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Basket, Laura Spreafico: “Alla Nazionale ci penso. Le sorelle Villa sono umili e fortissime. MVP? Jasmine Keys”
La stagione l’ha chiusa da migliore in termini di media punti della Serie A1, con 17.47 punti a partita. La classifica totale la vede quinta (quarta senza l’arrivo di Vanloo a Moncalieri): da quando è tornata in campo, alla settima giornata, non si è più fermata e ha infilato la propria annata più bella vicino alle sue terre d’origine. Laura Spreafico ha trasformato molti sogni della Limonta Costa Masnaga di Paolo Seletti in realtà, compreso un sesto posto in stagione regolare. E l’ha fatto guidando tante giovani, da Matilde ed Eleonora Villa a Vittoria Allievi per citare le più importanti. L’abbiamo raggiunta per un’intervista che traccia un bilancio ideale della stagione. E c’è spazio anche per la finale scudetto di scena a cavallo tra aprile e maggio.
Stagione finita, ma è una stagione in cui hai fatto davvero di tutto, soprattutto diventando miglior realizzatrice italiana del campionato.
“Una bella soddisfazione! Sicuramente non era partita nel migliore dei modi, con l’infortunio in precampionato, che mi ha costretta a star fuori due mesi. Quindi è stato difficile partire in quel modo mentalmente, poi con un infortunio il tempo necessario serve. Sono stati bravi a Costa ad aspettarmi, a farmi lavorare nel migliore dei modi per farmi recuperare appieno dall’infortunio in modo che potessi giocare serenamente per tutta la stagione, quindi sono stati bravi a non mettermi fretta nel rientrare. Infatti poi la caviglia, bene o male, è andata bene per tutta l’annata. Ed è stata la mia migliore in 16 campionati, quindi sono soddisfatta, contenta anche per il risultato di squadra, penso che alla fine un 6° posto a dicembre non se lo aspettasse nessuno, è stata una stagione positiva sotto tutti i punti di vista“.
Potendo poi giocarvela con la Virtus Bologna, che poi è arrivata in finale tra un po’ di vicissitudini accadute.
“Sapevamo il potenziale della Virtus. L’avevamo battuta a inizio aprile in campionato, però sicuramente i playoff sono un’altra storia. Gara-2 non sono riuscita a giocarla, però nei playoff viene fuori tutto il potenziale di una squadra costruita per vincere. Sicuramente penso sia comunque una bella soddisfazione per noi, il giusto premio per il cammino che abbiamo fatto, che è stato travagliato soprattutto nella prima parte di stagione. Arrivare a giocare i playoff, da seste, contro Bologna è stato qualcosa di soddisfacente e di bello“.
A maggior ragione per te che avevi fatto la senatrice del gruppo.
“Quello è un po’ il ruolo che mi è stato dato quando sono arrivata a Costa. Devo ringraziare la società, lo staff tecnico, tutti. Mi hanno affidato questo ruolo che mi piace, nel senso che se riesco a trasmettere qualcosa alle più piccoline o a essere una trascinatrice in campo o a dare l’esempio fuori è una cosa che mi piace. Ho fatto da senatrice, chioccia, mamma, non lo so… diciamo un po’ di ruoli!”
Diciamo in tre parti uguali!
“Sì, infatti è stato diviso equamente. Alla fine sono state brave anche le mie compagne a sopportarmi e ad ascoltare i miei consigli. Sicuramente hanno la testa giusta per crescere bene e fare grandi cose, quindi sono proprio contenta“.
E poi è una squadra di giovani in tutti i sensi, perché parliamo di 2003, 2004 e anche 2005.
“Dentro c’è gente che ha 13-14 anni in meno di me, la differenza di età si sente anche perché loro vanno ancora a scuola, fanno ancora le superiori, è un’altra generazione che però ha l’attitudine giusta nel voler imparare o comunque è disponibile a lavorare tanto. Sono cose che nei giovani di oggi non si è abituati a vedere, e invece ho avuto la fortuna di condividere il campo con ragazze giovani che però hanno la testa giusta, quindi è tutto più facile quando trovi persone così“.
