MotoGP
MotoGP, i piloti italiani e la Ducati stanno già perdendo il treno iridato 2022?
Sono andate in archivio cinque delle ventuno gare in programma nel Mondiale di MotoGP. Mancano ancora tre quarti abbondanti di stagione, ma le possibilità di vedere un italiano conquistare il titolo a tredici anni di distanza dall’ultimo di Valentino Rossi si stanno già riducendo. D’accordo, Enea Bastianini era arrivato a Portimao da leader della classifica generale, ma il riminese rappresenta davvero un candidato all’Iride? Un team satellite non ha mai partorito un Campione del Mondo, ma soprattutto la Bestia guida una moto del 2021, dunque non evolvibile rispetto a quelle del 2022, che con il passare delle gare miglioreranno sempre di più.
Il ventiquattrenne romagnolo ha già ottenuto molto di più di quanto si pensava potesse raccogliere. Chi mai avrebbe pensato potesse vincere due gare? Il suo lo ha già fatto, dimostrando di poter ambire a un posto al Sole nella MotoGP del 2023, sia esso ancora in Ducati o altrove. Il 2022 di Bastianini rimarrà positivo indipendentemente da quanto accadrà da qui a novembre e può essere propedeutico a un eventuale assalto al Mondiale del prossimo anno.
La carta italiana è (era?) unanimemente considerata Francesco Bagnaia, ma per una ragione o per un’altra c’è sempre qualcosa che va storto. Anche Portimao è un weekend al termine del quale si deve scegliere se guardare il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Di sicuro, però, i titoli iridati non si vincono in questo modo, soprattutto se altri si scolano un’intera bottiglia, come ha fatto Fabio Quartararo nella giornata di ieri.
Bastianini è ancora lì, a 8 lunghezze dai battistrada, ma come detto più si andrà avanti con lo sviluppo delle moto, più lui appare destinato a soffrire. Bagnaia è a -38 dal tandem composto da Quartararo e Rins. Non è un distacco insormontabile, ma al tempo stesso significa essere alla pari con Jack Miller, che sarebbe già stato scaricato da Ducati, e con Marc Marquez, il quale ha corso solo il 60% dei GP. Insomma, se per Pecco la musica non cambia in fretta, il treno per il Mondiale rischia di essere perso già in primavera.
Lo stesso discorso vale anche per la Ducati tout-court. Chi è il go-to-guy per il titolo della Casa di Borgo Panigale? Avrebbe dovuto essere Bagnaia, attualmente però in crisi d’identità e alla ricerca della miglior versione di sé stesso. Ora come ora il meglio piazzato nella classifica generale è Bastianini, della cui situazione abbiamo già parlato. Miller non è un centauro da Mondiale, perché gli manca continuità, inoltre sarebbe sul piede di partenza per fare spazio a Jorge Martìn. Lo spagnolo sarà velocissimo, ma è ancora poco concreto. Johann Zarco è a -18 da Quartararo, però la sensazione è che sia al suo limite massimo.
A oggi l’impressione è che per i centauri italiani e per Ducati ci siano poche possibilità. Il concetto non è poi così dissimile per Aprilia, che anzi sta disputando una stagione ben al di sopra delle aspettative. Mancano ancora sedici Gran Premi. Sono tantissimi e con un filotto vincente si può sovvertire la situazione. Cionondimeno, in questa MotoGP ultra livellata, c’è qualcuno in grado di realizzarlo?
Il sospetto è che per rivedere l’Italia sul tetto del mondo della classe regina, con un pilota o con una moto, si debba attendere ancora e l’appuntamento possa essere rimandato quantomeno al 2023. Bastianini o l’Aprilia sarebbero delle sorprese clamorose, ben più di Joan Mir nel 2020 (l’iberico comunque aveva saputo dominare una stagione in Moto3 e correva in un factory team). Se Bagnaia non si risveglia dal torpore più o meno istantaneamente, si potrà tornare a parlare di Iride solo l’anno prossimo.
Foto: MotoGPpress.com