Pattinaggio Artistico a rotelle
Pattinaggio artistico a rotelle, Rebecca Tarlazzi: “Dopo il Mondiale ho passato un brutto periodo, adesso punto ai World Games”
Una Regina che non ha paura di mostrare tutte le sue fragilità. Forse è questo il modo migliore per descrivere Rebecca Tarlazzi, fuoriclasse assoluta del pattinaggio artistico a rotelle con alle spalle la bellezza di tredici titoli iridati conquistati tra singolo e coppia dal 2012 al 2021; un vero orgoglio per la Federazione Italiana Sport Rotellistici (che proprio quest’anno festeggia il centenario).
Una carriera, quella di Rebecca, costellata da giganteschi successi ma anche da tanti momenti di blackout, da cui è sempre ripartita buttando il cuore oltre l’ostacolo migliorandosi sempre di più. Gara dopo gara, annata dopo annata.
L’ultima stagione, in tal senso, è stata folgorante: l’atleta seguita da mamma Annalisa Marelli (coach anche della Campionessa Europea cadetti Matilde Caputo) da papà Stefano e da Michele Terruzzi ha infatti ottenuto a suon di record il gradino più alto del podio in tutte le gare a cui ha partecipato, vincendo con un margine ampissimo in termini di punti in quella che è stata sì una cavalcata trionfale ma che, alla fine, ha presentato il suo conto, gettando la Campionessa nuovamente in un periodo no.
Pattinaggio artistico a rotelle: l’Artistic Skating World Cup diventa realtà. Le date
A poche settimane dall’inizio della nuova stagione abbiamo intercettato Rebecca Tarlazzi, parlando con lei proprio di questi momenti difficili oltre che delle aspettative per il nuovo anno, tutto incentrato su un unico obiettivo: i World Games, in scena a Birmingham (Stati Uniti) dal 7 al 17 luglio.
Rebecca, la tua scorsa stagione è stata pressoché perfetta. Sei riuscita a conquistare tutti i titoli a disposizione, terminando con il secondo oro consecutivo nella massima categoria ottenuto ai Mondiali di Asuncìon (Paraguay). Come hai vissuto l’off season?
“Dopo il Mondiale non ho passato un buon periodo. Già durante la preparazione dei Campionati Europei stavo molto male, accusavo un dolore forte alla milza che poi mi ha accompagnato fino ad Asunciòn, fattore che ha pesato tanto sia in gara che negli allenamenti. Tornata a casa avevo già perso tanti chili, complice anche il tipo di alimentazione in Paraguay, dove molto era a base di lattosio a cui io sono intollerante. Nel giro di quarantottore dal mio atterraggio poi ho avuto due perdite importanti in famiglia, e come se non bastasse nella stessa settimana sono finita al pronto soccorso a causa di una tonsillite acuta. Proprio lì dopo una giornata intera ho scoperto di avere la mononucleosi e di averla avuta anche durante le ultime gare; un roba da cardiopalma perché ho rischiato di farmi molto male. Fortunatamente però è andata bene“.
Sembra proprio che le tue difese immunitarie siano crollate con l’allentarsi della pressione…
“In generale la stagione scorsa è stata davvero molto pesante. Nel mentre ho avuto anche alcuni problemi di alimentazione: ho smesso di mangiare; è stato come uno scarico completo di tutto l’anno, sono arrivata anche a pesare 44 KG. Poi sono rinsavita. Ho messo i pattini due mesi dopo i Mondiali perché facevo proprio fatica sia da un punto di vista fisico che mentale. A Natale ho messo la testa in ordine, in pratica ho iniziato da poco, ho iniziato a montare lo short due settimane fa“.
Come se non bastasse nel frattempo hai avuto anche alcune grane con la tua ex società. Che cosa è successo nello specifico?
