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Nuoto, Assoluti Riccione 2022: il bilancio. Martinenghi, Miressi e Pilato sul tetto del mondo. Paltrinieri c’è, arriva Galossi

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Nessuna sorpresa, l’Italnuoto è in salute anche dopo un Assoluto con pochi ma fragorosi fuochi d’artificio. Dopo un 2022 di botti continui, non solo in Italia, tutto si allinea perché gli atleti non sono macchine o robot e hanno bisogno anche loro di rallentare il ritmo per non andare fuori giri.

L’Assoluto di Riccione ha detto tanto: ha detto che ci sono azzurri che stanno raggiungendo una dimensione globale ed altri che hanno necessità di rifiatare, ha detto che la vasca lunga non è la vasca corta (e aggiungiamo purtroppo, visto che alcuni grandi protagonisti della stagione invernale proprio non riescono a trasferire le loro qualità in vasca lunga o quantomeno faticano), ha detto che c’è qualche giovane interessante che è riuscito a superare brillantemente il “buco” dei due anni di pandemia, ha detto che non bisogna mai arrendersi perché si può tornare ad altissimi livelli anche dopo qualche stagione difficile.

I TOP. Lo zoccolo duro degli azzurri che si fa trovare pronto sempre e comunque, che sia andato forte tutto lo scorso anno o meno, è sempre più nutrito e questa è una buona notizia. Nicolò Martinenghi ha raggiunto un livello di qualità elevatissimo e ha ormai imparato come mantenere la condizione per tutta la stagione, facendosi trovare pronto ai picchi al momento giusto. Stesso discorso si può fare per Alessandro Miressi che ormai ha il suo standard sotto i 48″, un crono che, detto da lui stesso, verrà accettato solo in batteria da ora in poi. Benedetta Pilato sta velocemente entrando nell’elite mondiale anche dei 100 rana, oltre che dei 50 e questa è una grande notizia. La seconda parte della passata stagione aveva lasciato qualche nuvola sul cielo della ranista tarantina che, a Riccione, ha spazzato via tutto, con prestazioni ma soprattutto con un atteggiamento convincenti. Il 52″99 ottenuto nei 100 dorso da Thomas Ceccon, secondo tempo al mondo in questa stagione, vale molto di più, viste le condizioni precarie con cui si è presentato l’atleta veneto a questi Campionati. Il 2022 è stato l’anno dell’esplosione di Ceccon che potrà regalare tante soddisfazioni al nuoto italiano, forse anche su distanze finora inesplorate (non solo i 200 misti).

LE SICUREZZE. Dal mezzofondo arrivano le conferme attese. Simona Quadarella ha messo il computerino in testa ed ha ottenuto i tempi che servivano a conquistare la qualificazione ai Mondiali. Ha un Europeo in casa due mesi dopo ma all’appuntamento iridato non vuole mancare: dicesi campionessa. Gregorio Paltrinieri è ripartito, forse più forte in acque libere che in piscina, ha ammesso che, con i due o tre ori in tasca che avrebbe potuto conquistare a Tokyo se la salute lo avesse assistito, forse avrebbe smesso, invece è pronto a tutte le battaglie di un’estate lunghissima, con tempi già soddisfacenti.

I RIMANDATI. Color che son sospesi non sono pochi. C’è chi ha salvato la qualificazione al Mondiale attraverso le staffette, c’è chi non è ancora qualificato ma difficilmente starà a casa: due fra tutti. Alberto Razzetti arriva da un 2022 straordinario. Due medaglie all’Europeo in vasca lunga, una finale olimpica, una pioggia di medaglie fra cui due ori ad Europei e Mondiali in vasca corta. Non è ripartito a mille ma è un elemento di cui l’Italia non può fare a meno e c’è da giurare che farà di tutto per presentarsi in forma a Budapest. Anche Federico Burdisso ha staccato la spina per dedicarsi all’avventura statunitense e, dopo la batteria dei 200 farfalla, ha perso brillantezza. E’ sicuramente uno dei ripescabili. Lorenzo Zazzeri a Budapest andrà: a Riccione è apparso in palla nei 100 dove ha ritoccato il personale, meno nei 50 dove cercherà di bissare la finale olimpica. Gabriele Detti ha fatto vedere a sprazzi qualcosa di buono: si è qualificato per la 4×200 con un ottimo secondo posto, proverà a tornare protagonista nelle gare individuali.

I RITORNI. Uno su tutti, Luca Dotto: campione italiano dei 50 stile libero dopo due anni di oblio con tante motivazioni. A Roma ci sarà e potrà tornare buono anche per la staffetta ed è già un grande risultato. Giacomo Carini era già tornato un anno fa ma in questa edizione e si è preso la soddisfazione di vincere una delle gare più attese, i 200 farfalla battendo Razzetti e Burdisso. Piero Codia, dopo l’exploit di Glasgow, non era più riuscito ad esprimersi su altissimi livelli. Ha cambiato quasi tutto, è tornato nella sua Trieste e ha dominato nella farfalla veloce con tempi di tutto rispetto, conquistandosi il posto per Budapest.

LE RIVELAZIONI. A proposito di cambiamenti, due atleti hanno infiammato la Piscina Comunale di Riccione, Marco De Tullio e Silvia Scalia. De Tullio si è trasferito da Ostia a Roma agli ordini di Christian Minotti ed è apparso trasformato in acqua per atteggiamento e per efficacia della nuotata. Ha vinto 400 e 200 stile libero, si è proposto come trascinatore di una staffetta 4×200 che può puntare in altissimo e soprattutto ha espresso una aggressività che potrebbe essergli molto utile in futuro. Silvia Scalia ha ritoccato per due volte il record italiano dei “suoi” 50 dorso, ha conquistato il pass per Budapest e, anche lei, arrivata in autunno alla corte di Matteo Giunta, sembra aver cambiato atteggiamento e registro in acqua, anche se sui 100 è stata meno efficace.

QUELLI DELLA VASCA CORTA. Gli specialisti della vasca da 25 metri che hanno infiammato gli appassionati a Kazan e Abu Dhabi ma anche a Riccione, hanno faticato e non poco nel primo appuntamento in vasca lunga. Michele Lamberti, straripante a Kazan in novembre, ha vinto i 50 dorso confermandosi su buoni livelli ma non è esploso come ci si attendeva. Matteo Rivolta è tornato ai livelli dello scorso anno in lunga dopo essersi laureato campione del mondo in corta, stessa cosa per Lorenzo Mora, che è piaciuto discretamente nei 200 dorso ma non riesce ancora ad esprimersi nella piscina da 50 metri. Un passo indietro.

I GIOVANI. Il nome forte è uno, quello di Lorenzo Galossi che sta riscrivendo la storia dello stile libero maschile in Italia. E’ un prospetto straordinario ma va fatto crescere con meno pressione possibile. Fisicamente è straripante e anche mentalmente è solido e brillante: incrociamo le dita. C’è Simone Cerasuolo, “figlioccio” di Fabio Scozzoli a Imola che è piaciuto più sui 50 che sui 100 rana, Qualcosa si muove nello stile libero femminile: dare un’occhiata all’età media delle protagoniste della finale dei 400 stile libero, c’è qualcosa anche nella velocità. Non è l’anno giusto per andare a trovare i talenti del futuro: un anno e mezzo di piscine chiuse o aperte a singhiozzo hanno lasciato il segno di cui si pagheranno le conseguenze fra qualche stagione, sperando che questa splendida generazione di fenomeni possa coprire qualche buco.

Foto: LaPresse

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