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Tennis, Reilly Opelka critico contro l’ATP: “Gaudenzi deve dimettersi”

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Cominciato il Masters1000 di Indian Wells, con il campo che dovrebbe essere il protagonista assoluto. Invece tornano a far discutere alcune prese di posizione come quelle di Reilly Opelka, prossimo avversario di Lorenzo Musetti, che in una intervista concessa a tennis.com è stato parecchio polemico contro la ATP, massimo organo del tennis internazionale.

Per il gigante statunitense, il sistema non funziona al meglio: “Vallverdù ha fatto su Twitter un commento sulla politica sul conflitto di interessi approvata dall’ATP la scorsa settimana. La posta che ci è pervenuta afferma che quei conflitti devono essere al di sopra di una certa soglia. Ma quale è esattamente? Permettere a persone come Gavin Forbes, Charles Smith, Herwig Straka, agenti o formatori di essere membri dell’ATP Board? Vallverdù ha fatto domanda per un posto nel Consiglio anche se è già membro del consiglio dei giocatori. Il player Council volta per i membri del Council, quindi è una cosa comica. Come il sistema può permetterlo?“.

Opelka non risparmia poi un attacco diretto ad Andrea Gaudenzi, presidente ATP: “Deve dimettersi. Abbiamo bisogno di una nuova leadership, ma non c’è niente di personale contro di loro. Massimo Calvelli è un bravo ragazzo. Ma non capisco, perché scegliamo persone già nel mondo del tennis? Senza offesa per Calvelli, non puoi passare dall’essere un rappresentante Nike a diventare l’amministratore delegato di uno dei grandi sport mondiali del mondo. Non succede in nessun altro sport. E non critico solo lui, ho detto lo stesso di Chris Kermode: era dirigente al Queen’s. Come puoi passare dall’essere un manager al CEO di uno dei più grandi sport del mondo, in un momento in cui hai i tre migliori giocatori della storia attiva?“.

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La soluzione che prospetta Opelka è quella di assegnare questi posti a manager che arrivano da alti contesti e che non abbiano legami con il tennis: “Dovremmo scegliere un ‘visionario’. Scegli il braccio destro di Adam Silver (Commissioner NBA) o scegli qualcuno che ha lavorato al suo fianco o a un altro CEO di successo e scommetti su di lui. Non capisco come ad esempio ad Acapulco, con cinque dei sei migliori giocatori al mondo, il montepremi era minore rispetto al 2019. L’ATP si comporta come un club chiuso; quando c’è un nuovo torneo, un membro del Players Council diventa il direttore (riferendosi a Vallverdù e al torneo di San Diego). Lo scelgono perché è un club ristretto, e questo deve cambiare. Sceglierei qualcuno al di fuori di questo mondo, perché quando c’è qualcuno così coinvolto tutto resta com’è e non ci saranno passi avanti. L’ATP è un circo da tempo: tutti gli sport mondiali stanno andando alla grande, tranne il tennis, e credo sia colpa della sua leadership“.

Foto: LaPresse

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