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Ciclismo
Giro d’Italia 2022, i velocisti: Cavendish al via dopo nove anni, Ewan e Demare a disturbarlo. Viviani, Nizzolo e Dainesi le migliori carte azzurre
Mancano dieci giorni alla partenza del Giro d’Italia 2022. La rincorsa alla maglia rosa partirà quest’anno con tre tappe in Ungheria, con le salite che la faranno da padrone per decidere il padrone della corsa; ma ci saranno, come sempre, anche molti arrivi allo sprint in cui vedremo alcuni dei migliori velocisti del lotto combattere per essere la ruota più veloce di tutte.
Il nome più nobile di tutti è senza dubbio quello di Mark Cavendish (Quick Step-Alpha Vinyl), di ritorno nel Bel Paese dopo nove anni di assenza. ‘Cannonball’ lo scorso anno ha sorpreso tutti con la sua rinascita al Tour de France, dove non sarà presente per dare spazio a Fabio Jakobsen; dopo le tre vittorie in questa prima parte di stagione (tra cui la Milano-Torino), l’obiettivo è dimostrare che a quasi 37 anni riesce ancora a fare la differenza in volata.
A rendergli la vita più difficile che mai, ci proverà Caleb Ewan (Lotto-Soudal): per lui già cinque vittorie in questo 2022, tra cui la terza frazione della Tirreno-Adriatico con arrivo a Terni. L’australiano ha già fatto sapere che non arriverà a Verona, ma vorrà lasciare il segno. Così come Arnaud Demare (Groupama-FDJ), che fu il velocista principe dell’edizione 2020, e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), tornato in gara al Romandia dopo un’assenza di due mesi dovuta alla frattura della clavicola alla Omloop Het Nieuwsblad. Quasi sicuro invece il forfait di Tim Merlier (Alpecin-Fenix) a causa della caduta alla Parigi-Roubaix.
Fra gli italiani, al solito le maggiori speranze vengono riposte in Elia Viviani (Ineos-Grenadiers): un suo successo al Giro manca da quattro anni, quando correva in maglia Quick-Step. Chissà se invece Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) è riuscito definitivamente a sbloccarsi con la vittoria di Verona nel 2021 dopo una sfilza infinita di piazzamenti nelle stagioni precedenti; ci proverà invece Alberto Dainese (Team DSM), che lo scorso anno alla Vuelta fu un accreditato avversario per Jakobsen; a ventiquattro anni è il momento di fare quel passo in più e diventare il punto di riferimento per la velocità azzurra.
Foto: LaPresse