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MotoGP
Motomondiale 2022, Italia (per ora) padrona! Comanda in ogni classe grazie al tridente Bastianini, Vietti, Foggia
Il Motomondiale osserva una settimana di pausa prima di sbarcare in Europa. Le danze riprenderanno nel weekend del 22-24 aprile a Portimao, in Portogallo. La stagione è ancora giovane, ma con quattro gare già andate in archivio si può tracciare un bilancio preliminare in attesa delle competizioni previste nel Vecchio continente. Andiamo, dunque, ad analizzare che principio di 2022 è stato per i piloti italiani. Dopotutto, un centauro del Bel Paese è in testa alla classifica iridata in ognuna delle tre classi!
Enea Bastianini è la principale rivelazione della corrente annata agonistica. Il ventiquattrenne riminese aveva già saputo distinguersi sul finire dello scorso anno, salendo un paio di volte sul podio, ma nessuno avrebbe mai immaginato di vederlo così competitivo. Dell’alfiere del team Gresini impressiona il modo con cui ha colto i suoi due successi, poiché a Lusail e Austin ha corso da veterano consumato e da campione affermato. Invece è un pilota emergente, solamente al secondo anno nella classe regina! Può essere un candidato al titolo? Difficile, alla lunga il fatto di avere per le mani una moto meno evoluta (e non evolvibile) finirà per pesare, ma le due vittorie rendono già positivo il bilancio di tutto il suo 2022. La Bestia è però l’unico vero raggio di Sole in un cielo che di azzurro, per la verità, ha ben poco.
L’esplosione di Bastianini compensa l’implosione di Francesco Bagnaia, che di contro è la delusione numero uno della fase iniziale. A inizio marzo tutti gli addetti ai lavori erano concordi, Pecco veniva considerato uno dei tre favoriti per la conquista del Mondiale assieme a Fabio Quartararo e Marc Marquez. Invece il piatto piange, perché il piemontese non è mai davvero riuscito a lasciare il segno, se non per brevi momenti. Qualcuno potrà obiettare che neppure gli altri due principali pretendenti all’Iride hanno rubato l’occhio. Vero, ma il francese comunque ha quasi il doppio dei punti rispetto all’italiano, mentre lo spagnolo ne ha soli 2 in meno pur avendo corso la metà dei GP!
Inoltre non va dimenticato come El Diablo e MM93 siano complessivamente i più incisivi in casa Yamaha e Honda. Al contrario Bagnaia vede, spesso e malvolentieri, altre Ducati chiudergli davanti. C’è ancora spazio per rimontare, il finale di 2021 ha dimostrato come Pecco possa essere implacabile nel momento in cui trova fiducia e “sente” la moto come vuole. Cionondimeno, affinché le chance di lottare per l’Iride restino vive, è necessario trovare in fretta il giusto feeling con la Desmosedici GP22.
Gli altri italiani? Non pervenuti, o quasi. C’è qualcosa di buono nel tandem del team Mooney VR46. Luca Marini si è reso protagonista di un paio di lampi sul giro secco, ma in gara si è sempre perso. Marco Bezzecchi si è fatto notare in Argentina, però è pur sempre un rookie in fase di apprendistato. Quest’ultimo concetto vale anche per Fabio Di Giannantonio, che però finora fa da riempitivo senza mai uscire dalle retrovie.
Franco Morbidelli è in crisi nera. D’accordo, la Yamaha non è il massimo, ma il ventiseienne romano sinora è stato costantemente sovrastato dal compagno di box. La moto è la stessa di Andrea Dovizioso, che sicuramente dal suo comeback si aspettava qualcosa in più di lottare per racimolare qualche punto.
Allargando lo sguardo alle classi inferiori, si può affermare che Celestino Vietti e Tony Arbolino stiano rispettando le più rosee aspettative della vigilia. Messi assieme, il ventenne piemontese e il ventunenne lombardo hanno vinto tre gare su quattro. Entrambi sono in corsa per la conquista del Mondiale di Moto2, soprattutto il primo, apparso complessivamente il pilota più competitivo nei quattro round iniziali. L’occasione è propizia, soprattutto perché quest’anno il livello medio della classe cadetta si direbbe piuttosto basso. D’altronde tanti protagonisti dell’ultimo biennio sono saliti rapidamente in MotoGP, quindi c’è spazio per farsi valere.
Infine, in Moto3, Dennis Foggia sta facendo quello che ci si aspettava facesse, ovvero candidarsi al titolo. Ai nastri di partenza della nuova stagione era considerato uno dei favoriti per arpionare l’Iride e lui ha risposto presente. La strada da percorrere è ancora lunga, ma il ventunenne romano è esattamente dove poteva e voleva essere, in testa alla classifica generale. Va rimarcato come stia facendo bene anche Andrea Migno. Pregi e difetti del soggetto sono risaputi e la continuità non è mai stata il piatto forte della casa. Cionondimeno, i picchi di rendimento sono da primo della classe. La domanda è quante luci e quante ombre ci saranno nel 2022. Per ora siamo fifty-fifty, quanto basta per collocarlo in terza posizione nel Mondiale, davanti ad avversari anche più quotati.
In conclusione, non ci si può lamentare. Se mettiamo insieme le tre classi gli italiani hanno raccolto 7 vittorie su 12 e, come detto, guidano la graduatoria iridata dovunque. Si è visto di peggio, tanto per usare un eufemismo. Forse manca profondità, perché in ogni categoria si fa affidamento su uno/due uomini, però quei pochi in grado di graffiare lo stanno facendo bene.
Foto: MotoGPpress.com