Ginnastica e cultura fisica
Ginnastica ritmica: strada spianata per Italia e Bulgaria senza Russia e Bielorussia?
Russia e Bielorussia sono due potenze assolute nella ginnastica ritmica, anche se alle Olimpiadi di Tokyo 2020 sono tornate a casa senza medaglie d’oro: nel concorso individuale è stata l’israeliana Linoy Ashram a trionfare (ha annunciato il ritiro pochi giorni fa), nel concorso a square si è imposta la Bulgaria.
La Russia si è dovuta accontentare degli argenti col quintetto e con Dina Averina, mentre la Bielorussia del bronzo di Alina Harnasko nnella gara per individualiste. Russia e Bielorussia sono però al momento squalificate dalle competizioni internazionali, a causa del conflitto bellico aperto contro l’Ucraina. Chiaramente questa esclusione forzata, che non possiamo immaginare fino a quando si protrarrà, stravolge gli equilibri del panorama mondiale per quanto riguarda questo sport.
Le dirette interessate sono Bulgaria e Italia, che a questo punto sembrano maggiori possibilità sui grandi palcoscenici. Nella gara a squadre sembrano essere decisamente superiori, appare difficile che Israele, Cina, Ucraina (il Bel Paese ha accolto alcune atlete), Giappone o Azerbaijan possano seriamente inserirsi nella sfida per le posizioni di vertice: sulla carta potrebbe consumarsi un duello tra la Bulgaria e la formazione guidata da Alessia Maurelli.
Tra le invidualiste si apre un mondo: le russe Dina Averina e Arina Averina, le bielorusse Alina Harnasko Anastasiia Salos sono fuori dai giochi. Non è più della partita nemmeno l’israeliana Linoy Ashram. A questo punto sembra davvero spianata la strada per le nostre Milena Baldassarri, Sofia Raffaeli, Alexandra Agiurgiuculese o per le bulgare Boryana Kaleyn e Katrin Taseva, per l’israeliana Nicol Zelikman, per le ucraine che sapranno emergere e per altre potenziali outsider.
Foto: Pier Colombo