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Masters 1000 Montecarlo 2022: Stefanos Tsitsipas in cerca della conferma nella finale con Alejandro Davidovich Fokina

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Se si eccettua il regno di Rafael Nadal, in Era Open sono stati pochissimi a fare il bis a Montecarlo. Ce l’hanno fatta Ilie Nastase (che fece tris, 1971-1972-1973), Bjorn Borg (1979-1980), Thomas Muster (1995-1996) e Juan Carlos Ferrero (2002-2003). Prima della fine della divisione dilettanti-professionisti, invece, ci riuscì tra gli altri Nicola Pietrangeli nel 1967 e 1968.

Quest’oggi il destino può favorire, in tal senso, Stefanos Tsitsipas. Il greco, che numero 5 del mondo era e tale rimarrà a fine torneo, vuole andarsi a prendere quanto già vissuto nel 2021: stavolta l’avversario è a sorpresa, lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, che già così ritoccherebbe il proprio best ranking al numero 27. In caso di vittoria finale, entrerebbe invece per la prima volta nella top 20 partendo proprio dal 20° posto.

Sono due i precedenti: il primo è dell’anno scorso e si giocò proprio a Montecarlo. O meglio, si disputò solo in parte, perché dopo aver vinto il primo set per 7-5 Tsitsipas approfittò del ritiro del suo avversario. Molto più vivace la sfida di Rotterdam, sul veloce indoor, quest’anno: 7-5 6-7(1) 6-4 a favore del greco, che ci mise due ore e 40 minuti per venire a capo del ventiduenne di Malaga.

Masters 1000 Montecarlo 2022, Stefanos Tsitsipas liquida Alexander Zverev e difenderà il titolo contro Davidovich Fokina

Per quest’ultimo non solo si tratta della prima finale in un 1000, ma è anche la prima in assoluto a livello ATP. L’uomo che vinse Wimbledon a livello junior nel 2017 sta ormai eleggendo a luogo favorito tutto quel che ruota attorno al Campo Ranieri III e al Campo dei Principi, ma più in generale si trova con una marcia in più appena si parla francese: quarti a Montecarlo 2021, quarti al Roland Garros 2021, finale a Montecarlo 2022.

Quanto a Tsitsipas, invece, diciannovesima finale sul circuito e quarta in un 1000, e la sensazione che, dopo il pericolo scampato con l’argentino Diego Schwartzman, abbia ora davvero in mano le chiavi per il titolo. L’ha dimostrato, del resto, già in semifinale, avendo demolito le speranze di Alexander Zverev, con il tedesco uscito peggio dalla sfida con Jannik Sinner. Che l’ellenico fosse in forma lo aveva già capito Fabio Fognini, che si è visto travolgere per 6-3 6-0 al primo turno, e anche battere il serbo Laslo Djere sul rosso, sebbene in due set tirati, è cosa notoriamente non semplicissima.

Ben più sorprendente il cammino dell’iberico, che si è sempre trovato davanti ostacoli particolari dopo l’abbastanza semplice primo turno con lo statunitense Marcos Giron: Novak Djokovic, il numero 1 del mondo al rientro (in condizioni non propriamente eccezionali), una versione del belga David Goffin ritenuta da tutti rediviva, l’americano Taylor Fritz che quest’anno è diventato forse più forte che mai, infine il bulgaro Grigor Dimitrov, prigioniero ancora una volta della propria mente.

La solidità finora mostrata da Davidovich Fokina, soprattutto con il dritto, basterà a frenare l’estro di Tsitsipas? Potrebbe stranamente essere possibile, ma rimangono da capire tante cose. In primis, due ore e 44 minuti sono sempre complesse da recuperare, e tante ne ha trascorse in campo ieri l’iberico. In seconda battuta, anche il greco non è stato esente da momenti di blackout nel corso del torneo (lo sa bene Schwartzman). E poi c’è un ampio fattore psicologico, che ha già condizionato molto lo spagnolo ieri e che può risultare anche oggi d’impatto. Tutte le risposte, però, le darà il campo.

Foto: LaPresse

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