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Cosa ha fatto Nick Kyrgios e perché è stato penalizzato contro Sinner. Fognini fu squalificato…

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Se Jannik Sinner si è confermato una volta di più campione di mentalità nel momento in cui dall’altra parte c’era un avversario non più tranquillo (per usare un eufemismo), Nick Kyrgios si è ritrovato a essere di nuovo prigioniero del suo stesso personaggio, con la furia completa che lo ha accecato nella fase centrale del match.

I fatti: sul 5-3 per Sinner nel tie-break, Kyrgios si innervosisce parecchio e subisce un penalty point per condotta antisportiva. La cosa non gli va molto a genio: oltre a essere 6-3 con tre set point per l’azzurro, questo significa proteste contro Carlos Bernardes, che comincia a essere investito dalla furia dell’australiano.

Le discussioni continuano dopo il doppio fallo che conclude, di fatto, il primo set. Le parole diventano tese, Kyrgios cerca di mettere in crisi le ragioni di Bernardes tutte le volte, ma il giudice di sedia brasiliano non cede mai. L’aussie diventa così nervoso da spaccare la racchetta sotto i suoi occhi: penalty game, autobreak senza neanche giocare per averne abusato.

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Ulteriori schermaglie, tra pubblico e Bernardes, non porteranno alla squalifica a quel punto vicinissima. Squalifica che, nel 2021, toccò a Fabio Fognini, che in quel caso passò direttamente dal warning all’essere cacciato dal campo a Barcellona con lo spagnolo Bernabe Zapata Miralles. Accadde perché espresse frasi ingiuriose contro il giudice di linea, un tipo di casistica che ha fatto vittime anche più illustri, sebbene in forma differente. Default si sono avuti anche per altre ragioni: la pallata di Novak Djokovic alla giudice di linea agli US Open 2020, il violentissimo colpo di Denis Shapovalov all’occhio del giudice di sedia in Coppa Davis (Canada-Gran Bretagna 2017), il calcione di David Nalbandian in finale al Queen’s contro un giudice di linea, che sanguinò da una gamba (squalifica automatica per l’argentino e titolo al croato Marin Cilic) sono alcuni esempi.

Anche lo stesso Kyrgios si fece estromettere a Roma, nel 2019: contro il norvegese Casper Ruud perse le staffe, cominciò a spaccare la racchetta, poi a lanciare addirittura sedie, quindi abbandonò il campo. Inevitabile il default. Qui lo ha sfiorato, ma, quasi in stile McEnroe, che aveva un sorprendente livello di attenzione per la questione sapendo benissimo dov’era il limite (per sua stessa ammissione), pur rischiando, si è tenuto entro i limiti.

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