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Tennis, Novak Djokovic scrive un messaggio a Stakhovsky: “Dimmi se ti serve aiuto!”
Questione di priorità e di sentimento. Dopo le notizie riguardanti l’arruolamento di alcuni sportivi eccellenti in Ucraina, l’altro nome ben noto nel mondo dello sport è quello dell’ex tennista Sergiy Stakhovsky.
Lui, capace di battere Roger Federer a Wimbledon nel 2013 e vincitore di quattro titoli nel massimo circuito internazionale, ha preso la sua decisione di dare un contributo al proprio Paese nel conflitto militare contro la Russia.
“L’esercito aveva aperto le iscrizioni per chiunque volesse prendere parte alla difesa e io la scorsa settimana avevo compilato la richiesta, ma non avevo abbastanza documenti con me per firmare il contratto. Adesso invece hanno cancellato la procedura e praticamente chiunque sia motivato più unirsi. Io non ho esperienza militari, privatamente ho esperienza con le pistole”, le dichiarazioni dell’ex tennista riportate da Ubitennis che l’ucraino ha rilasciato sui social con grande emozione la settimana scorsa.
Tennis, Sergiy Stakhovsky arruolato nell’esercito ucraino nella guerra contro la Russia
A tal proposito, sono arrivati messaggi di solidarietà da parte del serbo Novak Djokovic. L’asso nativo di Belgrado l’ha contattato per sapere le sue condizioni. E’ stato proprio Stakhovsky a condividere parte della conversazione tra i due avvenuta via Whatsapp.
“Stako, come stai amico? Sei sul campo? Sto pensando a te, spero che tutto si risolva al più presto. Per favore, fammi sapere quale sarebbe l’indirizzo migliore per inviare aiuto, aiuto finanziario, anche qualsiasi altro aiuto“, il testo del messaggio di Djokovic.
Novak Djokovic a pris des nouvelles de Sergiy Stakhovsky. pic.twitter.com/G75blAT53P
— Quentin Moynet (@QuentinMoynet) March 6, 2022
“Nole grazie mille, sì sono sul campo, Kiev è piuttosto silenziosa“, ha risposto l’ucraino. Va considerato che l’ex giocatore aveva provato a interagire anche con Federer e Rafael Nadal, come riportato in un’intervista concessa a La Stampa: “Mi dispiace che abbiano preferito il silenzio. Li capisco, non è la loro guerra. Ma abbiamo il sostegno di grandi personalità, spero che duri“.
Foto: LaPresse