A proposito di 2004, la domanda sorge spontanea: ma quanto sono forti le sorelle Villa?
“Decisamente! Penso sia sotto gli occhi di tutti. Ho la fortuna di vederle in palestra, e prima di tutto sono due ragazzine perbene, non sono ragazze montate, anzi. Sono umili, hanno voglia di lavorare e di divertirsi, soprattutto, con le proprie compagne. Poi il campo parla da sé. Sì, sono veramente forti. Auguro a loro di poter arrivare in alto, ma di farlo sempre con la stessa umiltà che hanno adesso, che è la cosa fondamentale“.
Qual è stato il punto di svolta della stagione?
“Quando abbiamo perso Jackson e Toffali. Secondo me lì, perdendo due pedine all’interno della squadra si è creato un cerchio, il gruppo si è compattato ancora di più e quelle sono state le fondamenta per costruire qualcosa di grande nella seconda parte di campionato. Nella difficoltà tutte, dalle più piccole alle più grandi, hanno capito che dovevano prendersi responsabilità in più perché eravamo contate e in difficoltà. Da lì è stato un crescendo dove tutte sono migliorate come presenza in campo, responsabilità sia in campo che in spogliatoio. Nel momento di difficoltà siamo riuscite veramente a fare gruppo, a star bene in palestra, quando le cose non andavano bene ed eravamo penultime in classifica siamo comunque riuscite a mantenere un clima sereno in palestra e a lavorare secondo quella che era la nostra filosofia. Ci siamo prese tutte più responsabilità“.
Questo poi si è riflesso anche nei risultati: battere Campobasso in trasferta, il Geas, Lucca, Bologna ha dato fiducia.
“Abbiamo fatto un girone di ritorno da 9 vinte su 11 giocate, perdendo solo con Ragusa e San Martino allo scadere. Di sicuro vincere aiuta a vincere, e quello ti da inevitabilmente una fiducia stratosferica. Siamo riuscite a battere squadre in un modo che forse, poi, alla fine non ci rendevamo bene conto nemmeno noi di cosa avevamo appena fatto. Soprattutto nella seconda parte dell’anno abbiamo giocato con la voglia di divertirci e far divertire. Vedere il palazzetto a Costa pieno di bambini, famiglie, tifosi è un bel segnale, perché siamo riuscite a trasmettere qualcosa di importante. Ricordo la partita in casa col Geas, o quella con Lucca, in cui il pubblico è stato una spinta in più“.
Quest’anno, come in quello scorso, non si è riusciti a finire tutte le partite. Cosa ne pensi?
“Sicuramente è un peccato, è una cosa che non si dovrebbe vedere. Arrivavamo già da una stagione con il Covid, non eravamo impreparate alla cosa. Sapevamo benissimo com’erano andate le cose nella stagione scorsa, si poteva programmare o gestire meglio la cosa. Da sportiva tutte le partite le vorresti giocare, difficili e non, ma se fai un campionato dovresti giocare lo stesso numero di partite e fare il possibile per poterle disputare, quindi di sicuro è una tristezza vedere squadre che ne hanno giocate meno. Non è una cosa seria, nel senso che poi viene fuori una cosa un po’ falsata. Spero che per l’anno prossimo riescano a capire come fare, che riescano a tenere un margine di tempo dove si possano recuperare le partite. Capisco che il campionato doveva per forza finire entro la prima settimana di aprile, ma si poteva cercare di gestire in modo diverso la cosa per poter permettere a tutte di disputare tutte le partite. Questa cosa lascia un po’ di amaro in bocca, un po’ di tristezza“.
Tu l’hai conosciuta anche in campo: Angela Gianolla che prende in mano anche la situazione a Bologna e la porta in finale “sorprende ma non sorprende” perché per il tipo di personalità che ha non è una sorpresa che sia riuscita a prendere le redini del momento.
