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Atletica
Atletica, la staffetta britannica ha riconsegnato l’argento di Tokyo per la positività al doping di Chijindu Ujah
Ironia della sorte. E’ storia del 2021 quella che si vuol raccontare. Il successo magico dell’Italia nella 4×100 maschile dell’atletica leggera ha rappresentato una delle emozioni più forti dei Giochi Olimpici Estivi a Tokyo (Giappone) in chiave azzurra.
Una vittoria vista con occhi sospettosi e forse anche un po’ invidiosi da chi ha perso, in particolare la Gran Bretagna che nell’ultima frazione di Filippo Tortu si è vista sfilare l’oro per appena un centesimo, nel rammarico di Nethaneel Mitchell-Blake.
I media britannici nei giorni successivi avevano sollevato dubbi sulle possibilità di un quartetto italiano, venuto dal nulla, con un campione olimpico come Marcell Jacobs legato a un ex nutrizionista con questioni di doping in ballo. Ecco che l’aura del sospetto si è letteralmente ritorta contro visto che uno dei frazionisti della formazione del Regno Unito fu pescato positivo.
Il riferimento è a Chijindu Ujah il cui test evidenziò la presenza di due sostanze proibite, ostarina e S-23, comunemente usate per tonificare i muscoli in maniera anomala. E così, a distanza di mesi, la squadra britannica ha riconsegnato le medaglie d’argento. Lo ha reso noto il comitato olimpico (Boa).
“E’ con vera tristezza che abbiamo dovuto chiedere la restituzione di medaglie, certificati e spille, soprattutto per i tre atleti che sono stati puniti non per colpa loro. Tuttavia, questo è il verdetto del Tas e dobbiamo rispettarlo, così come siamo stati chiari che deve succedere ad altre nazioni i cui atleti hanno infranto le regole del doping“, le parole del Ceo del comitato olimpico britannico.
Foto: LaPresse