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Nuoto, Benedetta Pilato: la parabola ritorna ascendente. E quando riuscirà a gestire gli ultimi 25 metri…

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Una delle immagini simbolo della prima giornata degli Assoluti di Riccione è Federica Pellegrini in tailleur blu che premia Benedetta Pilato e soprattutto le parla come fosse una veterana. Benedetta Pilato ha vissuto in tre anni, dai 13 ai 16 quello che tanti atleti vivono in una carriera intera, magari molto più avanti con l’età: trionfi, titoli, record, anche mondiali, medaglie e pure qualche delusione.

il 2021 ha segnato il suo momento no: il sogno olimpico di Tokyo, prima desiderato, poi conquistato, si è bruciato in un minuto, poco più e da lì nulla è stato facile per la ranista tarantina, che ha dovuto fare i conti con qualche infortunio, con un fisico che cambiava come è normale che sia per una ragazza di 16 anni. Ha accettato la sfida, ha affrontato le difficoltà come solo i campioni veri sanno fare, con un mix tra serietà e fatalismo, ne è uscita, nonostante un contrattempo a febbraio scorso quando uno stiramento all’addome l’ha costretta a interrompere la preparazione.

E’ tornata, forte come prima, forse più forte di prima. E’ tornata e si vede dall’espressione, da quel sorriso raggiante che l’ha accompagnata da quando, 13enne, si mise in mostra sempre nella vasca di Riccione salendo sul podio dei “suoi” 50 rana. E’ tornata con due obiettivi: mettere a tacere tutte le domande sui 100 rana e riuscire ad essere competitiva a livello mondiale nei 50 che tornano a contare qualcosa per due anni, prima di rientrare nelle gare utili nella stagione olimpica.

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Riccione ha emesso il suo verdetto: il lavoro sui 100 rana funziona, Vito D’Onghia, che questa ragazza l’ha cresciuta e la conosce più di ogni altro, è la persona giusta al posto giusto e le prospettive tornano ad essere ottimali in un mondo della rana che cresce ogni giorno a livello globale e che in Italia con la frenata, programmata, di Martina Carraro, rischia di vivere una stagione di tregua con Castiglioni e Pilato su tutte le altre.

Resta l’aspetto tecnico su cui Benedetta Pilato non ha mai smesso di lavorare e che può fruttare altri miglioramenti, soprattutto sulle gare più lunghe. L’aggressività nella nuotata si è allungata da 60 a 75/80 metri, serve quel piccolo step per essere brillante anche nel finale che vuole dire tantissimo perché, a livello internazionale, essere brillanti in volata fa la differenza. L’ultimo passo per essere protagonista nella gara olimpica e, anche se lei nega fortemente, potrebbe essere un passaggio per tentare anche la via dei 200: una sofferenza, per ora ma, non dimentichiamolo, Benedetta Pilato ha 16 anni e potrebbe avere di fronte una lunga carriera.

Foto Lapresse

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