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MotoGP, Francesco Bagnaia: un 5° posto che fa morale in un Mondiale senza padrone
Se si ha l’ambizione di vincere il Mondiale, si può essere soddisfatti per un 5° posto? Nel caso di Francesco Bagnaia sì, perché alla luce delle premesse poste dalla giornata di sabato, il risultato odierno è totalmente insperato. Il ventiquattrenne piemontese si era qualificato mestamente a centro griglia, incapace di trovare il set-up adeguato per una Ducati GP22 che, come una puledra imbizzarrita, sembrava cercare di disarcionarlo a ogni giro.
L’impressione data da Pecco era quella di essere in confusione totale, con il rischio quindi di colare a picco anche in gara. Sarebbe stata la terza negativa di fila dopo il brutto errore di Lusail e l’anonima prova sotto la pioggia di Mandalika. Invece la notte ha portato consiglio e rinvigorito la punta di diamante della Ducati, apparso subito a proprio agio sin dalle primissime battute. Un altro Bagnaia rispetto a sabato, capace di risalire la china fino alla quinta piazza. Il migliore tra chi non ha passaporto spagnolo.
D’accordo, se fossimo a tavola staremmo parlando di un minestrone, non certo di filetti, tagliate o altre prelibatezze. Però, dopo due pasti saltati, anche una semplice zuppa di verdure soddisfa e permette di saziare un po’ l’appetito. Gli 11 punti raccolti a Termas de Rio Hondo “fanno legna” nell’economia di un Mondiale ancora senza padrone, soprattutto perché Pecco ha inaspettatamente chiuso davanti a Fabio Quartararo, lui sì sprofondato, almeno nelle fasi iniziali della corsa, prima di limitare i danni con l’ottava piazza.
Sostanzialmente tra i due oggi c’è stato un pareggio, ma per l’italiano può essere definito un “pari in trasferta”, perché ha saputo impattare con il francese dopo un sabato da incubo. C’era il rischio di tracollare e di ritrovarsi a quasi 50 lunghezze dal transalpino. Invece ora siamo a -23. Fermo restando che si ragiona sui pretendenti al titolo designati alla vigilia di una stagione ancora priva di valori definiti.
Al momento vige l’anarchia assoluta e nessuno riesce a fare la differenza. Mai da quando si adotta questo sistema di punteggio, ovvero da 30 anni, il leader della classifica iridata aveva così pochi punti dopo tre gare (Aleix Espargarò ne ha 45, una media di 15 a GP). In altre parole anche un quinto posto va benissimo, soprattutto se figlio una reazione dopo il sabato peggiore da tempo immemore. Chissà, forse il Mondiale di Pecco è cominciato per davvero solo oggi, con un po’ di ritardo, ma comunque ancora in tempo per giocarsi il titolo.
Foto: MotoGPpress.com