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Arco
Tiro con l’arco, Matteo Balsamo: “La cosa più importante è vincere. Concorrenza alta in Italia, ma voglio Parigi 2024”
Il nuovo ciclo olimpico verso i Giochi di Parigi 2024 sta entrando progressivamente nel vivo ed il tiro con l’arco italiano vuole confermarsi ad alti livelli dopo le due medaglie a cinque cerchi ottenute la scorsa estate in Giappone con Mauro Nespoli (argento) e Lucilla Boari (bronzo).
Uno dei grandi obiettivi sarà quello di qualificare il terzetto maschile, dopo l’assenza di Tokyo, in modo da schierare tre uomini anche nella competizione olimpica individuale. Il movimento azzurro sta sfornando dei giovani talenti interessanti in questo periodo nel ricurvo ed uno di questi risponde al nome di Matteo Balsamo.
Il siciliano classe 2002, reduce da una stagione al coperto impressionante, sembra ormai in rampa di lancio ed è pronto a ritagliarsi un ruolo importante nella Nazionale del futuro anche sulla distanza olimpica outdoor.
Dopo l’argento europeo di Lasko, lo scorso 27 febbraio la stagione indoor si è conclusa a Rimini con i Campionati Italiani. Come giudichi il tuo avvio di 2022?
“Il 2022 è cominciato davvero molto bene. È stata una stagione indoor strepitosa per me, perché non mi aspettavo di fare così bene. Era il mio primo Europeo indoor e ho chiuso con dei parziali davvero alti, inaspettati. Per il resto ai Campionati Italiani diciamo che ero un po’ più rilassato, anche dopo i punteggi ottenuti agli Europei di Lasko, quindi il ranking round è andato piuttosto bene. Mi sono qualificato primo tra gli assoluti. Peccato per un mio errore nella fase a eliminazione diretta, in cui mi sono fermato ai quarti di finale, comunque va bene così. Non mi posso lamentare per quanto fatto a Lasko e agli Italiani di Rimini“.
Agli Europei sei riuscito ad abbattere la barriera dei 590 punti in qualificazione, firmando uno dei punteggi più alti della manifestazione anche considerando la categoria senior. Ti aspettavi di poter ottenere un risultato simile?
“Onestamente volevo almeno un 585. Tutti vogliono fare quel 590, ma per me è sempre importante tenere un profilo basso per poi far venire il risultato da sé in maniera naturale. Questa secondo me è una delle cose più importanti non solo nella nostra disciplina, ma in tutti gli sport: tenere la testa bassa e lavorare duro. Non mi aspettavo un 591 – che è stato uno dei punteggi più alti anche tra i senior, italiani e non – soprattutto con una prima metà conclusa a 299 su 300, quindi sono assolutamente contento“.
Nella fase a eliminazione diretta hai continuato a tirare benissimo fino alla finale, in cui hai ceduto solo allo shoot-off contro un atleta ucraino. Hai qualche rimpianto ripensando a quella sfida?
“Sì, ho qualche rimpianto. Quello degli scontri diretti, fino alla finale, era stato un tiro perfetto. Era il tiro ideale, da allenamento, che non mi aspettavo. Era una di quelle giornate in cui ti senti bene fisicamente e psicologicamente, era tutto perfetto. Purtroppo ho qualche rammarico riguardo alla finale, per un mio errore di gioventù che riconosco. Non tanto per lo shoot-off, che alla fine è stato un 10 di riga e si decide quasi sempre per una questione di millimetri. L’errore di cui parlo è stato nella penultima freccia della finale, dove mi bastava un altro 10 per vincere la medaglia d’oro. Diciamo che l’ansia da prestazione si è fatta sentire in quella freccia e me la sono giocata lì, non tanto nello shoot-off. Comunque va bene così. Tutti vogliono vincere, ma diciamo che mi posso accontentare“.
Adesso sta per cominciare la lunga stagione all’aperto. Gli Europei Giovanili di agosto sono il tuo grande obiettivo per il 2022 o speri di guadagnarti prima una chance anche in Coppa del Mondo?
“Io aspiro a tutto questo, sia in nazionale giovanile che in nazionale senior. La mia filosofia è che tutto venga da sé, in maniera naturale, senza cercare per forza di andare a prendere sempre il 10. Questa è la cosa che più prende di mira il tirare con l’arco secondo me. Ambisco sia alle tappe di Coppa del Mondo che agli Europei Giovanili. Poi da lì vincere. Vincere è la cosa più importante“.
Dopo la lunga pausa per il lockdown nel 2020, hai sorpreso tutti vincendo a Cantalupa il Torneo della Ripartenza contro i migliori arcieri della Nazionale Olimpica. Ci puoi raccontare le emozioni di quella giornata?
“Quella giornata è stata molto impegnativa, perché non mi aspettavo assolutamente di battere arcieri come Marco Galiazzo, David Pasqualucci e Mauro Nespoli. Per me è stata un’emozione unica. È stato il ritorno in gara dopo una lunga sosta dovuta alla pandemia e soprattutto dopo un lungo stop degli allenamenti, perché non mi potevo allenare frequentemente come facevo in precedenza al centro federale di Cantalupa. È stata una grande sorpresa e spero di aver stupito tutti, come molti mi dicono. Mi ricordo ancora tutti gli esatti momenti di quel giorno“.
L’anno prossimo cominceranno le prime gare di qualificazione per Parigi 2024. La concorrenza in Italia è di alto livello, per quanto riguarda il settore maschile, ma credi nella possibilità di guadagnarti un posto per i Giochi o per i Mondiali?
“Ognuno di noi qui può giocarsi tutto, nel senso che se siamo qua c’è un motivo. Se ci hanno scelto per stare qui (nel centro federale, ndr) c’è una ragione. Siamo degli ottimi atleti, dal punto di vista psicologico e non, quindi ce la possiamo giocare tutti. Io aspiro a tutto quello che hai detto, sia alle tappe di Coppa del Mondo che alle qualificazioni per Parigi. Non vado sempre a cercare il 10 perché sennò mi fisso, quindi lascio che tutto venga da sé. Io lavorerò duro e se arrivano i risultati bene, in caso contrario so comunque di aver dato il massimo e gli altri saranno stati più bravi in quel momento, quindi sarà per un’altra volta“.
Foto: World Archery