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Ciclismo
Ciclismo, Jeremy Cabot respinge le accuse dopo la grave caduta alla Liegi-Bastogne-Liegi
L’edizione numero 108 della Liegi-Bastogne-Liegi ha esaltato le doti del giovane fuoriclasse Remco Evenepoel, al primo acuto in una Classica Monumento, ma verrà ricordata anche per la maxi-caduta che ha coinvolto una miriade di corridori, costringendo tanti di loro al ritiro.
Superato lo spavento per le condizioni di Julian Alaphilippe, trasportato via in ambulanza dopo il crash, le attenzioni di ciclisti e addetti ai lavori si sono parzialmente concentrate sull’individuazione di un responsabile e tanti nomi grossi delle due ruote, quali Thomas Pidcock e Romain Bardet, hanno puntato il dito contro il francese Jeremy Cabot.
Il gregario della compagine TotalEnergies ha voluto prendere le distanze dalle accuse spiegando la dinamica dell’incidente dal suo punto di vista: “Oltre al dolore leggo dei commenti quantomeno spiacevoli se non completamente falsi – scrive Cabot sui social – Sono stato effettivamente il primo a cadere alla Liegi, un corridore ha forzato il passaggio arrivando da dietro di me mentre ero all’estrema destra della strada, a ruota dei corridori della Bora. In quel punto non c’era posto per due e la mia ruota ha toccato quella del corridore che avevo davanti, senza che avessi il tempo di frenare”.
“In una frazione di secondo è stato il caos – prosegue – Non ho mai preso rischi sconsiderati. I miei compagni, la mia squadra e i miei cari sanno peraltro quanto tempo passo in coda al gruppo per evitare i pericoli. Non sono mai stato una testa calda e non gioco mai all’ultimo che frena. MAI. Sono ancora più attento da quando sono diventato padre due anni fa. Ho sempre rispettato i miei colleghi in gruppo, la mia famiglia e la mia salute. SEMPRE. Per favore, basta con le interpretazioni e la loro diffusione”.
Foto: Lapresse