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Billie Jean King Cup 2022, l’Italia ha un serio punto debole: il doppio è completamente da inventare

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C’è da fare una premessa necessaria: in Billie Jean King Cup, rispetto alla Coppa Davis (o a quel che ne è rimasto), sebbene si siano compiuti passi per tentare di omologarla rispetto alla competizione maschile, una cosa è rimasta identica. Il doppio era già quinto match al tempo in cui era Fed Cup, e tale è rimasto anche dopo che il format è stato sostanzialmente preso e importato dalla competizione gemella.

Detto questo, quando Italia e Francia arriveranno a disputarlo, lo faranno in condizioni ben diverse da quelle che potevano esserci anche soltanto alla fine del decennio scorso per quanto riguarda le transalpine e metà degli Anni ’10 per le azzurre. In particolare, qui ci si concentrerà su queste ultime anche se, come vedremo, i problemi non sono solo per Tathiana Garbin.

Dopo la fine dell’epoca di Sara Errani e Roberta Vinci (e, con numerose compagne, di Flavia Pennetta), non c’è più stata nessuna personalità italiana, e ovviamente neppure alcuna coppia, in grado di raggiungere i picchi visti nell’epoca d’oro 2007-2015. Con Errani che ormai non viene più chiamata da tre anni, e che verrà operata al gomito domani, il ruolo di più quotata spetta inevitabilmente a Jasmine Paolini.

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Il suo cammino in doppio non è certamente di quelli cattivi, anzi: pur se attualmente al numero 138 del ranking apposito, un paio di finali sul circuito le ha giocate e una, insieme alla svizzera Jil Teichmann, l’ha vinta nello scorso luglio ad Amburgo (avversarie l’australiana Astra Sharma e l’olandese Rosalie van der Hoek). L’altra, invece, non le ha regalato gioie: era il Melbourne Summer Set dello scorso gennaio, insieme proprio a Errani: stavolta vittoriose sono state le americane Asia Muhammad e Jessica Pegula.

Se si eccettua la toscana, tra le convocate azzurre la situazione è di, perlomeno, poca abitudine ai livelli più alti, quando non si parla di Camila Giorgi che di doppi ne ha giocati (e persi) quattro in carriera senza mai dare la reale impressione di comprenderne i meccanismi.

L’opzione più accreditata potrebbe essere quella di Lucia Bronzetti, se non altro anche perché, durante la propria scalata del 2021, ha raggiunto due delle quattro finali disputate a livello ITF nella specialità, vincendo il torneo da 25.000 dollari di Grado con la bulgara Isabella Shinikova.

Per differenti ragioni, ad oggi sembra meno praticabile la strada che porta a Martina Trevisan ed Elisabetta Cocciaretto, che pure insieme sono arrivate in finale a Palermo due anni fa (in un torneo particolarissimo, quello della ripresa assoluta del tennis dopo il lockdown). A questo va aggiunto il fatto che per la fiorentina il veloce di Alghero non è la superficie preferita (anche se qualche buona partita l’ha giocata), mentre per la marchigiana questo è il periodo di ricominciare a giocare con continuità dopo una fine di 2021 e un inizio di 2022 costellati di guai fisici. A Oeiras in singolare ha già tornato a far ruggire il proprio nome, con l’augurio che questo sia soltanto il primo passo verso quella definitiva esplosione che pareva a portata di mano.

Si diceva del fatto che anche la Francia non sia messa esattamente nel modo migliore. Con l’uscita di scena di Caroline Garcia dal novero delle presenti nella terra che Giuni Russo cantò, anche Julien Benneteau qualche grattacapo ce l’ha. Kristina Mladenovic è appena rientrata, ma si è subito ritirata dopo un set a Oeiras, mentre è paradossale la situazione di Alizé Cornet, che nel Double Sunshine di Indian Wells e Miami ha raggiunto la semifinale e i quarti rispettivamente, e con compagne diverse (la canadese Leylah Fernandez in un caso, la svizzera Jil Teichmann nell’altro). Per Oceane Dodin vale il discorso di Camila Giorgi (sei partite disputate), mentre non è da ritenere significativo il potenziale contributo di Harmony Tan. Dunque, se per la Francia da Mladenovic-Cornet difficilmente si scappa, per l’Italia la scelta fissa è Jasmine Paolini. Accanto a chi, sarà da vedere. E anche per il team transalpino, al pari di quello italiano, la miglior classificata in doppio (Elixane Lechemia, numero 92) non c’è.

Foto: LiveMedia/Rob Prange/DPPI – LivePhotoSport.it

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