“Con Angela ho avuto la possibilità di giocare a Lucca il primo anno fuori casa. E’ una persona che stimo tantissimo, la stimavo come giocatrice e ora penso che come allenatrice sia comunque competente. Di certo ha qualcosa in più, nel senso che un giocatore o una giocatrice che poi diventa allenatore o allenatrice secondo me riesce a vedere cose che magari gli altri fanno più fatica a vedere, o comunque vive determinate situazioni in un dato modo, visto che ci è passata da giocatrice. Sa quindi anche le emozioni che ci possono essere per partite importanti, e sa magari gestirle nel modo migliore. Sono contenta per lei, se lo merita tantissimo. Penso che non sia stato semplice entrare in corsa, sballottata da una gara-1 a una gara-2, passare da vice a head coach, però lei ha le carte in regola per affrontare e sostenere certe situazioni e l’ha fatto vedere poi in gara-2 e gara-3. Le auguro veramente il meglio e tifo per lei“.
Si ripropone la finale di Coppa Italia in quella dello scudetto. Una squadra ha dominato la stagione, l’altra no, ma nei momenti decisivi ci sono sempre state.
“Schio e Bologna sono due squadre costruite in un certo modo, con un certo potenziale. Non sarà più gara secca come la finale di Coppa Italia, è anche difficile fare un pronostico. Saranno partite da vivere, sarà bello anche guardarle. Si affrontano due squadre che fanno vedere un basket che non vedi tutti i giorni, di qualità. Sono curiosa di vedere come andrà a finire“.
Se dovessi farlo, il pronostico, ti trattieni o lo sostieni apertamente?
“Secondo me Schio è più abituata a fare questo tipo di partite. L’esperienza potrebbe giocare a loro favore. Alla fine Schio negli ultimi anni domina il campionato italiano. Sicuramente è avvantaggiata per quest’abitudine a giocare queste partite e le finali. Secondo me alla lunga potrebbe venir fuori il Famila“.
Tra una partita e l’altra della Nazionale passa un anno, e quindi c’è un orizzonte lungo. Dopo questa stagione, però, un pensierino a ritornare in azzurro ce lo fai?
“La finestra Nazionale per me rimane sempre un po’ il sogno, per cui se ci sarà la possibilità di andarci ben venga, sono solo contenta. E’ una cosa che fa sempre piacere, nonostante, come dico sempre, siamo due rette parallele. Però indossare la maglia della Nazionale o essere chiamata è qualcosa che mi fa sempre piacere. Se ci sarà l’occasione sono solo contenta. Vivo alla giornata, non mi faccio troppe illusioni o aspettative. Se arriva bene, se non arriva continuo a lavorare come ho sempre fatto per poter cercare di indossare quella maglia per una competizione importante“.
Se dovessi dare tu un premio di MVP a una giocatrice che ti ha impressionata in questa stagione, a chi lo daresti?
“A Jasmine Keys. Sicuramente ha fatto vedere a Schio che può essere una giocatrice importante, sia in campionato che in Eurolega. Ha fatto una stagione pazzesca, sono contenta per lei e il premio glielo darei“.
Passando sul lato off court, su Instagram continui a portare avanti il discorso fotografico…
“Sì! Mi piace, e appena posso lo faccio. Sono autodidatta, non sono chissà che, però è una cosa che mi rilassa e mi fa star bene. Mi da l’opportunità di vedere posti che magari ho già visto, ma in un modo diverso. Mi piace fotografare il dettaglio, un particolare o qualcosa che mi colpisce. Mi rilassa, è una cosa nata un po’ per caso che però mi sono accorta negli anni che mi piace tanto. Tra studio, basket e fotografia cerco di ritagliarmi un bel po’ di tempo per quello“.
Ti capita anche di svegliarti all’alba qualche volta?
“All’alba l’ho fatto una-due volte, ma ora che arriva il caldo mi piacerebbe fotografare l’alba da un monte vicino casa mia, quindi devo cercare un attimo di capire quando. Puoi anche alzarti e andare su, ma se c’è la nebbia non puoi far niente. Devi trovare le condizioni ideali, avere pazienza e tutto il resto. I paesaggi qui consentono di fare foto al tramonto, avendo i laghi vicino, ed è una cosa che mi piace fare. L’alba ancora non l’ho fotografata da queste parti, quindi se ci sarà occasione mi piacerebbe farlo“.
Credit: Ciamillo