Tennis
Luca Nardi: “Alcaraz presto sarà n.1 del mondo, forse non sarò mai al suo livello”
Un ritrovarsi senza stare troppo a pensarci su. Il tennis è lo sport del diavolo e le vie per massimizzare le prestazioni sono diverse. Modi differenti, ma unico fine: vincere le partite.
Ne sa qualcosa Luca Nardi, reduce da un 2021 tra alti e bassi, ma capace di riordinare le idee e di rimettere insieme i propri pezzi. Il giovane marchigiano, classe 2003, ha vinto il suo secondo Challenger stagionale a Lugano, sconfiggendo l’elvetico Leandro Riedi per 4-6 6-2 6-3.
Un riscontro che lo ha proiettato al n.231 del ranking ATP, dando seguito a quanto aveva già fatto a Forlì lo scorso gennaio. Un giocatore della caratteristiche decisamente interessanti a cui scorre la palla in maniera particolare e dal tennis a tutto campo, come si suol dire in gergo. Per conoscerlo meglio e comprendere aspirazioni e obiettivi, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.
Tennis: Luca Nardi vince il Challenger di Lugano, il secondo in carriera
Luca, come sta anzitutto?
“Bene, in fiducia“.
Sono gli effetti della vittoria di Lugano immagino?
“Assolutamente sì. Un successo importante perché nel torneo c’erano tennisti qualificati, con esperienza nel circuito maggiore alle spalle. Ne esco, quindi, con maggiore fiducia in me stesso e ottime sensazioni“.
Sappiamo vita, morte e miracoli di Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, etc. Ma che giocatore è Luca Nardi?
“Mi definisco un tennista che ama giocare a tutto campo. Sono tra quelli a cui piace cambiare le carte in tavola per mettere in difficoltà il mio avversario, variando la velocità dei colpi e, se possibile, venire a prendermi il punto a rete“.
Un gioco completo come quello di Carlos Alcaraz. Che cosa ne pensa dello spagnolo?
“Credo che lui sia un fenomeno e in questo momento è su un altro pianeta. E’ mio coetaneo, ma ha un tennis tale che penso arriverà molto presto in vetta alla classifica mondiale. Ognuno ha il suo percorso, io il mio. Magari non arriverò mai al suo livello, ma vedremo fino a che punto saprò spingermi“.
E lei aspira a quel traguardo?
“Sinceramente preferisco non dirlo perché solo pochi riescono a spingersi così avanti. Io vorrei essenzialmente giocare un torneo del Grande Slam e fare del mio meglio. E’ facile dire: ‘Voglio vincere un Major’. Io credo che sia meglio lavorare, allenarsi e poi vedere a che punto si è“.
Umiltà e voglia di fare, quindi, e ora quali sono i prossimi programmi?
“Giocherò il Challenger di Barletta, poi andrò in Croazia, disputando i tornei sulla terra per salire ancora di classifica. Non ho particolari obiettivi. Come ho già detto, io cerco di impegnarmi al massimo e poi quello che viene è la logica conseguenza“.
Foto: LiveMedia/Laurent Sanson/DPPI