“Abbiamo avuto dei problemi durante la fase più importante della stagione. Fondamentalmente dopo i Mondiali il gruppo guidato da mia madre [Annalisa Marelli] composto da dieci pattinatori, tutti di alto livello, è stato costretto a cambiare pista. Abbiamo avuto tantissimi problemi nel trovare una nuova sistemazione; non è facile per un team forte e competitivo come il nostro trovare accoglienza da altre parti. Il primissimo periodo ci siamo allenati a Sant’Agata, unico comune che ci ha aiutato davvero, in una struttura all’aperto, impraticabile però nei mesi più freddi. Altri comuni invece ci hanno concesso soltanto 90 minuti a settimana. Dopo tanto girovagare abbiamo trovato un impianto nel modenese, a San Donnino, lo stesso in cui allena il tecnico di danza Beatrice Lotti. Per ora siamo lì, poi con la stagione calda torneremo a Sant’Agata“.
Adesso però è nata da poco la vostra società, la TM Academy…
“La società è stata fondata proprio durante le gare di singolo dei Mondiali, il logo è stato disegnato da me. L’urgenza in questo momento è trovare un impianto che sia nostro. Alla fine devi fare per conto tuo, soprattutto perché mia madre è un tecnico ormai richiesto da tutti; lei ha bisogno di avere una struttura che sia vicino casa: oggi ci facciamo 100 chilometri tra andata e ritorno, investendo anche un sacco di soldi in benzina che al momento costa tantissimo. Lei deve essere libera di allenare quando e come vuole. Stiamo quindi cercando una struttura anche per allargare il gruppo e non fare solo agonismo. In tal senso con il comune del mio Paese, Granorolo, sta venendo fuori qualcosa“.
Entrando dentro la pista, cosa puoi anticiparci? Ti sei posta degli obiettivi per questa stagione?
“Di sicuro salirà il livello tecnico dello short program. Voglio proporre qualcosa più difficile di Alfonsina, programma che l’hanno scorso ha riscosso un enorme successo, ma che rimanga lo stesso nel cuore, aumentando in modo vistoso l’asticella“.
Puoi rivelarci il tema dello short?
“La musica sarà quella del nuovo film di Batman, uscito nelle sale poche settimane fa. Sono andata a vedere il film al cinema e, al mio, ingresso, stavano ancora proiettando i titoli di coda dello spettacolo precedente. Da lì ho sentito la musica e mi sono letteralmente innamorata. Ho chiamato quindi subito il mio coreografo Sandro Guerra per parlargliene. Per ciò che concerne il libero stiamo ancora valutando, ma anche lì l’intenzione è quella di aumentare i giri“.
Il calendario quest’anno è particolarmente fitto. Hai già deciso quando affrontare la prima gara?
“Per ciò che concerne il singolo abbiamo preferito saltare la prima fase dei Campionati Interregionali. Disputerò quindi la seconda fase il 7 e l’8 maggio. L’obiettivo della stagione è comunque disputare i World Games, il mio grande sogno“.
Quello che colpisce della tua persona è senza dubbio il tuo essere senza filtri. In particolare in una tua Instagram stories del 15 marzo, giornata Nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare, ti sei mostrata allo specchio mostrandoti davanti ai tuoi 62.000 follower in tutta la tua fragilità e “autodenunciando” il tuo problema a cui hai fatto riferimento poc’anzi. Non è una cosa da tutti, specie nelle realtà di alto livello. Come mai hai deciso di farlo?
“Io sono fatta così, quello che dico penso: quello che odio dei social sono le persone che si mostrano per come vogliono mostrarsi e non per ciò che sono realmente. Tu, personaggio seguito da migliaia di persone ,devi anche saper mostrare il brutto, non solo il bello. La gente che mi segue sa di me tante cose: sa dei miei attacchi di panico, dei miei problemi di alimentazione e di tanto altro. Non è facile parlarne, specie se ci sei dentro, ma a me non viene così difficile. In questo senso appoggio in pieno il pensiero di Chiara Ferragni quando parla di potere della condivisione: condividere i tuoi problemi può anche farti entrare in contatto con altri che magari ti possono aiutare. Tutti vedono solo il bello, nessuno quello che c’è dietro davvero. Io credo sia giusto farlo vedere“.
Foto: Raniero Corbelletti (per gentile concessione di FISR, Federazione Italiana Sport Rotellistici)