Sci di fondo
Sci di fondo, la Coppa del Mondo 2022 terminerà a Falun. Caos nei format e l’imbarazzo di premiare un’atleta bandita
La Coppa del Mondo di sci di fondo si chiuderà nel weekend con una settimana d’anticipo rispetto ai programmi. Infatti le finali del massimo circuito avrebbero dovuto andare in scena a Tjumen, in Siberia, nel weekend del 18-20 marzo. Cionondimeno, l’invasione dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni della comunità internazionale nei confronti della Russia hanno portato alla cancellazione dell’evento. La Fis ha timidamente cercato un’alternativa, contattando Östersund. Tuttavia la località svedese ha rinunciato, affermando come non vi fossero i tempi tecnici per imbastire l’evento. Incassato il rifiuto del capoluogo dello Jamtländ, la federazione internazionale si è limitata a decidere di far calare il sipario sull’annata 2021-22 sette giorni prima del previsto. L’ipotesi di restare a Falun una settimana in più non sarebbe neppure stata contemplata.
Indi per cui il capoluogo della Dalarna sarà l’epilogo dell’inverno. Ovviamente il management dello sci di fondo, oltre a non riuscire a imbastire neppure un recupero delle tre tappe cancellate nell’inverno corrente, è soddisfatto solo se si rende protagonista di una figura barbina, l’ennesima di un gruppo dirigenziale che da tempo suscita enormi perplessità. Nella giornata di sabato 5 marzo sul sito della Fis il programma di Falun è stato arricchito da non meglio specificate “Overall Standings”. Questo ha generato una gran confusione. Significava forse che le gare del weekend sarebbero state legate tra loro da una sorta di appuntamento multi stage improvvisato? Se così fosse stato, il monte punti a disposizione degli atleti sarebbe salito da 215 a 315, riaprendo in linea puramente teorica la corsa alla Sfera di cristallo femminile, dove Natalia Nepryaeva ha un vantaggio di 241 lunghezze su Ebba Andersson e di 253 su Jessie Diggins. L’aggiunta contraddiceva però il comunicato ufficiale emesso solo il giorno prima, in cui era scritto nero su bianco “The schedule will not be adjusted and follow the originally planned competition formats”, ovvero “il programma non cambierà e seguirà i format di gara originariamente previsti”. Domenica 6 la federazione internazionale ha quindi dovuto ribadire nuovamente come il calendario non fosse cambiato, senza però spiegare la ragione dell’aggiunta di queste non meglio identificate “Overall Standings”. Dunque complimenti a chi tira le fila dello sci di fondo, poiché ha creato i primi URO (Unidentified Race Objects) della storia.
Detto questo, cosa rimane in palio? Poco. Gli unici trofei ancora in bilico sono le Coppa del Mondo di specialità maschili. Nelle gare di distanza, ammesso che Johannes Høsflot Klæbo possa essere al via dell’appuntamento svedese. Infatti il norvegese si trova attualmente a 54 punti da Iivo Niskanen e, se dovesse negativizzarsi dopo essere risultato positivo al Covid-19 settimana scorsa, potrebbe teoricamente ambire a ribaltare la situazione. In ogni caso, il finlandese rimane il netto favorito per la conquista del trofeo. Lo scandinavo spera comunque di poter essere della partita, allo scopo di difendere la leadership nella classifica sprint, dove ha 95 lunghezze di margine su Richard Jouve, vincendo venerdì potrebbe scavalcarlo.
Sci di fondo, Coppa del Mondo Falun 2022: programma, orari, tv, streaming. Il calendario completo
Per il resto, tutto già assegnato matematicamente. Fra gli uomini il già citato Klæbo metterà le mani sulla Coppa del Mondo assoluta e quella di specialità nelle sprint. Tra le donne la classifica generale sarà appannaggio della russa Nepryaeva e in quella riservata alle prove veloci è certa l’affermazione della svedese Maja Dahlqvist. Ovviamente questa situazione porta a un dilemma. La Sfera di cristallo assoluta sarà fisicamente consegnata alla legittima vincitrice? Come detto, la Russia è bandita da qualsiasi evento di carattere internazionale, ma una sua rappresentante deve essere premiata. Si tratta di una situazione imbarazzante che, per una volta, è figlia di circostanze ben più ampie dello sport.
Vale la pena di ricordare come domenica 13 marzo assisteremo a delle gare miste. Lo sci di fondo ritrova competizioni aperte sia a uomini che donne dopo ben vent’anni, perché tra il 1998 e il 2002 se ne erano già disputate alcune, ma l’esperimento venne cassato dall’illuminato management della disciplina, che ha successivamente ignorato per due decenni la direzione presa da tutti gli altri sport invernali. Così, il vantaggio accumulato in partenza in tema di gare miste, si è tramutato in un imbarazzante ritardo.
Vale la pena di spiegare il funzionamento delle competizioni. La staffetta mista è piuttosto semplice. Ogni frazione sarà di 5 km e l’ordine dei frazionisti sarà donna-uomo-uomo-donna. Invece la sprint a coppie sarà decisamente più cervellotica, perché ovviamente, nella sua infinita saggezza, chi tira le fila del fondo ritiene che nel momento in cui si introduce un nuovo format, sia bene renderlo il più complicato possibile. Si comincerà con una qualificazione contro il cronometro. I componenti di ogni squadra (una donna e un uomo) percorreranno un giro a testa. Le prime 20 coppie accederanno alla finale, che sarà caratterizzata dall’eliminazione progressiva. I due membri di ogni team si alterneranno in pista per un totale di 12 giri, ma al termine di ogni tornata pari le ultime due squadre verranno eliminate. Dunque dopo due passaggi resteranno in gara 18 coppie, dopo quattro giri ne rimarranno 16 e così via, fino alle ultime due tornate, quando resteranno solamente 10 tandem a giocarsi la vittoria. Tale format presuppone però che vi siano più di 20 nazioni presenti. Sarà davvero così, oppure bisognerà aggiustare tutto in corso d’opera, tanto per non farsi mancare l’ennesima figura da cioccolatai?
Foto: La Presse