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Boxe, chi è Dennis Contreras, l’avversario di Michael Magnesi per il Mondiale IBO dei superpiuma
Michael “Lone Wolf” Magnesi torna a difendere il proprio titolo mondiale IBO dei pesi superpiuma in Italia. Lo farà a Civitavecchia, contro un avversario di buona levatura, il messicano Dennis Contreras. 29 anni, questo pugile di Guadalajara vanta un record di 24 vittorie di cui 22 per KO, 11 sconfitte di cui due per KO e un pareggio.
Passato professionista nel 2010, nei primi anni ha sempre combattuto tra la sua città e Tepic, con qualche puntata anche a Puebla. Il primo avversario sconfitto è stato il connazionale Diego Martinez per TKO. Dopo due anni e 15 successi in fila, la prima sconfitta: a infliggergliela, anche piuttosto a sorpresa, Josè Gonzalez Ayala. Ne arriva poi un altra contro uno che poi sarebbe stato buonissimo pugile da quelle parti, Rodolfo Hernandez Montoya, che di TKO ferisce.
La sua carriera prosegue con tre vittorie, ma, a un certo punto, sembra destinata a diventare quella dell’eterno sconfitto. Dal 2014 al 2018, infatti, si trasforma in vittima sacrificale di otto pugili su dieci: batte solo Alejandro Palmero Hernandez (che attualmente è sospeso fino a fine aprile di quest’anno) per KO il 3 settembre 2016, mentre pareggia con Eliseo Velez il 10 marzo 2018.
Improvvisamente, però, riesce a trovare le porte degli Stati Uniti. E da qui rinasce. Trova rapidamente un posto tra i leggeri, riuscendo a conquistare il titolo WBA di categoria per la Federcentro. Quattro i confronti in tal senso: conquista la cintura contro il colombiano Belmar Prechado il 28 agosto 2020, contestualmente alla ripresa dell’attività pugilistica dopo il lockdown, poi la mantiene contro il proprio connazionale Carlos Flores Villa, il cubano (residente a Miami) Hairon Socarras e un altro messicano, Cesar Juarez.
In molti di questi combattimenti, soprattutto recenti, diverse cose si sono notate di Contreras. Innanzitutto, è pugile particolarmente aggressivo, che tende a cercare incondizionatamente l’attacco. Il difetto è che non è propriamente il più veloce del pianeta, il che, unito ad alcuni difetti di natura tecnica, presta il fianco a possibili attacchi da parte degli avversari. Il pregio è che, con l’avanzare del combattimento, “Martillo” si fa sempre più pericoloso, ed è capace di trovare il KO con pochissimo, anzi con niente. In breve, un tipico esponente della scuola messicana.
Per Magnesi, dunque, un avversario più preparato, indubbiamente, rispetto a quel Khanyile Bulana che non durò nemmeno 50 secondi all’atto della conquista del titolo iridato. Certo, Contreras è sfavorito, ma quantomeno del pugilato stavolta lo si dovrebbe vedere. E con pugilato s’intende qualcosa che duri più di un battito di ciglia.
Foto: LiveMedia/Marco D’Alò