcolato, intelligente, per far crescere tutto il vivaio senza accontentarsi, non tanto per puntare a Milano-Cortina 2026 (vicinissima se guardata in questa ottica) ma al quadriennio ancora successivo che sfocerà con i Giochi del 2030.

Discorso speculare per la danza: nel periodo in cui Guignard-Fabbri proseguiranno con le competizioni, saranno necessari tutti gli sforzi possibili per garantire un ricambio adeguato, di qualità, che tenga in alto la tradizione di una Nazione che, da più di venti anni, sforna coppie di grande classe e prestigio. In tal senso sono già presenti un paio di team di prospetto, tralasciando ovviamente Carolina Moscheni-Francesco Fioretti (in questo Mondiali ventisettesimi), da poco insieme con tutte le piccole problematiche del caso. Giocare d’anticipo sarà fondamentale, ma anche in questo caso il 2026 sembra davvero troppo vicino.

Foto: LaPresse

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