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F1, Charles Leclerc finisce sotto investigazione! Cosa ha fatto e cosa rischia la Ferrari nel GP d’Australia

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Charles Leclerc è sotto investigazione. Doccia fredda nella prima serata di Melbourne, dove il monegasco è stato raggiunto da un ordine di apparizione da parte dei commissari di gara. Il pilota della Ferrari ha conquistato la pole position del GP di Australia 2022, terza tappa del Mondiale F1, ma dopo quattro ore abbandonanti dal suo fantastico giro veloce è stato raggiunto da questa pessima notizia e ora la Scuderia di Maranello teme di poter perdere la partenza al palo.

Il motivo di questo richiamo da parte degli steward è il seguente: “La vettura numero 16 andava troppo lenta nel corso di un in-lap alle ore 08.09, non rispettando l’articolo 33.4 del regolamento FIA e la direttiva numero 4 del direttore di gara“. Nel corso del Q1, Charles Leclerc sarebbe andato troppo lento nel corso di un giro in uscita dai box, la tornata che precede il giro lanciato alla caccia del tempo.

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Sembra un’infrazione di poco conto, ma vedremo se i commissari di gara saranno clementi o se decideranno di calcare la mano e di privare il monegasco della pole position. Charles Leclerc è stato convocato per le ore 12.55 italiane (le 20.55 locali). Cosa rischia? Si va da una penalizzazione in griglia ad una semplice ammenda pecuniaria. Davanti ai commissari dovranno argomentare anche Yuki Tsunoda (AlphaTauri) e Guanyu Zhou (Alfa Romeo) per lo stesso identico motivo.

AGGIORNAMENTO 14.45 

Leclerc si è presentato dai commissari ed ha fornito tutte le spiegazioni del caso. In particolare ha evidenziato come si trattasse di un giro di cool down, ovvero necessario a far raffreddare le gomme. A metà della tornata, inoltre, aveva deciso di rientrare ai box. Durante quel giro si era creato tanto traffico in pista, con il ferrarista obbligato a rallentare vistosamente per non ostacolare i tentativi degli altri concorrenti. Di conseguenza il tempo minimo consentito è stato violato.

Gli steward, dopo aver ascoltato il pilota della scuderia di Maranello, hanno stabilito che non sarebbero stati necessari altri provvedimenti, neppure una reprimenda o una ammenda come si era pensato in un primo momento. La pole-position, di fatto, non è mai stata veramente a rischio.

Foto: LiveMedia/Florent Gooden/DPPI

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