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Scacchi: Sergey Karjakin squalificato 6 mesi dalla FIDE, niente Torneo dei Candidati. Storia di un mese rovente con la guerra sullo sfondo
Non si può certo dire che il mondo degli scacchi sia stato fermo a guardare, all’interno del più ampio scenario mondiale che ha tutti gli occhi puntati sulla guerra mossa dalla Russia all’Ucraina intera lo scorso 24 febbraio. Sulla scacchiera, nel giro di neanche un mese, è successo di tutto e probabilmente di tutto succederà ancora, se non altro per l’importanza che riveste l’Europa dell’Est in questo contesto.
In particolare, è arrivata oggi l’attesa sentenza del Comitato Etico della FIDE riguardo il caso di Sergej Karjakin. Russo, è nato nel 1990 a Sinferopoli, in Crimea: un dettaglio già di suo importante, sul quale torneremo. A lungo il più giovane a diventare Grande Maestro nella storia, all’età di 12 anni e 7 mesi (il record è stato battuto lo scorso luglio dall’americano Abhimanyu Mishra), nel 2016 è andato vicino a togliere a Magnus Carlsen il titolo di Campione del Mondo, battendolo nell’ottava sfida del loro match iridato. Il norvegese ha poi vinto la decima e, negli spareggi a tempo veloce, si è poi imposto sigillando il confronto con una meravigliosa combinazione di matto che è entrata nella leggenda nello stesso momento in cui è comparsa sulla scacchiera.
Nelle ore iniziali della guerra, Karjakin aveva postato su Twitter un messaggio (cancellato poche ore dopo) nel quale aveva scritto: “Tassista a Dubai: ‘Da dove vieni?’ ‘Dalla Russia’ ‘La Russia è grande! Il nostro Primo Ministro è lì ora! In pochi anni diventeremo molto amici con la Russia! Non siamo stupidi come l’Ucraina!“. Quello che lui ha chiamato uno scherzo si è trasformato in un autentico boomerang, con una pioggia di reazioni negative. Le toppe non solo non hanno chiuso il buco, ma hanno aperto un’autentica voragine: le scuse del giorno dopo non sono bastate. Rispondendo a piccate dichiarazioni di Carlsen alla tv norvegese, Karjakin ha dichiarato sardonicamente, ancora su Twitter “Quanto sono fortunato a vivere in Russia!“, generando altri fiumi di polemiche.
Scacchi: Torneo dei Candidati 2022 a Madrid tra giugno e luglio
Nei giorni successivi, in estrema sintesi, dopo aver posto domande al famoso portale Chess24 (che aveva spiegato un suo post precedente in cui definiva l’Ucraina uno Stato fascista) ancora tramite il social dell’uccellino, ha proceduto a bloccarne l’account, mentre dal suo impazzavano foto di appartenenti al battaglione estremista Azov con riquadro di Hitler e continui riferimenti al parallelo Ucraina-nazismo come a unificare le due cose. Con il tempo ha preso sempre più a comunicare tramite Telegram e a fare da megafono per le informazioni come vengono interpretate dalla parte russa. Che è la sua nazionalità dal 2009, quando un decreto presidenziale di Dmitry Medvedev (che era allora al posto di comando, con Putin primo ministro: anni dal 2008 al 2012) gli conferì tale cittadinanza. Prima di allora era cittadino ucraino. Già sostenitore dell’annessione della Crimea effettuata dalla Russia nel 2014, e non riconosciuta a livello internazionale, ha ricevuto nel 2017 la nomina a membro della Camera Civica di Russia.
Le conseguenze dei commenti di Karjakin non si sono fatte attendere: il Grand Chess Tour, circuito di importanti tornei a differenti cadenze tra cui la fortissima Sinquefield Cup, lo ha bandito da tutti i prossimi tornei, mentre ci ha pensato il portale Chess.com, il più importante della comunità scacchistica con 77 milioni di utenti, a impedirgli di partecipare a tutti i propri tornei a premi non più tardi del 18 marzo. Infine, è arrivata la sopracitata sentenza della FIDE, che lo ha squalificato per sei mesi da tutti i tornei validi per il rating ELO.
Questa decisione ha un’importante conseguenza: Karjakin non potrà partecipare al Torneo dei Candidati, previsto dal 17 giugno al 4 (o 5 in caso di spareggi) luglio a Madrid, e per il quale si era qualificato da finalista della World Cup 2021. Dal momento che il giocatore ha annunciato di non voler presentare ricorso contro la decisione, definendosi patriota del suo Paese e dichiarando che tra Russia e Candidati sceglierà sempre i Candidati, il suo posto verrà preso dal giocatore che, tra giugno 2021 e maggio 2022, avrà ottenuto la miglior media rating a patto che abbia giocato almeno 30 partite classificate.
La circostanza è espressamente prevista dal punto 2.3 del regolamento ufficiale. Siccome al primo della lista, il cinese Ding Liren, per varie ragioni mancano 26 partite, il Maestro Internazionale americano Levy Rozman, universalmente noto come GothamChess, si è offerto scherzosamente per giocare (e farsi battere) dal Grande Maestro asiatico per permettergli di centrare l’obiettivo. La parte scherzosa del fatto è che, generalmente, c’è una differenza sottile eppure ampia tra i Maestri Internazionali come Rozman e i Grandi Maestri di altissima levatura quali sono Ding Liren e Karjakin.
