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Parigi-Roubaix: Patrick Lefevere sull’incidente di Lampaert: “Ai miei tempi mi sarei alzato e avrei colpito lo spettatore”

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Come sempre la Parigi-Roubaix è stata palcoscenico di tante cadute rovinose, ma quella che ha coinvolto Yves Lampaert nel finale non è stata dovuta alle pietre o al fango, bensì ad uno spettatore che occupava con le braccia la sede stradale, finendo per intralciare il belga.

Il corridore della QuickStep era insieme a Matej Mohoric all’inseguimento del poi vincitore Dylan Van Baarle e un risultato da podio poteva sicuramente essere alla sua portata. Invece, a 7 km dalla fine, si è trovato per terra, sbattendo anche piuttosto violentemente. Le immagini non lo hanno mostrato, ma pare che anche un altro corridore del team belga, Florian Senechal, sia caduto per lo stesso esatto motivo.

Sul tema si è espresso il grande capo del “wolfpack”, Patrick Lefevere, come sempre senza peli sulla lingua: “Non è la prima volta che è successo e non sarà l’ultima – ha detto a VeloNews – così come è successo a Tony Martin al Tour, oggi è capitato ai nostri”.

VIDEO Yves Lampaert, bruttissima caduta alla Parigi-Roubaix: contatto con un tifoso sul pavé, volo terribile

“Il problema è che queste persone non ragionano – ha continuato Lefevere – i corridori soffrono per 250 km, si preparano settimane per queste gare e un solo tizio stupido rovina tutto. Sono certo che lui dormirà tranquillo stanotte, i problemi sono solo per Yves. È un disastro”.

Quando gli è stato chiesto cosa si possa fare in queste situazioni, Lefevere non ha avuto grandi dubbi: “Non c’è molto che si possa fare. Ai miei tempi mi sarei alzato, avrei preso la mia bicicletta e l’avrei colpito in testa, ma purtroppo non si può fare. Al massimo questo tizio avrà una multa, potrebbe aver bisogno di un avvocato, ma non più di questo”.

Foto: LaPresse

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