Tennis
Stefano Pescosolido: “Sinner non può trasformarsi, Alcaraz oggi è più completo. Musetti arriverà”
La stagione nel tennis sta entrando sempre più nel vivo e, dopo quanto accaduto in Australia con il primo Slam dell’anno e altrove, ci si è fatti un’idea di quello che il 2022 potrebbe riservarci.
Un inizio di anno in positivo per l’Italia, se si guarda soprattutto ai riscontri nel Major della terra dei canguri: due giocatori nei quarti di finale a Melbourne e uno poi in semifinale sono risultati storici. Tuttavia, non sono state tutte rose e fiori e alcune spine pungenti hanno colpito.
Ad analizzare i temi d’attualità legati agli azzurri, ma anche a quello che ruota attorno allo sport con racchetta e pallina, ci siamo rivolti a Stefano Pescosolido, ex giocatore di ottimo livello (n.42 del mondo come miglior ranking nel 1992) e competente voce tecnica di Sky Sport.
Stefano, anzitutto, come sta?
“Bene, impegni vari e il tennis lo si segue sempre volentieri“.
Partiamo dall’argomento che ha caratterizzato le ultime settimane: l’addio di Jannik Sinner a Riccardo Piatti. Se lo aspettava?
“Sinceramente no, perché non pensavo ci fossero i presupposti per una separazione. I risultati e anche il gioco proposto da Jannik erano stati tali da proiettarlo nell’élite, potendo contare su uno staff di primo livello“.
E il motivo a suo avviso?
“Difficile da dire. Sinner ha parlato di ricerca di qualcosa di diverso e mi auguro che la scelta sia stata dettata davvero da ciò anche se…”
Può spiegarci meglio il suo punto di vista?
“Sento parlare da parte di tanti, anche alcuni addetti ai lavori, di piano A, B, C, D. Secondo me sono tutte sciocchezze: Jannik ha un suo piano in testa, come lo hanno tutti, ma chiaramente deve arricchire e migliorare alcuni aspetti del suo gioco, ma non di certo stravolgerlo. Non mi risulta che Djokovic, quando si è trovato in difficoltà, si sia trasformato in Stefan Edberg. Certo, alcune discese a rete o cambi di gioco ci possono stare, ma non è che si può pensare che un tennista con certe caratteristiche si trasformi in qualcos’altro“.
Dunque un azzardo quello che fa Jannik?
“Non saprei, sarà il campo a dircelo. Mi auguro solo che la scelta sia su basi tecniche e non dettate da altre logiche“.
Sponsor?
“Ci siamo capiti…“.
Senta, allargando il nostro orizzonte, non ritiene che la decisione di Sinner sia stata anche un po’ influenzata dai suoi ultimi risultati e soprattutto dall’ascesa di un giocatore come Carlos Alcaraz che sta stupendo tutti?
“Guardi, ognuno ha il suo percorso. Non penso che Jannik si metta a valutare quello che fa Alcaraz e quindi cambi tutto per avere un tennis come l’iberico“.
Impressionato dallo spagnolo?
“Sinceramente sì e confermo quello che si è scritto e detto ultimamente, ovvero che il suo tennis sia più completo di quello di Sinner, ma è una valutazione sul momento perché non conosciamo a priori quali siano i margini di miglioramento di entrambi. Quindi fare un confronto tra i due ci può stare fino a un certo punto, soprattutto perché i due hanno uno sviluppo fisico completamente diverso, oltre che un tennis differente. Lo spagnolo lo conosco bene avendolo visto giocare anche precedentemente e aveva messo in mostra ottime qualità in tutte le zone del campo. Non è il classico tennista iberico, perché sa giocare in maniera offensiva e ha ottimi tempi nel prendersi il punto a rete“.
Crede che sia lui il futuro dominatore del tennis, raccogliendo lo scettro proprio di Rafael Nadal?
“Nessuno ha la sfera di cristallo, tuttavia io non sottovaluterei quello che di buono abbiamo in casa nostra. Sinner è n.11 del mondo e ha 20 anni, non è poco e poi..“.
Si riferisce a Matteo Berrettini e a Lorenzo Musetti?
“Siamo sulla stessa lunghezza d’onda…“.
Berrettini però è finito nuovamente ai box per un problema muscolare agli addominali. Difficile avere continuità di rendimento con questi continui stop?
“Sicuramente è una situazione delicata, ma secondo me le cose stanno così: Matteo è stato un po’ scottato da quanto accaduto in Australia nel 2021 e per questo ogni avvisaglia di infortunio in quella parte del corpo la avverte immediatamente e preferisce fermarsi anche in via precauzionale. Per cui la mia sensazione è che un po’ dovrà conviverci e un po’ fare in modo che la sua programmazione sia in funzione della sua salvaguardia fisica anche perché non è un tennista che potrà fare tantissime partite“.
Può vincere uno Slam?
“A Wimbledon nel 2021 non c’è andato così lontano…“.
E su Musetti, colui che ha conquistato il punto decisivo nella sfida di Coppa Davis tra Italia e Slovacchia?
“Lorenzo sta lavorando molto per migliorare la sua posizione in campo. Con lui servirà ancora pazienza perché il suo tennis vario richiede una messa a punto particolare che comunque sta già facendo e alcune cose si sono viste. E’ chiaro che se si valuta solo guardando i risultati si fa fatica a comprendere. Tuttavia, io resto convinto che lui arriverà, potendo contare su un tennis di qualità“.
Foto: LaPresse