Va ricordato che il Torneo dei Candidati è un evento a otto giocatori che designa lo sfidante al titolo mondiale, attualmente detenuto da Magnus Carlsen. Il norvegese, poco dopo la quarta difesa vittoriosa, ha lanciato segnali per i quali avrebbe potuto rendere vacante il proprio scettro; da mesi, sul tema, non ci sono evoluzioni significative.
Di seguito, invece, il punto fondamentale dell’articolo per il quale è stato messo temporaneamente alla porta Karjakin, il 2.2.10 del Codice Etico FIDE: “Un’azione disciplinare in accordo con questo Codice Etico sarà presa nel caso di situazioni che mettono il gioco degli scacchi, la FIDE o le proprie Federazioni in una luce ingiustificabile e non favorevole, danneggiandone in questo modo la reputazione“.
Nel documento in PDF di 10 pagine si legge: “Le affermazioni di Sergey Karjakin sul conflitto militare attualmente in corso in Ucraina hanno provocato un considerevole numero di reazioni sui social media e oltre, per la maggior parte negative nei suoi confronti.
Una condizione necessaria per stabilire la colpa è che le affermazioni abbiano raggiunto il pubblico dominio. Questo concetto, con rispetto per le clausole sul discredito sportivo, non riguarda il mondo intero, ma solo lo sport in cui l’accusato si misura, come gli scacchi in questo caso. Informazioni circa la condotta dell’accusato non pubblicate sui media, ma che si possono apprendere senza grande sforzo dalle persone che si trovano in questo mondo o in una rilevante parte di esso, saranno nel pubblico dominio e soddisferanno l’elemento di esposizione allo stesso. La Camera EDC ritiene certo che questa condizione sia rispettata in questo caso.
La Camera EDC, inoltre, nota con ampia sicurezza come le dichiarazioni di Sergey Karjakin, per sua scelta, si possano ricondurre al gioco degli scacchi, danneggiandone la reputazione e/o quella della FIDE. Ed è molto alta anche la probabilità che queste dichiarazioni danneggino anche la reputazione personale di Sergey Karjakin“.
C’era un’altra situazione in ballo, per lo stesso tipo di ragione: quella dell’altro Grande Maestro russo Sergey Shipov, che non è stato sanzionato perché le sue affermazioni, pur circolate, sono risultate essere meno pungenti di quelle di Karjakin e perciò entro i limiti dell’articolo 2.2.10. Il presidente della Federazione russa, Andrey Filatov, in un messaggio si è espresso in modo men che diplomatico: “Inoltriamo una richiesta al presidente della FIDE Arkady Dvorkovich di prendere la situazione sotto il proprio controllo personale“.
Dvorkovich, che presiede la FIDE dal 2018, è stato assistente di Dmitry Medvedev dal 2008 al 2012, quando era lui ad avere il ruolo di presidente russo e Putin quello di primo ministro. La sua federazione, nei primi giorni di guerra, ha seguito la linea di varie altre impedendo ai giocatori russi e bielorussi di presentarsi ai propri eventi con la propria bandiera (useranno quella FIDE o quella della propria federazione). Inoltre, ha compiuto una mossa ad altissimo rischio, annunciando di terminare ogni collaborazione con sponsor russi o bielorussi (in effetti, di partner russo, a vedere il sito ufficiale della FIDE, ne è rimasto solo uno).
Altra conseguenza: nessun evento si terrà nei prossimi mesi su territorio russo o bielorusso. Questo significa che le Olimpiadi scacchistiche, che si dovevano tenere a Khanty-Mansiysk, sono state spostate abbastanza rapidamente a Chennai, in India, dove esiste una passione sconfinata per gli scacchi con un’enorme quantità di Grandi Maestri altamente competitivi.
Nelle scorse settimane, inoltre, una lettera aperta con la richiesta di fermare la guerra è stata firmata da numerosissimi Grandi Maestri russi in attività: 44 per l’esattezza, guidati dallo sfidante al titolo mondiale Ian Nepomniachtchi e dalla leggenda femminile Alexandra Kosteniuk, oltre che da altri grandi autorevoli nomi quali Daniil Dubov, Peter Svidler e Andrey Esipenko. Un’ulteriore lettera è partita dai migliori GM ucraini in attività, come Vassily Ivanchuk e l’ex Campione del Mondo FIDE (in epoca di titoli separati) Ruslan Ponomariov: chiede l’esclusione dei GM russi e bielorussi dai maggiori tornei europei e le dimissioni di Dvorkovich dalla FIDE, in virtù delle responsabilità date dalla sua vicinanza alla sfera governativa.
In mezzo a tutte queste situazioni, si sta svolgendo il Grand Prix, che designerà il sesto e il settimo qualificato per i Candidati: ultima tappa al via domani a Berlino, dove si è già svolta la prima, vinta dall’americano Hikaru Nakamura, di ritorno recente al gioco serio dopo due anni sostanzialmente passati su Chess.com e affini. La seconda, a Belgrado, è andata all’ungherese Richard Rapport, che si trova nel momento migliore della sua carriera.
Foto: FIDE / Anastasia Korolkova