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Rugby, Sei Nazioni 2022: Italia, un finale dal quale ripartire
Si è concluso il Guinness Sei Nazioni 2022 e l’Italia dopo troppe delusioni è riuscita a trovare la vittoria che ha interrotto la striscia di 36 ko ed è tornata al successo dal 2015. Una vittoria storica, la prima in Galles, che sicuramente è il punto da cui ripartire per il rugby azzurro, ma che non deve nascondere sotto il tappeto la polvere degli ultimi match.
Partiamo dai punti positivi di questo Sei Nazioni. Alcuni giovani, sicuramente. A partire, ovviamente, da Ange Capuozzo, che in due partite ha lasciato il segno, segnando due mete contro la Scozia e poi mostrando grande intelligenza ovale contro il Galles, con un match concluso con un’azione da cineteca che ha liberato Edoardo Padovani per la meta della vittoria. In crescendo le prestazioni di Paolo Garbisi, che dopo un paio di prestazioni sottotono all’esordio contro Scozia e Galles è cresciuto e si è confermato un 10 che dà certezze dalla piazzola e che può impostare bene l’attacco.
Con il Galles si è visto un ottimo gioco difensivo. Aggressivo, avanzante, il XV azzurro ha saputo gestire benissimo le fase senza possesso facendosi trovare sempre pronta. Due i momenti di distrazione e, non a caso, hanno coinciso con due mete subite, con quella di Josh Adams che rischiava di essere decisiva. Gioco difensivo che, però, è stato tra i limiti maggiori nelle partite precedenti, in particolare contro la Scozia, e su questo Crowley dovrà continuare a lavorare tanto, perché la partita di Cardiff non diventi un unicum da ricordare.
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Negative, poi, alcune prestazioni individuali. Tra queste, sicuramente bocciato, almeno quest’anno, Stephen Varney. Le prestazioni non convincenti di Garbisi sono coincise con la presenza del numero 9 italoinglese in campo, che ha anche almeno 2/3 mete sulla coscienza nelle prime uscite. Poco convinto, spesso balbettante palla in mano, Varney non sembra ancora pronto per il salto di qualità. Per il resto è evidente come ci siano dei limiti soprattutto in alcuni ruoli, ma con possibili giovani (come Nicotera) cui va data maggior fiducia per garantire una copertura in caso di infortuni.
Insomma, un Sei Nazioni in chiaro e scuro, dove il chiaro è quello più evidente perché arrivato all’ultimo match, mentre lo scuro diventa più lontano nel tempo e viene offuscato dalla storica vittoria di Cardiff. Quel che importa, però, ora è non ripetere il refrain del passato, quando dopo una vittoria entusiasmante (vedi Sudafrica a Firenze, ndr.) seguono una serie di risultati negativi, con la vittoria che era solo una foglia di fico a nascondere i problemi. Problemi che ancora ci sono e che vanno affrontati come se con il Galles si fosse perso.
Foto: LaPresse