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MotoGP, Jerez pista amica di Quartararo e Yamaha. Ducati, però, nel 2021 ha trovato le giuste contromisure

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Mandato in archivio il GP di Portogallo, il Motomondiale non rimane inerte. Anzi, sfruttando la relativa prossimità tra Portimao e Jerez de la Frontera, ci si appresta a mandare in scena una gara anche nell’imminente weekend. Infatti domenica 1° maggio sarà il giorno del Gran Premio di Spagna, sesto round della stagione. Il palcoscenico del primo dei quattro appuntamenti previsti in terra spagnola nel 2022 sarà il circuito Angel Nieto, edificato in Andalusia e ben conosciuto  da tutti gli addetti ai lavori. L’autodromo è uno dei più longevi del calendario ed è spesso utilizzato per effettuare test, dunque non racchiude alcun segreto.

I connotati di Jerez sono presto detti. Il tracciato è caratterizzato da una sede stradale stretta e soprattutto dall’assenza di lunghi rettilinei, in quanto il dritto più lungo misura circa 600 metri. Cionondimeno, non mancano le violente frenate. È una pista nervosa, dove non si può mai tirare il fiato. Da queste parti vengono esaltate doti quali accelerazione e agilità delle moto, mentre la potenza dei motori passa in secondo piano.

Alla luce di queste premesse, è evidente come Yamaha possa per una volta attaccare. Fabio Quartararo lo ha detto apertamente, se si vuole vincere il Mondiale bisognerà correre in difesa nei contesti ostili e provare a vincere a tutti i costi negli habitat amici. Jerez può essere alleato della M1, proprio perché il deficit in termini di cavalli dell’ultimogenita della Casa di Iwata rispetto alle concorrenti dirette dovrebbe avere un peso specifico inferiore. Attenzione però, perché Ducati potrebbe mettere sul piatto un’accelerazione brutale, che potrebbe fare la differenza nelle ripartenze dalle curve secche (quelle veloci, invece, si annunciano terreno fertile per Yamaha).

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Insomma, difficile dire chi possa avere la meglio tra M1 e Desmosedici. Storicamente qui la Casa di Borgo Panigale ha sempre sofferto, ma nel 2021 è stata in grado di realizzare una splendida doppietta. Poi chissà, magari tra le due litiganti, godrà la terza incomoda. In tal senso occhio alla Suzuki, che potrebbe rappresentare una sorta di sintesi virtuosa. Comunque sia, ormai nella MotoGP odierna, caratterizzata da un livellamento estremo, conta soprattutto un fattore. Trovare il giusto set-up per sfruttare al meglio gli pneumatici. In altre parole, emergerà chi sarà in grado di regolare idealmente la propria moto.

JEREZ DE LA FRONTERA, PODI ULTIMI 10 GP
2013 – Pedrosa (Honda), Marquez (Honda), Lorenzo (Yamaha)
2014 – Marquez (Honda), Rossi (Yamaha), Pedrosa (Honda)
2015 – Lorenzo (Yamaha), Marquez (Honda), Rossi (Yamaha)
2016 – Rossi (Yamaha), Lorenzo (Yamaha), Marquez (Honda)
2017 – Pedrosa (Honda), Marquez (Honda), Lorenzo (Ducati)
2018 – Marquez (Honda), Zarco (Yamaha), Iannone (Suzuki)
2019 – Marquez (Honda), Rins (Suzuki), Viñales (Yamaha)
2020 (I) – Quartararo (Yamaha), Viñales (Yamaha), Dovizioso (Ducati)
2020 (II) – Quartararo (Yamaha), Viñales (Yamaha), Rossi (Yamaha)
2021 – Miller (Ducati), Bagnaia (Ducati), Morbidelli (Yamaha)

Foto: La Presse

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